giovedì 31 luglio 2014

Recensione: "SOLO UNA QUESTIONE DI PREZZO" Sissi Drake.





Quanto saresti disposta a pagare per il piacere?





Mood: Erotico
Editore: Rizzoli
Collana: YouFeel
Pagine: 104
Prezzo: € 2,49
Uscita: 23 Luglio 2014




Sinossi:
Karen, giovane editor londinese, ha una vita sessuale insoddisfacente: a quasi trent'anni ‘non è ancora successo’. E non si tratta della prima volta, ma di scoprire se anche lei potrà mai provare quelle fantastiche sensazioni che le descrivono le sue amiche. Insomma, se è in grado di raggiungere un orgasmo e smetterla di fingere. Ma come può ‘risolvere il problema’ visto che quando va a letto con un uomo non vede l’ora che tutto sia finito? “Ci vorrebbe un esperto, un gigolò” le consiglia l’amica Amanda: qualcuno che sappia far sciogliere una donna senza cadere nei sentimentalismi. E così nella vita di Karen arriva Tucker Murray, il migliore professionista sulla piazza. Il piacere aumenta incontro dopo incontro, ma il rischio è quello di innamorarsi… Sexy, disinibita e travolgente, quando avrete letto questa storia vorrete avere quell’ uomo nel vostro letto. Costi quel che costi.




RECENSIONE A CURA DI ADRIANA MUNNO:

“Solo una questione di prezzo” secondo me non è un erotico, è un adult.
Che faccio? Parto polemica? Forse, ma non che siccome in una storia l’autrice ha deciso di essere più specifica nelle descrizioni delle scene di sesso allora si parla di erotico. Che poi i protagonisti di questo racconto il sesso lo fanno solo una volta ed anche in maniera velata.
Okay, parto dal principio.
Karen è una donna di successo, bella e simpatica ma… non riesce a raggiungere il sommo piacere con nessuno, neanche con se stessa.
Ha trent’anni, esce con gli uomini abbastanza frequentemente e cosa pensa mentre lo fanno? “Sbrigati a finire”. Per la serie “romanticismo portami via”. Non posso neanche dare la colpa agli uomini perché lei l’orgasmo lo simula. Meno male che ha la solita amica del cuore che ne sa una più del diavolo e le dà il numero di un esperto. Quale amica del cuore non ha un gigolò di fiducia???
Fatto sta che Karen vince la timidezza e contatta Tucker. Passati i primi cinque minuti di conoscenza lei si affida alle sue mani, non solo in senso figurato, e il miracolo avviene: la bella Karen sente finalmente il canto degli angeli.
Ma può, secondo voi, finire qui? Beh, ovviamente no.  Anche se “la meta” è stata raggiunta e lui le ha insegnato come praticare il “chi fa da sé fa per tre”, il romanticismo non deve mai mancare ed ecco che lei diventa il chiodo fisso di lui e lui diventa una fantasia ad occhi aperti per lei. Il finale ve lo lascio immaginare.
Mi rendo conto di aver fatto una recensione sarcastica, leggermente diciamo, ma tutto perché la storia non mi ha colpito particolarmente. Mi aspettavo qualcosa di diverso, più intenso e meno banale. Per una lettura estiva è più che consigliato ma se siete lettrici seriali come me, non so se l’oggetto in questione possa piacervi.

Voto:



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Recensione: "SEI IL MIO BUIO. SEI LA MIA LUCE" J.A. Redmerski.



Ho guardato il dolore negli occhi.
Ho imparato ad amarti.







Genere: New Adult
Editore: Fabbri
Pagine: 465
Prezzo: € 12,90
Ebook: € 6,99
Uscita: 14 Luglio 2014


Sinossi:
Si può amare tanto da sentirsi mancare il fiato? Tanto da perdersi, da piangere, da urlare? Si può amare troppo? Elias e Bray sono fatti l’uno per l’altra, da sempre. Sono le metà perfette di una meravigliosa unità.
Il loro amore è sbocciato una calda sera d’estate, quando erano solo due bambini, in un prato illuminato da centinaia di lucciole.
Crescendo, però, la paura di soccombere a un rapporto così intenso, così esclusivo da essere quasi insopportabile, li ha allontanati l’uno dall’altra. Finché Bray non si rende conto che Elias è l’unico legame vero della sua vita, l’unica persona che può salvarla dagli abissi in cui sta per sprofondare, e decide di tornare.
Di tornare da lui che, nonostante tutto, non l’ha mai dimenticata. Le cose sono finalmente perfette e la passione che hanno cercato di soffocare in tutti i modi può finalmente vivere di nuovo... Almeno fino a quando una notte fatale non cambia tutto. Bray commette un terribile errore dalle conseguenze drammatiche: potrebbe essere accusata della morte di una ragazza. Il sogno d’amore di Bray ed Elias rischia di andare in frantumi, e i due ragazzi decidono di fuggire. Insieme. Inizia così un’avventura on the road in cui il rischio di perdersi – tra alcool, droghe e incontri sbagliati – è forse più grande del pericolo da cui stanno scappando. Sono due anime in fuga. Dal passato, da se stessi, dal destino. L’unico rifugio è il loro amore, quell’amore oscuro che li può salvare o perdere.



"Sei il mio buio. Sei la mia luce", in origine "Song of the fireflies", è un libro autoconclusivo e stand alone che nasce come spin-off della serie "The Edge of Never" e racconta la storia di due personaggi secondari di "Il confine dell'eternità". Può quindi essere letto senza dover iniziare la serie menzionata.


RECENSIONE A CURA DI CATHERINE BC:

L’autrice di “Sei il mio buio, sei la mia luce” è la stessa dei bestseller “Il confine di un attimo” e “Il confine dell’eternità”, diventati veri e propri fenomeni. Forse per questo mi ero creata delle aspettative che poi son state deluse.
Questo romanzo parla della travagliata storia d’amore tra Elias e Bray,  che sono amici fin da bambini, confidenti e un po’ ribelli. La perdita dell’innocenza rappresenta per entrambi l’inizio di un’età dolorosa e piena contraddizioni, che li fa allontanare. Dopo svariate esperienze, quasi mai positive, si ritrovano, ma il loro amore viene subito messo alla prova da un evento tragico che li porta a fuggire dalla loro città, vivendo alla giornata. Sulla loro strada incrociano molti personaggi, qualche volta sbandati e pieni di problemi di diversa natura. Perdono spesso il controllo e il lume della ragione in un crescendo tragico che solo alla fine rivela un futuro colmo di speranza.
Ecco, soltanto l’appassionante finale, così intenso e drammatico, ha evitato al romanzo una recensione del tutto negativa.
La parola che più mi è venuta alla mente leggendolo è stata “irresponsabilità”. I protagonisti vivono ogni esperienza come se avessero sempre otto e nove anni e non dovessero pagare alcuna conseguenza delle loro azioni.
Tutti noi abbiamo attraversato una fase ribelle e abbiamo osteggiato in vari modi le forme d’autorità con cui eravamo più prossimi, come quella genitoriale. Alcuni magari hanno intrapreso strade sbagliate e hanno pagato più o meno cari i propri errori. Ma questo voler far passare l’uso di droga anche pesante, la violenza, il sesso occasionale magari non protetto, le orge e così via come fosse una cosa nella norma mi ha fatto alzare i peli delle braccia. La sensazione è quella della forzatura nel cercare immagini e nel descrivere situazioni sempre più scioccanti e becere per tenere alta l’attenzione del lettore.
Lo spessore dei personaggi è blando. Mi aspettavo maggior introspezione e meno cambi repentini di contesti, personaggi e sentimenti. Un vero calderone da cui ben pochi sono riusciti ad emergere in modo netto.
Bray è una ragazza fragile e con un problema molto serio, che può giustificare il lato più buio del suo carattere e gli episodi più tetri del suo passato, ma non la superficialità estrema che usa come approccio alla vita.
Elias è un ragazzo davvero innamorato, ma la sua prospettiva è spesso sformata, deviata da convinzioni erronee e influenze nefaste. Non ne esce un bel quadro, anche se nel finale il cuore si fa sempre più leggero.
Personalmente non amo i personaggi che cambiano idea e opinione più velocemente di quanto non cambino la biancheria intima, non amo lo stile teatrale e volutamente scioccante, i sentimenti urlati e la necessità di dimostrare ciò che si prova solo in modo eclatante se si vuol esser presi sul serio. Se qualcuno si fosse comportato così con me avrei pensato che fosse uno psicopatico. L’amore vero secondo me vuole dedizione e costanza, sacrificio e responsabilità, cose che ho visto emergere solo nel finale del romanzo e che ho apprezzato particolarmente.
Lo stile è fin troppo veloce. La trama non è originalissima, anche se di tutto rispetto, ma le scelte sulla struttura narrativa hanno lasciato a desiderare. Avrei preferito meno cambiamenti radicali e più descrizioni contestuali, meno sesso a buon mercato, dozzinale e deprimente e più analisi per un sentimento che si rivela grande e puro nonostante tutto.

Catherine BC

Voto:

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Goblin VS True Blood: Commento 6^ puntata 7^ stagione.


Una cosa appare certa: senza Eric e Pam questa serie non sarebbe la stessa.
Questo è ciò che si percepisce subito dalle impressioni del perfido Goblin.
Che ne penserà della puntata 6?
Leggiamolo insieme!
 
 

Mi tocca, caro lettore.
Questo episodio ha avuto, come al solito, un paio di momenti interessanti solo ed esclusivamente grazie alla presenza di Eric e Pam, e tutto il resto trascurabile. Non che non sia successo nulla, qualcosa è accaduto, ma niente su cui ci sia bisogno di sprecare fiumi di inchiostro. Si ha la conferma che Eric è il migliore, che Sookie ha l’intelligenza di un broccolo e che la Paquin, quando piange, è la donna più brutta del mondo, oltre a non essere assolutamente un genio della recitazione.
Dai, seguimi, vediamo di sbrigarcela in fretta.
L’episodio si apre dove lo avevamo lasciato: Eric, che stringe ancora in mano la mandibola dello Yakuzo – credo che non si dica così, ma chissenefrega – si sente sempre peggio. Vista offuscata, debolezza che lo porta quasi a barcollare… eppure, da solo, continua a far strage di giapponesi armati ed è strabiliante vederlo. Eppure, a un certo punto, è costretto ad arrendersi: Pam è stata catturata. I due, con catene d’argento al collo, vengono condotti in una stanza, messi a sedere davanti a una vetrata con un temporizzatore: sette ore all’alba.
“Sarà la nostra prima alba insieme” dice Eric, e Pam, che andrebbe con lui fino alla fine del mondo, non può fare a meno di sorridere.
Sigla.
Casa Compton, con le di lui vene nerastre che gli corrono sulle braccia alla velocità della luce. Meglio fare qualcosa, pensa lui, invece che stare qui a guardarmi allo specchio come un coglione. Povero specchio, in fondo, che male mi ha fatto? No, Bill non avrebbe mai un pensiero così gentile, nemmeno nei confronti dello specchio che lo ha sopportato per anni. Va bene, sto delirando, non c’è bisogno di farmelo notare. La mossa successiva è telefonare a uno studio legale specializzato in diritto vampirico e prendere un appuntamento. Glielo vorrebbero dare dopo 5 mesi, ma lui dice di essere affetto da Hep-V e di non avere tutto quel tempo. “Ok, venga qui e aspetti il suo turno” gli rispondono. Bene. Peccato che Jessica, per caso, ascolti la telefonata e scopra a questo modo che il suo maker è malato. Sempre molto trasparente con le persone che lo circondano, il Billuccio, non c’è che dire. Appena lui esce, Jess telefona al povero Jason che, tornato a casa dopo la festa – e dopo l’incontro amoroso con la rossa – si trova davanti Psycoviolet in tenuta da battaglia e deve soddisfare anche lei. Non mi sono stupita del fatto che la pazza non gli abbia cavato gli occhi subito. Ha proprio l’aria di una che vuole consumare fredda la propria vendetta. Ecco, Violet è un personaggio che proprio non mi piace. Spero che la facciano fuori presto e non verserò una lacrima. Sono affezionata al fratellino di Sookie e sto male per lui, anche perché, più tardi nell’episodio, confesserà alla sorella di essere terrorizzato dalla vampira. E come dargli torto?
Scena successiva: Altra pazza, altro regalo: Lettie Mae convince Lafayette a seguirla nel suo trip mentale alla ricerca dello spirito di Tara, usando come… propellente il sangue di James. Stendiamo un velo pietoso riguardo a tutta la faccenda, che ho trovato interessante come il telegiornale di Emilio Fede o come un programma di Radio Maria. Proseguiamo.
Di nuovo Eric e Pam, che a pochi minuti dall’alba ricevono la visita del Presidente della Yokohomo Corporation, deciso a scoprire dove sia Sarah Newlin. Segue scambio di sbruffonerie come solo due maschi possono produrre; Eric potrebbe anche decidere di lasciarsi bruciare, pur di non rivelare dove si nasconde Sarah, ma non metterebbe mai a repentaglio la vita di Pam, solo per avere la soddisfazione di uccidere personalmente la Newlin. Autori, avete toppato come al solito. È la stessa Pam a rivelare ai giapponesi l’esistenza della sorella vampira di Sarah, e anche i due maschioni paiono arrivare a un accordo: lui la potrà uccidere, e loro avranno il suo corpo. Sembra un dettaglio? Beh, non lo è. Vedrete più avanti.
Ma eccoci a Bill che arriva presso lo studio legale: qui la scena è stata obiettivamente abbastanza divertente. Qualcuno forse ricorderà una situazione analoga in Beetlejuice di Tim Burton, con lo spiritello nella sala d’attesa dell’aldilà, affollatissima, con trapassati di tutti i tipi. Anche qui la fauna è molto diversificata, anche se sono tutti vampiri e tutti malati. Ce ne sono di grassi, di magri, di bianchi, di neri, giovani e vecchi, a sottolineare un concetto che in True Blood è sempre stato fondamentale: dimenticate i vampiri alla Dracula, loro sono come noi. Bill prende il numerino e si sente male, perché ha qualcosa come 200 persone davanti. Tanto vale sedersi. C’è il rischio di schiattare prima di essere ricevuti, ma non può nemmeno incantare qualcuno per farsi consegnare un numero più vantaggioso, visto che il glamour non funziona con gli altri vampiri. Musichetta in sottofondo, da sala da aspetto. Il vampiro accanto a lui che si alza e cambia di posto quando si accorge di come corrono quelle maledette vene nerastre sulle braccia di Billuccio. Colui che è stato una specie di divinità – non ricordatemelo, che vomito ancora adesso – costretto a fare anticamera come uno qualunque. Quando alla fine viene ricevuto, scopre che in realtà non può nemmeno assicurare un futuro decente a Jessica: solo i vivi possono redarre un testamento valido, e lui vivo proprio non è. L’avvocatessa gli propone l’escamotage dell’adozione, ma gli prospetta anche tempi lunghissimi, a meno che… “per dieci milioni di dollari la metto in cima alla lista”, gli dice la furbetta. Allora sì che Bill cerca di incantarla. Lenti anti-glamour. Ritenta, sarai più fortunato. E lui, che effettivamente di tempo da perdere non ne ha, le pianta il fermacarte in gola e se ne va. E per una volta ha avuto la mia approvazione. A casa, intanto, Jess e Sookie hanno parlato, e Sook, che sospettava di essere la responsabile dell’infezione di Bill, è andata a fare l’esame del sangue per scoprirlo. Calcolate che Bill è rimasto in quello studio per tutta la notte e tutto il giorno seguente, fino al tramonto, quindi le due donne hanno avuto tutto il tempo di fare quello che volevano. Jason è con loro e non sospetta che Violet si è accorta della sua fuga. Lei pensa che sia andato da Jess a divertirsi, e prepara la propria vendetta, che, per quanto ci è dato intuire in questo episodio, sarà molto, molto crudele, e non solo contro di lui.
Ah, un momento di riflessione lo merita il discorso che Sookie fa a Jason mentre aspettano il risultato delle analisi. Altro obbrobrio partorito dalla mente malata di questi autori. Complimenti, davvero. In sintesi, Sook dice a Jason che sì, ha amato Alcide, a modo suo ha amato anche Eric – uh, ma che generosa! Ma vaffan… va – ma che Billuccio Santo è il suo primo amore, e non importa quello che lui le ha fatto, lei lo amerà sempre. Quindi di nuovo perdoniamo abusi, bugie, sopraffazioni e tutte le altre porcate che Bill le ha fatto perché lui è il suo primo amore????!!!!!!! No, ma io non mi capacito, caro lettore. E’ davvero questo il messaggio che vogliamo far passare?! Buckner, crepa. Comunque sì, Sook è positiva, è stata lei ad infettare Bill e deve tornare da Jess ad avvertirla. Quando lui rientra le trova in condizioni penose. Per Sookie vale proprio il consiglio: “Non piangere, che diventi brutta”. Non che quando ride la situazione migliori molto, eh? Si nota che non sopporto Sookie e che trovo orrenda la Paquin? Se devo ribadire il concetto fatemelo sapere, eh.
Abbiamo anche due novelli Romeo e Giulietta, in questo episodio, rispettivamente il figlio di Holly, Wade, e la figlia di Andy (Boh) che, infischiandosene del fatto che tra poco diventeranno fratellastri, trombano in allegria e vengono colti in flagrante da Andy. Non ce ne fregherebbe assolutamente niente di questa vicenda, se non per il fatto che i due scappano a rifugiarsi sulla casa sull’albero in cui Andy giocava da piccolo e vengono ritrovati da Violet che, con una scusa, li attira, dice lei, in un posto più sicuro. In questo modo la pazzoide vuole vendicarsi anche di Jess, perché sa che la fatina è sotto la sua protezione. Vedremo nel prossimo episodio cosa succederà, ma se non fosse per Jason non me ne fregherebbe poi così tanto, ecco.
Ultima cosa davvero interessante è la visita di Sarah Newlin a casa della sorella.
“Io ho cambiato vita. Io posso salvarti, perché so dov’è l’antidoto. IO sono l’antidoto. L’ho bevuto mentre fuggivo dal laboratorio, e adesso è dentro di me.” (Traduzione, di certo non puoi uccidermi, o un milione di altri vampiri ti strapperanno le braccia e le gambe come se fossero le ali di una mosca). La Newlin è una calamità e porta disgrazie ovunque vada, ma non si può dire che non sia una donna dalle mille risorse.
L’episodio si conclude con Eric, Pam e i giapponesi che arrivano dalla vampira e appena lei apre la porta si rendono conto della sua miracolosa guarigione. “What the fuck?!” dice Pam. Lo abbiamo detto tutti, tranquilla. La salvezza per Eric, dunque, è lì ad un passo. Spero solo che quei maledetti di autori non ci facciano tirare un sospiro di sollievo mostrandocelo guarito, per poi uccidercelo in un altro modo.
Forse ho dimenticato qualcosa o qualcuno; se così è stato, perdonatemi, ma per me le storyline secondarie sono sempre state una scocciatura, in True Blood. Solo intermezzi fastidiosi tra le vicende interessanti, insomma. In questa stagione, in cui anche le storie principali sono in genere fastidiose, figuratevi star qui a disquisire su Arlene o Sam o chissà chi.
Passo e chiudo, caro lettore. Incrociate tutte le dita che avete per Eric.

Alla prossima.
The Goblin.

Partecipa e vinci: "INTRIGO E PASSIONE" di Simona Liubicich.




Genere: Erotico Storico
Editore: Harlequin Mondadori
Collana: Harmony Passion - n° 88
Prezzo web: € 6,50
Disponibile sullo shop: 16 Luglio
Disponibile in edicola: 31 Luglio


Sinossi: È trascorso più di un anno da quando la sensuale Rosario Delgado ha abbandonato Rafat, l'uomo a cui ha donato il proprio corpo e il proprio cuore, senza riuscire a dimenticarlo. Adesso, impegnata in un'operazione di spionaggio, non sa che le loro strade sono destinate a incrociarsi nuovamente. Fatta prigioniera dopo essere stata tradita dal suo compagno di missione, viene venduta a un mercante di schiavi e deportata ad Algeri. Qui un uomo misterioso la acquista e la conduce al palazzo del suo padrone. Credendo ormai di essere costretta a una vita da prigioniera sessuale, chiusa in un harem come una concubina, una sconcertata Rosario riconosce nel ricco possidente proprio lui, Rafat Al Suh, e la passione tra loro riesplode selvaggia. Ma lei ha una vendetta da compiere e un oggetto misterioso e pericoloso da recuperare. Oscuri complotti trameranno alle loro spalle, segreti inconfessabili e una missione che si rivelerà mortalmente pericolosa, per le loro vite ma soprattutto per il loro amore. Sapranno questa volta, Rosario e Rafat, combattere per una seconda possibilità o rischieranno di separarsi nuovamente? 



 
REGOLAMENTO
Il Giveaway inizierà oggi giovedì 31 Luglio e si concluderà martedì 5 Agosto  alle ore 23:59.
Comunicheremo il vincitore nella giornata di mercoledì 6 Agosto.



In palio la TRILOGIA COMPLETA cartacea AUTOGRAFATA! 

La trilogia è così composta:
1 - Seduzione e Vendetta
2 - Tentazione e Orgoglio
3 - Intrigo e Passione


Il vincitore verrà comunicato sia tramite post sul blog che nella pagina dell'evento su Facebook.

Il vincitore sarà il primo nome che comparirà nella lista che pubblicheremo dopo aver eseguito l'estrazione tramite il sito random.org.

Seguiteci per leggere novità ed estratti tramite l'evento creato su Facebook!



Grazie in anticipo a tutti i partecipanti!




Di seguito le regole da seguire per partecipare:

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