Genere: Narrativa contemporanea
Editore: Gremese Editore
Collana: Le girandole
Pagine: 125
Prezzo: € 12,00 (cartaceo)
Uscita: 24 Agosto 2017
Sinossi:
Sin dal principio la giovane vita di Lorenzo è stata segnata dal fallimento: famiglia, lavoro, amore, tutto è andato a rotoli. Ma nonostante questo, il protagonista aspira al riconoscimento, al successo, ne è ossessionato. Decide allora di diventare uno scrittore per sfuggire alla frustrazione e lasciare un segno, una prova tangibile della sua esistenza in un mondo fatto di apparenza e popolato da finti anti-conformisti. La storia di Lorenzo prosegue per flash animati dagli incontri-scontri con le persone a lui più care: la madre, l'amico Walter, il fratello Matteo, l'ex ragazza Chiara. Ma proprio quando sembra che non ci sia una via d'uscita da un destino di banalità e di inquieto anonimato, dalla paura di non riuscire a diventare "qualcuno", Lorenzo fa un incontro che cambierà radicalmente la sua vita: una ragazza senza nome, talmente perfetta da non sembrare vera, con la quale dire e fare cose assurde fino a prendere insieme una decisione folle, tragica e irreversibile che li renderà finalmente famosi.
Bruciato Marcio è un libro molto forte: alcune espressioni
usate potrebbero urtare la sensibilità di chi non ha la costanza di andare a
fondo con la lettura.
Crisci
consegna uno splendido lavoro che lascia con l'amaro in bocca. Alla fine, dopo
l'ultima pagina, non si finisce di rimanere dentro al romanzo. Dicono che il
pensiero viaggi più veloce della luce e il mio ha fatto voli pindarici.
Non
nego che alcune affermazioni mi abbiano irritata, ma è necessario
contestualizzarle all'interno della storia e capirne il senso ultimo. C'è
comunque da dire che contengono verità scomode, ma nel mondo d'oggi tutto viene
velato dal perbenismo intellettuale.
I
personaggi di questo autore sono sempre sopra le righe, prepotenti e profondi,
ma eternamente insoddisfatti e non per un agire non consono ai canoni della
società, ma per un vivere in modo fin troppo conscio nella finta società che ci
circonda.
«In questo mondo conta solo il politicamente corretto, e allora
un handicappato dobbiamo chiamarlo "diversamente abile", un negro
"di colore", a breve ci diranno anche che uno stupratore va chiamato
"seduttore seriale"» continuai «E' sbagliato leggere un romanzo di
Jack Unterweger, un testo di Charles Manson oppure un sermone di Anton LaVey ma
se il premio Nobel per la pace lo vince il presidente di un paese in guerra è
tutto giusto. La verità è che se canti fuori dal coro ti spengono il
microfono».
Le
verità che l'autore narra fanno paura e noi siamo soliti nasconderle,
mitigarle, magari filtrarle, ma mai palesarle con una così spietata semplicità.
Il pane
è pane e il vino è vino. Crisci non ti vende caviale e champagne, no, ti sbatte
in faccia lo schifo di tutto e lo schifo del suo rovescio.
In una
società che mitiga, che nasconde e che confonde, Crisci emerge come una voce
fuori dal coro, come uno specchio che riflette ciò che ha di fronte senza
giudicarlo e senza tingerlo di alcun colore.
Non capisco l’anticonformismo, mi pare stupido, così facile da
etichettare, perché ciò che va contro il sistema inevitabilmente diventa
sistema.
La vera
“chicca” di questo romanzo (ma anche del precedente) è lo stile. Assolutamente
sublime: rapido e ritmato, feroce e passionale, schietto e sintetico. Ogni
frase è un rintocco di campana, le parole impulsivamente espresse e
meticolosamente allineate.
Non vi
parlo della trama, non vi narro dei personaggi perché loro sono inevitabilmente
il mezzo che l'autore usa per dire al lettore qualcosa.
Cosa? Dovrete
leggere e scoprirlo da voi.
La
verità non è assoluta, ma la realtà in cui viviamo è una, poi ognuno la
interpreta a proprio modo.
E
ricordatevi che: “Non esiste orizzonte in un vicolo cieco”; quindi siate
aperti, siate disponibili e, per una volta, mettete da parte il pregiudizio.
