martedì 31 maggio 2016

Recensione: "UN MOTIVO VALIDO" di Lisa M. Owens




Genere: M/M, Weatern, Contemporaneo
Editore: Dreamspinner Press
Pagine: 205
Serie: Il valore dell’amore
Uscita: 7 Giugno 2016
Traduttore: Emanuela Graziani










Sinossi:
Per Josh Brooks è un’estate di desideri che diventano realtà. Prima riesce a comprare il cavallo dei suoi sogni da un addestratore rivale. Poi conosce anche l’uomo dei suoi sogni, il Ranger Dane Keller, commilitone del fratello. Dane è sexy, abile, e reduce dall’ambigua politica dell’esercito americano riguardo all’omosessualità. Sarebbe tutto perfetto, eccetto che nessuno sa che Josh e Dane sono gay.

Quando Dane arriva al ranch, vuole soltanto una vita tranquilla senza la segretezza estrema che l’ha costretto a nascondersi e un lavoro che gli permetta di guadagnarsi da vivere. Ma il fratellino del suo migliore amico, quello che aveva scritto le lettere che li avevano tenuti su di morale in Afghanistan, sembra proprio essere cresciuto e Dane non può fare a meno di desiderare qualcosa di più, nonostante la paura di impegnarsi.


Mentre Dane e Josh cercano in tutti i modi di tenere le mani a posto, fallendo miseramente, qualcun altro osserva, in attesa, e infine colpisce, prima Josh e poi il prezioso cavallo. Quando tutti i loro segreti e le loro paure vengono esposti, Dane è determinato a proteggere Josh, anche se questo significa lasciarlo indietro.



Oltre che leggere i ringraziamenti e le dediche, quando leggo un libro tradotto da una lingua straniera — lo stesso discorso vale per i film — mi piace andare a spulciare anche i titoli originali delle opere per vedere se rendevano meglio in lingua originale o nella traduzione italiana.
Mi rendo conto che non sempre è possibile effettuare una traduzione letterale del libro, spesso per colpa di giochi di parole o modi di dire che potrebbero non avere senso in italiano, ma
in questo specifico caso, io avrei optato per una traduzione più letterale del titolo.
Io, avrei  scelto “Vale la pena tornare a casa”; la mia non vuole esser una critica, ma mi avrebbe reso l'idea della trama molto più immediata.
Anche se la storia è narrata in prima persona da Josh, un giovane addestratore di cavalli dotato di un innato talento per farsi comprendere da questi splendidi animali, tutto ruota intorno al ritorno dal fronte di Dane, l'ex commilitone del fratello maggiore di Josh.
Il suo arrivo al ranch dei fratelli scatenerà una serie di eventi che cambierà per sempre la vita di Josh e della sua famiglia.
Josh ha sempre nascosto a tutti il suo orientamento sessuale, unica eccezione la migliore amica — Sarah — con la quale fece coming out involontario addirittura all'asilo!
I motivi che l'hanno spinto a vivere la sua sessualità in maniera nascosta sono i soliti noti: la paura di venire ripudiato dalla famiglia, l'essere additato come deviato dalla comunità e finire col perdere il prestigio nel lavoro conquistato con tanta fatica.
Josh è un ragazzo molto dolce, sussurra davvero ai cavalli, anche se dentro di lui cova la rabbia, pur non esternandola mai. Non alza la voce quando è adirato, cerca sempre di evitare lo scontro, questo a causa di un trauma infantile che non ha ancora del tutto superato.
Anche se ormai ha capito che non esiste correlazione tra l'esternare la rabbia e ipotetiche punizioni divine che potrebbero portagli via i suoi cari — prima la morte dei genitori, poi la partenza del fratello come Ranger dell'esercito in missione in Afghanistan — questi eventi hanno reso il ragazzo insicuro.

Tanto è dolce Josh tanto è antipatico e rude Dane.
Vero è che quest'ultimo soffre di stress post traumatico, ma ho fatto fatica a giustificare il suo atteggiamento nei confronti di Josh.
La relazione che nasce tra i due è molto fisica e rude, sfiora il tema del BDSM senza mai tirarlo in ballo apertamente e, in due particolari rapporti sessuali tra i due, ho temuto che potesse sfociare in violenza fisica nonché psicologica verso Josh.
C'è una forte predisposizione alla dominazione e al comando in Dane e, col passare delle pagine il giovane Josh comprende di essere attratto da questo suo lato. Così, mi sono messa il cuore in pace, se sono consenzienti loro, chi sono io per giudicare?
Dane farà soffrire molto Josh con il suo comportamento scostante e la sua fuga farà riemergere nel ragazzo il trauma subito da bambino. 
“Dov’era  Dane  e  cosa  stava  facendo?  I  ricordi  delle  nostre  ultime volte  insieme  mi  affiorarono  nella  mente  uno  dopo  l’altro,  veloci,  come dei  popcorn  in  una  macchina  troppo  calda.  Dane  che  mi  scopava  così  a fondo da farmi sentire che sarebbe stato lì per sempre. Io che lo chiamavo codardo mentre se ne andava. Adesso  avrebbe potuto  morire. Quel minuto  orribile sarebbe stato il suo  ultimo  ricordo  di  me?  Inciampai  a  causa  di  un  dolore  che  era  quasifisico. Mi tenni lo stomaco e mi lasciai cadere sulle ginocchia. “Imbecille,”  bisbigliai al cielo. Volevo gridare, ma non volevo che nessuno sapesse quanto ero arrabbiato. Dovevo tenermelo dentro. Se fosse filtrato, avrebbe potuto ferire Dane.“Che ti è saltato in mente? Non dovevi dimostrarmi nulla.” Dondolai avanti  e  indietro.  “Dovevi  solo  tenerci!  Perché  non  potevi  tenere  a  me? Jesse  si  sbaglia.  Tu  non  mi  ami,  altrimenti  non  avresti  fatto  questo.  Oh Dio, Dane, ti prego torna.”
Ovviamente, trattandosi di un romance, il lieto fine è assicurato. Dane capirà che anche per lui c'è un posto da chiamare casa e cui vale la pena tornare, per questo avrei preferito la traduzione letterale.
Da quando leggo in digitale sto perdendo il vizio di andare a leggere le ultime righe di ogni libro per vedere come andrà a finire, lanche se a tentazione rimane sempre forte.
Vorrei potervi citare le parole con cui Dane si apre finalmente a Josh, sono proprio a fine libro, ma non lo faccio perché vi rovinerei la lettura.
Grazie a quelle parole l'ho quasi perdonato.

Il mio voto non è altissimo, mi è piaciuto, ma mi ha fatto anche storcere un po' il naso per quelle scene al limite della violenza e non mi è piaciuto molto come è stato trattato il problema di Dane.
Non so se nel prossimo compariranno nuovamente Josh e Dane in un cammeo, però ho già sbirciato la trama del prossimo volume: avevo avuto un'intuizione su chi potesse essere il protagonista, ma non voglio svelarvelo. Sorpresa!





Recensione: "LEI VUOLE TUTTO" di Marilena Barbagallo.



Genere: Dark Romance
Editore: Self Publishing
Pagine:
Prezzo: 
Uscita: 28 Maggio 2016








Sinossi:
Se potesse, Krum ucciderebbe il ricordo di Ambra. 
Se potesse, Krum smetterebbe di… 
Non lo sa. 
Krum non sa più cosa prova. 
Una cosa è certa: deve trovarla e riportarla al Tempio. 
Deve seguire gli ordini della Setta. 
Deve seguire gli ordini del suo cuore. 
L’unica persona che era riuscita a sciogliere il gelo della sua anima, è la stessa che lo tormenta da sedici giorni. 
Sedici giorni di vuoto e lontananza. 
Quando i loro destini si incrociano ancora, tutte le torture che Krum desiderava infliggere ad Ambra, svaniscono. 
Desidera solo stringere tra le braccia quella donna potente. Potente per lui e per la Setta del Tempio. Per Ambra, fare i conti con le proprie origini si rivelerà più difficile di quanto aveva previsto. Ciò che scoprirà le cambierà la vita e metterà scompiglio all’interno della società segreta che teme tanto. 
Il ruolo di Ambra non verrà ben visto dal terzo membro fondatore, il quale tramerà alle loro spalle superando tutti i limiti. E quando i limiti vengono superati, il guardiano non perdona nessuno.
Led diventa solo Krum. Per entrambi non ci sono più confini, ma attimi da vivere. Sanno che ogni istante può essere infinito, anche se dovesse essere l’ultimo. 
Nella vita non sempre si va verso la luce, a volte, si sceglie il lato oscuro.

SEQUEL DI ---> LUI VUOLE TUTTO



In “Lei vuole tutto”, seconda parte della duologia dedicata ad Ambra e Krum scritta da Marilena Barbagallo, riprendiamo la storia dal punto in cui si interrompe nel primo volume. Ambra è sparita e Krum la cerca.
L’esordio di questo libro è calmo, quasi lento. Attraverso i pensieri del guardiano Krum, rientriamo nella Setta, torniamo a respirare l’aria acre, pesante e piena di segreti che abbiamo conosciuto nel primo volume.
Questa volta, il fulcro della narrazione è Krum: è attorno ai suoi sentimenti e alle sue emozioni che ruota tutto.

Odiami, le avevo detto. Odiami e io ti odierò.

Nulla di più falso, caro Krum, tu non potrai mai odiare Ambra.
Ecco che le pagine di “Lei vuole tutto” si trasformano in un continuo inseguimento, una continua ricerca di una consapevolezza, di un’accettazione dell’amore che li lega.
Sono diversi, persino nell’aspetto fisico: lei bionda, lui bruno; lei ha gli occhi ambrati, lui scuri come l’ossidiana… persino in superficie Ambra e Krum paiono essere le nemesi l’uno dell’altra.
Come puoi accettare d’amare il tuo esatto contrario?
Entrambi hanno paura. Krum teme di spegnere la luce di Ambra; lei, invece, di essere soffocata dall’oscurità del mondo di Krum.
Per sedici interminabili giorni le paure li tengono lontani,  poi… il guardiano la trova. La troverà sempre ovunque lei vada. Da oggetti in collisione diventano metalli fusi, uniti. L’amore è ormai così radicato in loro che, una volta lasciato libero, il legame che li unisce diviene unico, indissolubile, più forte di tutto. A nulla potranno violenze, raggiri e macchinazioni contro questa coppia.
Mentre Ambra si muove in un universo sommerso, dove segreti, sconvolgenti verità, bramosia di potere cercano di distruggerla, il suo guardiano mostrerà tutta la sua potenza, restando sempre al suo fianco. Krum non è più fedele alla setta, non è più l’uomo del Padre… Krum È Ambra, è la sua estensione, è la sua forza.
L’evoluzione dei nostri protagonisti è costante, riga dopo riga li vediamo prendere consapevolezza di se stessi. In amore e nel sesso si abbandonano ai loro sensi, si fanno guidare dall’istinto. Certo, Krum è sempre Krum, lui respira Ambra, vive attraverso lei, e se potesse la chiuderebbe in una campana di vetro. Ambra, però, sa come piegarlo.
Lentamente riesce a far venire a galla aspetti che mai ci saremmo potuti aspettare da quell’uomo che appariva senza cuore: non più solo rabbia e passione, ma addirittura dolcezza.

«Hai mai amato davvero qualcuno oltre te stesso?»
«Si.» Mi chino sulle sue labbra, stavolta delicato. «Te»

Amo il personaggio di Krum. Veder sciogliere il ghiaccio che lo opprimeva, è stato un vero piacere.
Non amo altrettanto Ambra, si è spesso lasciata andare a comportamenti da sciocca ragazzina, ferendo Krum solo per il gusto di farlo in un inutile gioco di supremazia. Arriva anche per lei il momento di capire, e da lì ci sarà il passaggio da bambina a donna.

«Krum io ti amo.» Lo dico a bassa voce, ma nel silenzio della notte è udibile. Udibile in modo straziante.
«Ti amo» ripeto e soffoco. Soffoco per il dispiacere. Mi rendo conto di essere sempre stata troppo dura con lui.
Adesso tutto si sta rivoltando contro di me. Il mio mondo si sta sgretolando pezzo dopo pezzo.

Come ho detto, se l’inizio della storia appariva calma, la parte finale del libro è da cardiopalma, senza respiro, sia emotivamente che a livello di intreccio della trama, quasi la Barbagallo volesse preparare i suoi lettori e portarli verso la conclusione come i suoi stessi personaggi: più forti.
Si arriva, così, finalmente all’epilogo in cui Krum è… no, non ve lo dico: dovete ASSOLUTAMENTE leggerlo!






L'Angolo di Matesi: "CLAIRE E PHILIPPE"



Nel fare gli auguri di buon compleanno alla nostra Teresa Siciliano, vi presentiamo il suo ultimo, acuto e come sempre preziosissimo articolo: "CLAIRE E PHILIPPE".
Voi conoscete "Il padrone delle ferriere"? Venite a scoprire qualcosa in più!




Il padrone delle ferriere fu pubblicato nel 1882 e a me pare sia alle origini di un topos ricorrente nel romanzo rosa: l’unione, in qualche modo forzata, fra una fanciulla della nobiltà e un borghese, diventato molto ricco grazie al suo lavoro, un’unione che comincia male, ma si trasforma in un grande amore. Per quanto mi riguarda, si tratta di un libro che ha avuto un’importanza fondamentale negli anni della mia adolescenza.
http://www.mondadoristore.it/img/padrone-ferriere-Storia-George-Ohnet/ea978889813793/BL/BL/82/NZO/2decf838-1cdc-4751-8f8c-0ee1f2e8daeb/?tit=Il+padrone+delle+ferriere.+Storia+di+Claire+e+Philippe&aut=George+OhnetPhilippe Derblay è un ingegnere con sorella più giovane a carico. Ha combattuto ed è stato ferito a Sedan, il che gli ha risparmiato di dover partecipare alla repressione della Comune. Dopo la morte del padre ha preso in mano le ferriere di Pont-Avesnes, le ha risanate, ha esteso le sue attività ed è ormai ricchissimo.
L’autore lo rappresenta come un eroe: non solo tratta benissimo i suoi operai che lo adorano, ma all’inizio del romanzo lo vediamo rischiare la propria vita per salvare uno dei suoi dipendenti, che ha avuto un incidente.
Philippe ha incontrato in chiesa (ah! Petrarca) la marchesina Claire de Beaulieu e, pur consapevole della disparità di classe sociale e del fatto che lei è fidanzata con il duca di Bligny, se n’è innamorato appassionatamente.

Claire, che sino allora aveva guardato altrove, fissò quasi duramente Philippe. Era in preda a una collera sorda. Avrebbe voluto trovare parole pungenti e sguardi offensivi per lanciarli contro quel provocatore. Per la sua vigorosa corporatura lei lo trovava volgare, tutto in lui la irritava, perfino il suo taglio di capelli cupo e severo, che gli conferiva un aspetto dignitoso e altero. Nello stesso tempo, come in una rapida visione, la figura del duca passò davanti ai suoi occhi. Distinse in maniera netta la persona elegante ed un po' gracile di Gaston, dal volto allungato, i capelli castani, gli occhi cerulei e la bocca sorridente dai lunghi baffi biondi. Tra Philippe presente e il fantasma del duca, il contrasto era netto. L'uno incarnava nella sua robusta figura la solidità sana della borghesia; l'altro era il tipo perfetto della grazia delicata e lievemente decaduta della nobiltà.

Ma in realtà le cose stanno cambiando rapidamente. Claire non lo sa, ma è diventata povera, come tutta la sua famiglia, e Bligny, che ne è a conoscenza, non solo non si è più fatto vivo, ma sta per sposare la figlia del ricchissimo Moulinet.
In una serie di scene ad alta tensione la protagonista scopre di essere stata abbandonata dal duca. Nel suo smisurato orgoglio, finge di non aver mai dato importanza a quell’amore di cugini e offre la propria mano a Derblay. La parte più struggente del romanzo è quella che descrive il breve fidanzamento: Philippe è timido e impacciato, non ha il coraggio di esprimere il sentimento che domina il suo cuore e non si rende conto che Claire è in preda ad un’isteria travolgente. La notte di nozze sarà terribile per entrambi: davanti alla donna che gli si rifiuta e lo insulta, offrendogli la sua dote (una dote che non ha) in cambio del proprio corpo, Philippe prende atto che la sua vita è finita, ma si ripromette di domare la moglie, anzi di spezzarla.
La stessa notte Claire viene colpita da una grave malattia: mi pare che nell’edizione Salani di anni fa venisse chiamata febbre cerebrale, mentre quella digitale odierna la definisce meningite. Di qualunque cosa si tratti, Philippe cura la moglie per settimane e mesi con grande dedizione, ma, quando finalmente Claire si riprende, cambia del tutto atteggiamento e conduce una strategia implacabile per sottometterla.
Tutta la situazione ad una lettrice di oggi appare davvero inverosimile: l’uomo che balbettava di fronte a Claire all’improvviso diventa duro ed inflessibile. La umilia continuamente, anche se solo in privato. E questo contrasto fra la sua freddezza gelida quando sono da soli e la sua generosità e premura in pubblico fa soffrire atrocemente la giovane donna. Il momento più terribile si verificherà quando rifiuterà al cognato Octave la mano di sua sorella, facendo intendere a sua moglie che non si fida di lui perché teme il sangue dei Beaulieu.
In tutta la seconda parte della vicenda Philippe dà prova di un grande sadismo. Perfino la mattina prima del duello con il duca di Bligny, si rifiuta di lasciare a Claire perfino una speranza precisa, perseguendo fino in fondo la sua campagna di sottomissione psicologica. Solo il supremo sacrificio della moglie che interpone la propria mano fra la pistola di Gaston e il marito gli permetterà, bontà sua!, di salvare la faccia e risolverà finalmente la situazione.

— Dimmi una sola parola, una sola... rispondimi... mi ami?
  — Sì, ti amo. In te c'erano due donne. Quella che mi ha fatto tanto soffrire non esiste più. Tu, sei tu, quella che io non ho mai smesso di adorare.
Gli occhi di Claire si riempirono di lacrime, si aggrappò disperatamente a Philippe. Le loro labbra si unirono in un'inesprimibile estasi, e così si scambiarono il loro primo bacio d'amore.

Poco convincente, non vi pare?
In realtà oggi capisco che Ohnet ha in qualche modo una doppia faccia. Da una parte ammira le capacità e la dirittura morale di alcuni borghesi, anche se Moulinet, ad esempio, manca non solo di stile, ma anche di acutezza, oltre che di generosità. Dall’altra disprezza l’aridità, la mancanza di principi, l’immoralità dei nobili, in testa a tutti il cinico Bligny. Però, nei confronti di Préfont con le sue manie di scienziato e il suo senso dell’onore, non può evitare di mostrare una certa simpatia e Octave è quasi completamente borghesizzato.
Quello su cui l’autore è spietato come il suo protagonista è la volontà di confinare la donna in una posizione nettamente subordinata al marito (non per niente parla più volte dell’esigenza che sia umile e sottomessa).
Insomma, dopo averlo riletto oggi in una traduzione piena di improprietà, addirittura non capisco più perché da ragazzina amassi tanto questo romanzo, quando perfino i famigerati Delly avevano saputo inventare donne molto più forti e dignitose, capaci di rivendicare, anche all’interno di una rigida concezione cattolica del matrimonio, almeno il loro diritto a realizzarsi come esseri umani.

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Recensione: "AMORI D'IRLANDA" di Eva Palumbo.






Genere: Romance Contemporaneo
Editore: Triskell Edizioni
Collana: Triskell Romance
Pagine:
 73
Prezzo: € 2,99 (ebook)
Uscita:  8 gennaio 2016








Sinossi:

Viola e Laura, amiche fin dall’infanzia, volano in Irlanda per trascorrere le vacanze di Natale. Qui incontrano Guido, il distaccato collega di Viola, e suo fratello Lorenzo. Viola scoprirà che Guido è soltanto un uomo ferito dal suo passato, deciso a non fidarsi più di nessuno. Ma la magia del Natale irlandese è destinata a far sciogliere il suo cuore di ghiaccio. Anche Laura e Lorenzo rimarranno vittime della magia della terra di smeraldo ma, come tutte le magie, forse anche la loro è destinata a terminare. Riuscirà un matrimonio a riaccendere la passione?





Solo due parole per esordire: troppo breve. 
Va bene il racconto, va bene la doppia storia, ma avrei voluto leggere di quei due per molto più tempo! Veniamo alla trama: Viola e Laura, amiche da sempre, vanno in Irlanda per festeggiare il compleanno di Viola, il giorno di Natale. 
Lì incontrano per caso due fratelli, Guido e Lorenzo, mezzi irlandesi e mezzi italiani. Il problema nasce dal fatto che Guido è il bellissimo e irraggiungibile collega di Viola. Quello per cui lei spasima e che sembra essere di ghiaccio. 
Lorenzo e Laura, dal canto loro si trovano subito. Caratteri affini e molta attrazione. Così due storie parallele si sviluppano e finiscono con tanto di musichetta di sottofondo. Vera protagonista del libro, nonostante la seconda parte sia raccontata in prima persona da Laura, è Viola. Eccentrica e colorata, spiritosa e allegra. Lavora a Roma in uno studio di architettura e non perde occasione di sfoggiare look strani e un sorriso contagioso. 
Quando incontra Guido, in Irlanda, non può credere ai suoi occhi e nemmeno alle sue orecchie, vista la dichiarazione di lui. 
Guido è un uomo chiuso e introverso che paga ancora le pene di un amore finito malissimo. Ma, si sa, al cuore non si comanda e alla fine cede e si apre alla giovane ed esuberante collega. 
Coprotagonisti della vicenda sono Laura e Lorenzo. Una coppia che si intravede nella prima parte del libro e che ha il suo lieto fine nella seconda e più breve tranche. 
 Entrambe le coppie dimostrano che, nonostante i problemi che possono affliggere ognuno di noi, la cosa più importante è saper amare e perdonare. Aprirsi alle nuove prospettive e valorizzare ciò che si conquista. 
Un finale molto lieto per un racconto interessante e ben scritto. 
Lo stile è forse un po’ frettoloso, ma di certo è un effetto voluto, solo per sottolineare l’esuberanza di Viola; la parte dedicata a Laura, infatti, è più pacata. 
Tuttavia, come accennato all’inizio, nonostante io capisca i limiti imposti dalla lunghezza del libro, mi aspettavo che il tira e molla tra i due durasse un po’ di più e che si facessero conoscere meglio.