venerdì 30 marzo 2018

Recensione: "TABOO" di Ava Lohan






Genere: Erotico NA
Editore: Self Publishing
Pagine: 568
Prezzo: € 2,99 (ebook)
Uscita: 3 Gennaio 2018 








Mi chiamo Joseph Blane. Sono un mormone. Sono vergine. Ho il controllo totale sui miei impulsi sessuali e obbedisco alla Legge di Castità. Nessuna donna è in grado di farmi cedere. Tranne Judith.

Per lei provo un’infinità di cose sbagliate. E quando si presenta al mio stesso campus universitario il mio autocontrollo vacilla.
Per lei ho smesso di combattere. Per lei ho ripreso e adesso sono Sinner, il lottatore più acclamato nei combattimenti clandestini dell’Arena. L’idolo che le donne desiderano nel loro letto. Ma è per Judith che io distruggo i miei avversari dentro la gabbia e lotto contro me stesso e ciò che voglio. Lei.
Judith mi tenta.
Mi provoca.
Siamo lei e io. In una città in cui nessuno sa chi o cosa siamo l’uno per l’altra.
Judith si stabilisce nel mio appartamento e io non devo cadere nella lussuria.
Violare la Legge di Castità è un peccato estremamente grave.
E io non devo farlo.
Ma soprattutto: non devo farlo con lei.

ESTRATTO

«Non sopporto che lui ti tocchi» le dico, poi mi correggo. «Non sopporto che nessuno ti tocchi.» L’odio che provo per tutto questo gronda dalla mia voce. «Ma più di tutto non sopporto non poterti toccare io.» Il dolore mi dilania il petto. Deglutisco ma non scompare, aumenta.
Judith mi accarezza un braccio, e il suo gesto non fa che peggiorare le cose, così come quello che dice. «Ma tu puoi toccarmi.» La sua affermazione sembra una supplica. La voce che trema è un pugnale dritto nel cuore. Judith cattura le mie mani e se le porta sui fianchi. E, solo per un meraviglioso attimo, mi perdo nella sensazione del suo abito sotto le dita, nell’odore dei suoi capelli, nelle sue curve e nelle sue parole. Io posso toccarla… Ma poi torno in me e sbatto i pugni contro il muro, ai lati della sua testa. «No che non posso» ribatto perentorio.




A CURA DI LISA C.

Dlin. Dlon.
Gentili signore e signori, è la comandante Lisa che vi parla. Il volo “SIG” da Utah diretto a Tampa, durata circa sei ore, è in partenza. Sarà un viaggio proibito e peccaminoso. Consiglio a coloro che sono poco flessibili e tolleranti di restare a terra, mentre invito tutti gli altri a raggiungere il proprio posto e allacciare le cinture. Auguro a tutti voi una buona lettura a bordo della AVA Airlines.

Da dove comincio? Conoscete Ava? Avete già letto i suoi romanzi? Come dite? Sì? No? Non importa. Abbandonate i pregiudizi e liberate la mente e il cuore, solo così potrete apprezzare fino alla fine questo romanzo e comprendere al meglio la storia di Joseph e Judith.
Joseph è un adolescente assolutamente fedele alla sua religione. È un mormone. 
Non gli è concesso avere rapporti sessuali prima del matrimonio, toccarsi e, persino, avere pensieri impuri, così come prescrivono le regole della Legge di Castità.
Judith, poco più grande, fa parte della stessa comunità ma, al contrario di lui e di tutti i devoti, è spregiudicata, disinvolta, ribelle e ha perso la fede che avrebbe dovuto accompagnarla per tutta la sua vita.

Un giorno tutto cambia.
Lui la guarda come non dovrebbe: “Satana cerca di ingannare e di rendere attraente il peccato… io pecco a guardare, lei gli fa un regalo proibito: “Voglio darti il mio regalo di compleanno…E lo farò a modo mio….Colin mi ha insegnato un gioco. Si chiama menti e fai una cosa”.
Deve restare un segreto, il loro segreto, ma la fede di Joseph non glielo permette e, così, consumato dai sensi di colpa e “guidato” dal suo inseparabile anello SIG, riportante incisa la scritta “scegli il giusto”, confessa al vescovo e ai genitori i dettagli del loro incontro nella speranza di essere entrambi perdonati e “purificati” dalle loro colpe.
Tutto è sbagliato: avere sentimenti e provare attrazione l’uno per l’altra è perverso e proibito.

Il mio caso è differente. Nel mio caso non esistono i pregiudizi, leggi, condanne.
Il mio caso è un taboo.”

Judith è una cattiva ragazza.
Judith, etichettata come l’anticristo, viene così allontanata dalla comunità e, soprattutto, da Joseph. Nei quattro anni che trascorrono ruba, mente, si spoglia per poter guadagnarsi da vivere, cerca di dimenticare Joseph, i suoi occhi, la sua voce, le sue mani, fino a vendere il suo corpo “all’occorrenza”, ma nessuno sarà mai come lui, perché “Il sesso non ha alcun valore se non viene fatto con chi si ama”.

Joseph è un bravo ragazzo.
Joseph, nel frattempo, raggiunta la cittadina di Tampa per frequentare un’università e allontanarsi dai genitori, ormai divenuti troppo soffocanti, continua ad attenersi ai principi della propria religione, ripetendosi continuamente tra sé e sé la regola: PROFILO BASSO. INVISIBILITÀ. Nessuna confraternita. Nessun club. Nessuna festa privata. Nessun uso di droghe e di alcool e, soprattutto, niente sesso.
Ma…

Cosa succede quando un bravo ragazzo cerca di salvare una cattiva ragazza?
- Lei smette di essere cattiva?
- No. Lui diventa più cattivo.”

Coloro che dovrebbero stare lontani si incontrano di nuovo: stessa università, stessi sguardi, stessa eccitazione. 
Stessa. Tremenda. Tentazione. 
Joseph è straziato, diviso in due, come il colore dei suoi occhi: uno azzurro come il cielo e uno nero come le tenebre. Bene e male, una lotta continua.
Per combattere questi pensieri impuri, così sbagliati e proibiti, decide di riprendere gli allenamenti abbandonati da tempo e, tra arti marziali miste e incontri clandestini, si trasforma nel miglior lottatore dell’arena. Nella gabbia lui è SINNER, il peccatore.
Ma sfogare la sua rabbia e la sua frustrazione basterà a renderlo immune alle “tentazioni della carne”?

Quanto si può resistere ad un amore sbagliato?”

Ecco, appunto. Se si tratta di amore allora è possibile resistere? O lui comanda ogni cosa, persino la ragione? 
Sapete, io credo alle parole del grande Paulo Coelho quando afferma che: “Gli incontri più importanti sono già combinati dalle anime prima ancora che i corpi si vedano…”. 
Joseph e Judith sono sicuramente due anime che si appartengono oltre ogni logica, regola o principio, nate per vivere insieme o altrimenti morire.
Proprio per questo non abbiate timore di abbracciare questa storia, non giudicatela prima ancora della sua fine, non affrettate opinioni senza aver compreso cosa spinge questi due ragazzi a cercarsi, trovarsi, per poi appartenersi.
Non limitatevi a guardare, ma osservate bene, perché se lo fate attentamente, potrete capire molto di più di quanto Judith voglia trasmettervi. La ragazza nasconde la sua vera essenza al mondo e dice che: “se ti dipingono in un modo tanto vale diventarci e confermare l’idea che gli altri hanno di te”. Ma voi non datele ascolto! Fugge dalle grinfie di un terribile passato che ha lacerato la sua anima, fingendo un ruolo non suo e sognando una vita diversa. Mai fermarsi alle apparenze.
E anche il bello e forte Joseph non vi deluderà e voi sarete catturate dalla sua forza fisica, dal suo corpo atletico e, soprattutto, dal suo modo di amare unico e speciale. Vi porterà per mano nella sua tormentata anima divisa tra peccato ed innocenza, anche se…

Non peccano affatto coloro che peccano per amore”

Dopo averla conosciuta attraverso le vicende di Kegan e Rose, faccio i miei complimenti ad Ava Lohan perché ritengo "Taboo" un romanzo coraggioso per i difficili e delicati argomenti affrontati, per il quale sicuramente ha dovuto documentarsi molto dettagliatamente al fine di farci conoscere al meglio una religione che non le appartiene. L'epilogo, poi, è da sospiri!
Forse, e sottolineo forse, volendo trovare un piccolo, piccolissimo difettuccio, avrei preferito qualche incontro focoso in meno tra i due ragazzi (ma la mia è tutta invidia!).
Finisco come l’autrice ha iniziato…

Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato ama il tuo peccato
e sarai innocente.” 
(William Shekespeare – Romeo e Giulietta)”





Recensione: “LA DANZA DEL NEGROMANTE” di SJ Himes





Genere: M/M, Urban Fantasy
Editore: Quixote Edizioni
Serie: The Beacon Hill Sorcerer #1 
Pagine: 325
Prezzo: 4,49 (E-book)
Uscita: 30 Marzo 2018
Traduttore: Emma Donati


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Sinossi:   

In un mondo dove la magia è reale e il male cammina in mezzo all'umanità, un giovane stregone è assalito dai propri nemici, sia vecchi che nuovi.
Angelus Salvatore è l'unico negromante in tutta Boston, e il suo nome viene sussurrato con timore dai non-morti e dagli altri stregoni. Lui e suo fratello Isaac sono i soli sopravvissuti all’attacco di un esercito di non-morti, durante il quale Angel ha usato un incantesimo così potente da farlo entrare nella storia. Ora, anni più tardi, Angel fatica a far combaciare la sua carriera come insegnante dell’arte magica, il suo ruolo di fratello maggiore, e una fragile relazione con un vampiro Anziano del Clan locale. Quando il ragazzo di suo fratello viene usato come pedina in un misterioso piano per farlo uscire allo scoperto, Angel viene trascinato di nuovo nelle vecchie ostilità che avevano alimentato le Guerre del Sangue e portato alla morte la sua famiglia.
Chiedere aiuto ad altri è qualcosa che Angel non può fare, e mentre è alla ricerca di indizi su chi sta minacciando lui e suo fratello, si ritrova con il cuore sempre più occupato da Simeon, un vampiro Anziano.
Riuscirà Angel a scoprire chi lo vuole morto e, nel frattempo, a mantenere i propri sentimenti al sicuro? Come può innamorarsi di un vampiro, quando la sua intera famiglia è stata distrutta da un esercito di quei non-morti?




Nostalgia di Vampiri & Co? Questo è il libro che fa per voi!
Una lettura appassionante, intrigante e ricca di mistero.
La figura del negromante l'ho sempre trovata affascinante, del resto ho iniziato a leggere Urban Fantasy grazie a Laurell K Hamilton e la sua mitica protagonista: Anita Blake, la Risvegliante!
Può sembrare facile creare un universo Urban Fantasy, specialmente se lo si crea alla luce del sole, ovvero quando le creature soprannaturali e gli esseri umani vivono a contatto l'uno con l'altro senza sotterfugi. Un universo praticamente su misura, dove è più semplice far combaciare tutto alla perfezione, evitando una serie di camuffamenti per eliminare discrepanze e risultare più credibili. 
Quindi, se questo può apparire un vantaggio, il lavoro più difficile è costruire personaggi complessi come Angel e Simeon senza snaturarli, senza farli diventare una macchietta, senza cadere nel già letto. Ci hanno provato in molti a creare qualcosa di nuovo e credo che questa autrice ci sia riuscita.
Angel è scorbutico, irriverente, freddo solo in apparenza, con talmente tanto potere che sarebbe capace di sterminare tutti i vampiri:

Angel era considerato uno stregone. L'insondabile, infinito vortice di magia che si raccoglieva al di là di questo mondo, in un mare che scintillava di luci e ombre, mulinando e cantando… lui sapeva usarlo. Era capace di allungare una mano, attraverso il velo, e toccare l'infinito. E anche dentro ai tre livelli di chi usava la magia, streghe, maghi e stregoni, c'erano delle graduatorie... La specialità di Angel era la morte.”

La natura di Angel è strettamente legata alla morte, era quindi inevitabile che finisse per fare coppia con il bellissimo vampiro di origine celtica Simeon. Sarà pure uno stereotipo, ma il bel vampiro è una delizia per gli occhi ed è la prima volta che ne leggo di uno che parla in celtico:

Coperto da disegni di tatuaggi antichi e cicatrici di quando era ancora vivo, era in tutto e per tutto un guerriero. Il sofisticato James Bond non-morto della notte prima era scomparso e al suo posto c'era un uomo selvaggio e indomabile, al di là della mancanza di un cuore che gli battesse nel petto.”

Sono praticamente due anni che Simeon sta spettando che Angel si accorga di lui; è sempre rimasto nell'ombra a vegliare sul ragazzo, aspettando il momento giusto per farsi avanti.
Per Angel, invece, le cose sono diverse: costretto a crescere in fretta dopo aver perso tutta la famiglia, tranne il fratello minore Isaac, Angel non ha il terrore di lasciarsi andare e mostrarsi fragile:

Per anni, era stato solo. Anche quando Isaac viveva con lui, era solo. Essere una figura paterna e un fratello maggiore gli aveva lasciato poco tempo per piangere il suo lutto e non era rimasto nessuno a cui rivolgersi dopo che la sua famiglia era morta.”

Essere protetto da qualcuno, e non il protettore di qualcuno, è una cosa nuova per Angel; vedere questo pungente, giovane uomo alle prese con una creatura centenaria, elegante, ma anche tanto dolce e pacata come Simeon è davvero una delizia. Angel non ha peli sulla lingua - adorabile nella sua sfrontatezza! -, non ha paura di nessuno, sa di essere potente, ma quando ad essere in gioco è il proprio cuore le cose si fanno più complesse:

...concedere il proprio cuore a qualcun altro lo lasciava tanto terrorizzato quanto affamato di qualcosa del genere. Un appassionato desiderio correva nel suo petto, e gli occhi gli pungevano per le lacrime. Voleva, malgrado tutti i suoi sforzi, appoggiare la testa, il cuore e i propri guai sulle larghe e robuste spalle del vampiro Anziano, e semplicemente permettersi di esistere... Respirò attraverso il dolore e il rimpianto, il terrore e l'orrore, la devastante tristezza che lo perseguitava ogni volta che mostrava debolezza e la lasciava sfuggire alla sua guardia. Passava le giornate come se il passato fosse solo tale, perso per sempre e da dimenticare. Se avesse indugiato sulla propria agonia per la perdita che aveva subito, non si sarebbe più rialzato.”

Ci sono altri personaggi intriganti in questo libro, per esempio mi è piaciuto tantissimo il Signore dei Vampiri, Bastien, il capo di Simeon per capirci, e spero tanto che si vada a mettere con chi penso io...
Anche l'amica/socia di Angel mi è piaciuta tantissimo: le conversazioni via messaggio tra i due sono esilaranti, come lo sono anche i momenti in cui si abbandonano entrambi al turpiloquio!
Ora non vedo l'ora di leggere il seguito del libro perché, credetemi, l'universo creato dalla Himes mi ha conquistata!





giovedì 29 marzo 2018

Recensione: “SENZA DIFESE” di Avon Gale




Genere: M/M, Contemporaneo
Editore: Dreamspinner Press  
Serie: Andare a segno 
Pagine: 232
Prezzo:  $ 6,99 (Ebook)
Uscita: 27 Marzo 2018
Traduttore: Claudia Nogara

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Sinossi:   

Il futuro di Lane Courtnall appare luminoso: a soli vent’anni è stato scelto dai Sea Storm di Jacksonville, una squadra di un campionato minore affiliato alla NHL, la lega nazionale di hockey su ghiaccio. Essere gay e praticare uno sport dove si scambiano certi insulti lo mette un po’ a disagio. Inoltre, dopo che ha fatto dei commenti senza riflettere, ha finito per alienarsi le simpatie dei compagni di squadra. Durante una partita contro i rivali per eccellenza, decide di dimostrare a tutti il suo valore e getta i guanti a terra per sfidare Jared Shore, enforcer dei Savannah Renegades. È uno strano modo per cominciare una relazione.
Jared ha trascorso la maggior parte della carriera nelle leghe minori, è bisessuale e non gli importa che gli altri lo sappiano o meno, ma è determinato a evitare una storia seria dopo che l’ultima lo ha lasciato a pezzi. Gli basta una notte con il novellino Lane Courtnall per avere dei ripensamenti. Lane gli rammenta il motivo per cui ama il suo sport e gli fa capire che vale la pena rischiare per amore. Jared spera invece di mostrare a Lane come sentirsi a suo agio nella propria pelle, sul ghiaccio e fuori. Ma si trovano in momenti diversi delle loro carriere, ed entrambi dovranno decidere a cosa tengono di più.


Questo libro mi ha lasciato sentimenti contrastanti. Avevo tante aspettative e purtroppo non tutte sono state soddisfatte.
Adoro i libri che trattano di sport, e di fatti questa parte non mi ha delusa. Lane è un giovane giocatore di hockey sul ghiaccio che per farsi accettare dalla sua nuova squadra, durante una partita, sfida un giocatore avversario, Jared Shore, conosciuto proprio per la sua predisposizione alle zuffe.
Jared Shore, invece, è ormai un giocatore veterano che però ha perso la passione per questo sport.
Quando i due, dopo la zuffa, si incontrano in un bar, Jared non può ignorare l’attrazione che prova per questo ragazzo un po’ strambo, con difficoltà a socializzare, non ancora dichiarato, che dice tutto ciò che gli passa per la testa e che spesso perde da solo il filo del discorso.
 Ma l’amore è strano e, nonostante si sia promesso di non avere mai più una relazione a causa di un tradimento che lo ha distrutto, Jared non può ignorare i sentimenti che prova per Lane,  un ragazzo dolce, sensibile e ingenuo, dall’animo buono. I sentimenti sono ricambiati, ovviamente, perché Jared è bello, sexy, divertente, vissuto e basta una chiacchierata in un bar per far scoccare la scintilla.
Ciò che non mi ha molto convinto è proprio la velocità e la facilità con cui inizia e si sviluppa la loro relazione. Avrei preferito più introspezione e descrizioni, soprattutto da parte di Lane che, ammetto, ho fatto fatica a farmi piacere. È simpatico, carino, e a volte i suoi discorsi poco sensati mi hanno anche fatto sorride, ma poi a un certo punto diventa eccessivo.
Jared, invece, mi è piaciuto molto e capisco anche perché si sia innamorato di questo ragazzo di dieci anni più giovane di lui. Lane è sì un po’ svampito ma è pieno di vita e di talento, e riesce a far ricordare a Jared perché ha scelto di giocare a hockey, perché ama così tanto questo sport. Riesce a fargli vedere il mondo con occhi diversi, a credere di nuovo in se stesso, e a farlo tornare a vivere.

“‹‹Non eri nella mia squadra, e non eri il mio capitano, ma mi hai insegnato ad amare di nuovo questo sport. Mi hai mostrato che andava bene credere di più in me stesso e anche che potevo fare molto di più che menare le mani. Mi hai restituito qualcosa che non mi ero nemmeno accorto di aver perso››”

Quando sono sul ghiaccio entrambi mettono da parte i loro sentimenti e diventano rivali, fedeli alle loro maglie e alle loro squadre, ma fuori vivono la loro storia d’amore, affrontando ciascuno le proprie paure e i propri problemi familiari, uno accanto all’altro, sorreggendosi a vicenda.
E se Lane aiuta Jared a riscoprire se stesso, quest’ultimo aiuta Lane con la sua difficoltà a dichiararsi, ad ammettere con i suoi genitori di avere un ragazzo, a integrarsi con la sua squadra. Anche grazie a Zoe e ai suoi compagni di squadra, Lane riesce finalmente a socializzare, ad avere degli amici e, di conseguenza, a sentirsi meno solo.
Personalmente, ho trovato la storia un po’ lenta, con scene futili che l’autrice avrebbe potuto evitare a favore di maggior introspezione di entrambi i personaggi, e spesso mi sono persa tra i dialoghi. Va bene, Lane è parecchio svampito e passa da un discorso a un altro senza problemi, è la caratterizzazione del suo personaggio, ma è un po’ troppo e in alcuni casi e, anche a causa dello stile poco scorrevole, mi è sembrato un po’ forzato.
La fine, invece, mi è piaciuta molto e mi ha lasciato una sensazione di calore nel petto. Entrambi i protagonisti devono dividersi tra la loro storia d’amore e lo sport che tanto li appassiona, ma riescono a trovare un proprio equilibro e Jared in particolare deve, a un certo punto della sua vita, scegliere tra la sua carriera e il ragazzo che ama. Credo che non potesse esserci un finale migliore.
La storia è raccontata dal punto di vista di entrambi, cosa che ho apprezzato perché aiuta a comprendere i personaggi, e si sviluppa nel corso di un anno, cioè della stagione sportiva.
Leggerò comunque il secondo volume della serie, incentrato su un compagno di squadra di Lane, che mi ha particolarmente incuriosita. E se vi piacciono i libri che coniugano sport e amore, non troppo intensi e con una storia d’amore semplice e veloce, allora Senza difese è il romanzo che fa per voi.






Recensione: “COOKIES” di Teodora Kostova





Genere: M/M, Contemporaneo
Editore: Quixote Translations
Pagine: 242
Prezzo: € 3,99  (E book)
Uscita: 16 Marzo 2018
Traduttore: Elena Turi

   
          





Sinossi:   
Sono andato in guerra, fuggendo da me stesso. Sono tornato a pezzi per scoprire chi fossi davvero…

Mi ci sono voluti quasi dieci anni, due mandati in Afghanistan e la perdita di una gamba, per accettare chi sono veramente. Due anni dopo essere tornato dalla guerra, posso dire di sentirmi finalmente soddisfatto. Sono più in forma che mai, la mia protesi alla gamba mi permette di muovermi e fare esercizio come se non fosse cambiato nulla. Sono il proprietario di una piccola pasticceria nel centro di Cambridge e ho un gruppo di amici leali sui quali posso sempre contare.

Eppure…

Eppure, manca qualcosa. Una parte di me brama l’intimità, la profonda connessione con un altro essere umano. Ma un’altra parte, più grande, è terrorizzata dall’idea di aprirmi con qualcuno. Il mio conflitto interiore non aveva speranze di vincere quando ho incontrato Jay. Lui ha abbattuto le mie difese come un uragano, mi ha circondato con forza gentile, finché non ho avuto altra scelta che arrendermi. Arrendersi non è mai stato così piacevole. Ma Jay vorrà ancora rimanere, quando vedrà il vero me? Quando vedrà gli incubi e le insicurezze che mi straziano l’anima?
Il mio nome è Amir Gopal e questa è la mia storia.






Dolcezza: tanta!
Romanticismo: molto!
Scene hot: quanto basta!
Dolore: tanto...
Ecco gli ingredienti perfetti per questo libro. Anzi no, aspettate: stavo dimenticando i biscotti e i rotoli alla cannella. Oddio, mi sembrava quasi di sentirne il profumo durante la lettura!
Per un'amante delle ricette come me, che adora fare dolci e biscotti per ammazzare il tempo e rilassarsi, non poteva esserci lettura più appropriata di questa.
Amir, il protagonista, è un giovane ex militare inglese soprannominato Cookie dai suoi ex commilitoni. Il motivo? Durante tempi morti delle missioni faceva biscotti per i suoi compagni, seguendo le ricette imparate da bambino. Il suo amore per la cucina è nato allora e, al momento del ritiro dall'esercito, causato dalla perdita di una gamba durante una missione, ha deciso di investire tutto quello che aveva in una piccola pasticceria a Cambridge.
Amir soffre ancora di incubi e della sindrome da disturbo post traumatico; anche se sono passati due anni dal suo ritorno, quando sente dei rumori improvvisi o vede il fuoco può cadere in crisi profonde. Non è l'unico che è tornato dall'Afganistan in queste condizioni, così tutte le sere, dopo aver chiuso il negozio, impacchetta i biscotti invenduti e si reca in un centro che assiste i veterani. Questi ex soldati sono l'unica famiglia che gli è rimasta e che l'ha accettato senza fare una piega quando ha fatto coming out con loro:

“Quelle persone erano state tutte in guerra, avevano visto cose orribili e potevano uccidere un uomo a mani nude; eppure la gioia infantile nel loro sguardo quando urlavano il mio soprannome, Cookie, dall’altro lato della stanza, e si mettevano a litigare per l’ultima girella alla cannella, mi riempiva il cuore di così tanto affetto da far male.”

Amir è solo da parecchio tempo ormai e non crede di avere più nulla da offrire a un ipotetico amante. Essere rimasto senza una gamba ha minato la sua sicurezza; avere il corpo ricoperto di cicatrici da ustione l'ha praticamente devastato. Forse, però, l'incontro casuale avvenuto nel suo negozio con un dolcissimo e bellissimo ragazzo, sembra aver smosso qualcosa in lui:

“Non ero più stato nel letto di nessuno da quando avevo rotto con Shane. Avevo bisogno di tempo per abituarmi all’idea che quell’uomo, quell’uomo perfetto e splendido, avrebbe visto me e tutte le mie cicatrici. Avevo fiducia in Jay, in qualche modo sapevo che non sarebbe rimasto disgustato dalla vista del mio corpo nudo. Ma io non ero pronto.”

Con la sua dolcezza e fragilità, ebbene sì perché anche il bellissimo Jay ha avuto i suoi problemi con gli uomini che hanno ferito il suo cuore, Jay riesce a fare breccia nel cuore di Amir. In Amir nasce un profondo istinto di protezione verso Jay; il soldato che ha difeso la patria è tornato, molto più forte di prima:

“Nel mio petto, il mio cuore mancò un battito, si gonfiò ed esplose, facendomi sentire a disagio nella mia stessa pelle. In quel momento, capii che mi ero innamorato di Jay, in fretta e profondamente, e non potevo più tornare indietro. Mentre lo guardavo suonare, rivolsi una preghiera silenziosa all’universo, sperando che avrebbe preso il mio cuore al volo, quando gli sarebbe caduto tra le mani. L’emozione negli occhi azzurri e spalancati di Jay mi disse che stava pregando per la stessa cosa...L’istinto di protezione che sentivo nei suoi confronti si fece più forte e promisi a me stesso che non gli avrei mai fatto del male. Volevo che rimanesse così com’era: innocente, fragile e incredibilmente buono. Volevo che il suo mondo fosse sempre il più sicuro e bello possibile, volevo fare in modo che l’oscurità non vi entrasse.”

Un libro che spazia dalla dolcezza al dolore in un battito di ciglia, in cui Jay è il balsamo che serviva ad Amir per guarire definitivamente. Amir sarà tornato anche con un pezzo di meno dalla guerra, ma ha saputo rialzarsi, ricostruirsi una vita, e forse senza quell'esplosione non avrebbe mai incontrato Jay:

“Quando mi accarezzò la pelle della schiena, tracciando con delicatezza le mie cicatrici, sentii una fitta al cuore e un dolore nell’anima.”

Dal punto di vista della narrazione è sempre Amir che ci racconta la vicenda, cosa che mi ha permesso di sentire sulla mia stessa pelle la ruvidezza delle sue cicatrici...
Davvero complimenti all'autrice per aver scritto una storia sì semplice, ma toccante fin nel profondo. Non nascondo che questo libro è il più bello di quelli della Kostova giunti finora da noi.





Recensione: "IL PRINCIPE DEGLI SCIACALLI" di Rebecca Moro.




Genere: Fantasy
Editore: Fanucci
Pagine: 352
Prezzo:  4,99 (E-book); 15,30 (cartaceo)
Uscita: 4 ottobre 2018











Sinossi:
In una manciata di giorni e in una lunga notte di sangue, la Schiera degli Sciacalli è riuscita a invadere il più forte tra i Quadranti dell’Impero umano, travolgendo la famiglia del Mastro e il suo stendardo. Nessuno degli storici alleati è accorso in loro aiuto e i Ti-jak, una razza di bestie semiumane dai corpi massicci e ricoperti di squame, hanno falciato qualsiasi resistenza. Gli unici sopravvissuti dei Daven-Furus, il principe Raven e le principesse Sarissa e Ioni, non possono che sottomettersi alla triade a capo degli invasori: Raven diventerà lo schiavo del Jekret, la guida militare, mentre le sorelle saranno date in sposa per rafforzare il seme di quella genia ripugnante ma invincibile. Ciascuno di loro sarà chiamato alla scelta più difficile: mutare a caro prezzo la propria natura, assumendo un ruolo non previsto in un destino avverso e ostile, fino a quando ciò che sembra un abisso senza fine, potrà trasformarsi in un’occasione di rinascita. Dalla fortezza tra le rocce di Rovelia sino alle cime proibite di Lacan, dalla polvere dei deserti alle torri di Mnar, il tempo del Quadrante di nordest scorre inesorabile verso la rovina, ma non è detto che gli invasori siano gli unici nemici. E talvolta persino un’alleanza con le bestie può rappresentare l’ultima speranza di salvezza. Il primo avvincente capitolo della Saga dei Quadranti. Sul campo di battaglia, dove oltre alle armi contano anche i sentimenti, il cruento confronto tra l’uomo e la bestia. Un fantasy che penetra l’abisso più profondo della natura umana per scatenare i suoi demoni, nella tradizione delle grandi saghe epiche e indimenticabili.


Lo scenario è un fantasy crudo che mostra la spietatezza della guerra, la lotta per il potere tra le fazioni e lo spirito di sopravvivenza, l’indole semi-selvaggia della razza degli Sciacalli. L’ambientazione è tipica del fantasy classico: simil-Medioevale, presenta un territorio vasto diviso tra Regni retti da un unico stendardo. Ma quali intenzioni cela il governo centrale? Infatti la conquista degli Sciacalli si rivela parte di un piano crudele… Questo proposito si scopre a poco a poco durante la lettura, come un puzzle da (ri)comporre, in un crescendo di disgusto verso l’autorità umana, che infine si rivela la vera minaccia.
A farne le spese è la stirpe dei Daven-Furus. I tre Principi sono costretti a sottomettersi per salvare il proprio Reame e la Casata, sconfitti dagli implacabili Sciacalli. L’atto di sottomissione si trasforma in un’occasione di riscatto per i giovani, perché avvia un vero e proprio percorso di formazione. Da un lato sono costretti a maturare dalle circostanze funeste, in quanto si trovano ad affrontare orfani le responsabilità in un ambiente sfigurato, occupato da invasori brutali. Dall’altro la convivenza forzata con gli Sciacalli e la consapevolezza drammatica dei complotti, li sprona a crescere. I fratelli condividono un affetto sincero, che li esorta a sostenersi e ad andare avanti.
Ho adorato Raven, l’erede del Casato, perché mostra lealtà, affidabilità e sensibilità. Si rivela un Principe dai forti valori, eppure all’inizio non è pronto per essere una guida. La sottomissione non ha solo esiti drammatici, perché è sotto la tutela di Rar-ti-Jekret, guida militare degli Sciacalli, che Raven affronta le sue insicurezze e diventa uomo. Anche Sarissa, la bellissima sorella, affronta una maturazione sofferta, perché è viziata e non accetta i cambiamenti, quindi si mostra irritante e lagnosa. La sua sorte non è meno amara di Raven, ma anche lei subisce l’influsso positivo del rapporto con gli Sciacalli e prende coscienza in modo doloroso degli intrighi umani. Questi fattori la incitano ad emergere come Principessa. Infine c’è Ioni, che mi è piaciuta per l’indole pratica, determinata e sagace, nonostante la giovanissima età. Accoglie la nuova situazione con spirito critico, si attiva per capire gli Sciacalli e per instaurare con loro una convivenza solida, sfrutta senza timore il prezzo nell’atto di sottomissione per aiutare il suo popolo e la famiglia.
Oltre ai Principi, emerge la razza degli Sciacalli, che mi ha affascinata. Non è stato amore a prima vista, come per i fratelli Daven-Furus, perché sembrano barbari. In effetti l’istinto ferino, oltre al senso gerarchico e all’orgoglio, sono tratti tipici della loro natura semi-animale. Sono infatti “rettili umanoidi”. Ma condividono con l’Uomo la razionalità, l’arguzia, il rispetto delle tradizioni e del proprio senso dell’onore. Il loro ritratto è complesso, proprio perché si pone tra l’istinto predatorio e la razionalità umana, eppure l’autrice ha saputo presentarlo e gestirlo in modo perfetto. Sfruttando persino un linguaggio inventato, in linea con la loro essenza animale. Il quadro generale su questa specie che infine affiora, si rivela addirittura migliore rispetto alla razza umana. Perché se per l’Uomo i valori etici possono svuotarsi di significato pur di raggiungere gli obiettivi, per gli Sciacalli, nella loro genuinità “selvaggia”, l’onore, il rispetto, la fierezza, l’autorità e la cultura di riferimento, restano fondamentali.
Preparatevi quindi a intrighi inquietanti e a battaglie feroci, ma anche a conflitti interiori, con illusioni che si dissolvono verso la presa di coscienza, e agli scontri di volontà tra i Principi e gli Sciacalli. Tra i sentimenti, segnalo l’intesa tra Raven e Rar-ti-Jekret che mi ha colpito…
Nonostante la mole del romanzo, ho divorato le pagine e mi sono appassionata alla storia, complice anche lo stile sobrio che analizza il punto di vista dei personaggi principali, che mantiene l’impatto visivo e il ritmo serrato.
Il Principe degli Sciacalli mi ha conquistata perché ho ammirato il contesto cupo e a tratti crudo, credibile nell’ottica della guerra e di una razza semi-animale, l’analisi psicologica, la trama avvincente, gli Sciacalli e la loro cultura in contrapposizione ai desideri abietti dell’Uomo. Mi complimento con l’autrice, italiana, che ha saputo confezionare un fantasy inedito, convincente e suggestivo.