giovedì 27 giugno 2013

Recensione in ANTEPRIMA di LA SPADA DI ALLAH di Francesca Rossi

Dall'antologia "Sine Tempore", curata da Alexia Bianchini, un racconto emozionate, adrenalinico e dal sapore d'oriente.




Genere: Ucronia
Editore: La mela avvelenata
Uscita: 5 luglio 2013











Sinossi: Cosa sarebbe accaduto se l’Impero Ottomano avesse conquistato Vienna, in quel fatidico 11 settembre 1683, quale sarebbe stato il destino del mondo?




L'autrice
Francesca Rossi è nata a Roma l’8/4/84. Dopo la laurea in Lingue e Civiltà Orientali (curriculum di lingua e letteratura araba) a La Sapienza di Roma, si è trasferita ad Alessandria d’Egitto, per approfondire lo studio della lingua araba e della cultura arabo-islamica. Attualmente sta per specializzarsi nel corso di Lingue e Civiltà Orientali (laurea magistrale) a La Sapienza. Collabora con alcune riviste online. Ha creato e gestisce il blog dedicato al mondo arabo.islamico “La Mano di Fatima” www.lamanodifatima.blogspot.it, il sito dedicato all’eroina francese Angelica la Marchesa degli Angeli http://digilander.iol.it/songlian ed il blog dedicato alle donne che hanno fatto la Storia “Divine Ribelli” www.divineribelli.blogspot.it  




RECENSIONE A CURA DI ANGELA D'ANGELO: 

Sono diversi i parametri che si utilizzano per giudicare un libro, aumentano quando si tratta di un racconto.
Si giudica la pertinenza al genere, la capacità di sintesi, il registro linguistico e il ritmo della storia. La correttezza formale si scontra con il gusto personale, l’originalità fa a cazzotti con la voglia di riconoscersi nei protagonisti.
È difficile trovare un prodotto che risponda pienamente a tutti i criteri di giudizio e che abbia la marcia in più di coinvolgere anche le emozioni del lettore.
Francesca Rossi è riuscita nell’impresa. La spada di Allah, racconto ucronico appartenente all’antologia “Sine Tempore” curata da Alexia Bianchini, è un prodotto convincente, corretto e squisitamente esotico.
L’autrice ci mostra cosa sarebbe accaduto se l'Impero Ottomano avesse conquistato Vienna nel 1683, e cambia la storia grazie un personaggio particolare e affascinante: il jinn Ibrahim.
Un uomo con poteri unici e terribili, che ha tra le mani le sorti dell’intero mondo.
Il suo potere, infatti,  guidato dai sogni di conquista del sultano Sharif, permette al mondo islamico di imporsi in occidente e assoggettare l’Europa e le Americhe.
La trama storica si intreccia alle vicende romantiche della principessa Noor e del suo amante Abdallah , che Ibrahim cerca di dividere in ogni modo, anche utilizzando le sue arti magiche.
Ma l’amore, si sa, è troppo potente per essere distrutto da trame meschine e crudeli.
Il racconto ha un gran ritmo, un buon lessico e mostra la grande cultura di un’autrice che non lascia nulla al caso e ha la capacità di fondere in modo sublime diversi elementi e generi. La narrazione procede in un continuo fondersi e rimescolarsi di elementi paranormal, storici, romantici e umoristici, che non appaiono mai discordanti.
L’atmosfera appare curata e verosimile, i personaggi sono caratterizzati in modo superbo, le vicende che li coinvolgono sono costruite con maestria e gran competenza.
Francesca Rossi sa come conquistare il lettore, sa come ammaliarlo, trascinandolo in un mondo esotico fatto di abiti conturbanti e colorati, di palazzi austeri e senza tempo, in un palcoscenico da Mille e una notte.
Guerra e dominio si uniscono alla fiaba, le azioni adrenaliniche si alternano in modo sapiente ai sogni e alle speranze, storia e romanticismo diventano complementari e inscindibili.
L’autrice riesce nella difficile missione di rendere credibile la sua storia e, nonostante la grande quantità di spunti e idee,  non perde mai di vista il genere principale.
Francesca Rossi confeziona un  racconto notevole, una perfetta ucronia che ha nel rigo finale il picco più bello di una storia che viaggia dall’inizio alla fine ad alta quota.



 

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