martedì 16 luglio 2013

Recensione MY LITTLE LADY di Serena Barbacetto



Un racconto affascinante e raffinato. Un'autrice unica e originale che non smetterà mai di stupirci. Dall'antologia "Sine Tempere", una nuova e sorprendente ucronia.







Genere: Ucronia
Editore: La mela avvelenata
Uscita: 16 luglio 2013





Sinossi: Detroit, 1936: una tecnologia abbandonata e il grande sogno di un uomo avrebbero potuto disinnescare lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale?



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L'autrice: Nata nel 1983, Serena M. Barbacetto ha lavorato in molti paesi come ricercatrice e cooperante internazionale. Appassionatasi alla scrittura già in tenera età, ha vinto numerosi premi nazionali e internazionali con i propri testi letterari e accademici. È autrice di una saga di fantascienza al momento inedita (Wormhole; Wormhole II: Cronache del Nuovo Impero; Nostalgia del futuro), di due saggi di economia internazionale (La scienza delle anomalie, Edicom 2011; Le imprese sociali in Europa, Sartimagi 2012), della silloge poetica Controluce e di alcuni racconti e poesie inseriti nelle antologie Into the Galaxy vol.2 (2011), 256k (2011), Symposium (2012), Creatori di Universi (2012), D-Doomsday (2012), Bagliori Cosmici (2012) e 50 sfumature di sci-fi.





RECENSIONE A CURA DI ANGELA D'ANGELO:
"My little lady" è un racconto sorprendente, curato e raffinato. Dalla storia alla costruzione del testo tutto indica la bravura di Serena Barbacetto, un'autrice che stupisce sempre per le soluzioni stilistiche impiegate e per la cura al dettaglio.
Il racconto, dal sapore squisitamente fantascientifico, analizza il rapporto tra l'uomo e la macchina, inserendolo in un contesto culturale ed economico dominato dall'interesse.
L'autrice si lancia in una analisi alternativa del nostro percorso storico a partire dalle innovazioni tecnologiche del primo novecento.
Utilizzando il mezzo del diario, ci viene mostrato un continuo confronto tra presente e passato, in una costruzione indiziaria in cui nulla è lasciato al caso, ma scrupolosamente definito in vista del meraviglioso e amaro finale.
Con un gusto crepuscolare e delicato, la Barbacetto riesce a coniugare la curiosità e il ritmo alla riflessione.
L'idea di ripercorrere e alterare la scoperta dell'energia pulita al favore della macchina ha senza dubbio il suo fascino.
Un'idea attuale ma anche antica, chimera per gli idealisti e incubo per gli industriali.
In modo acuto e privo di insulso moralismo, la scrittrice riesce a dipingere un quadro interessante di reale e possibile, giusto e sbagliato.
La tematica fantascientifica e l'ambientazione futuristica sono verosimili, l'ucronia è un vicino alternativo, un parallelo tangibile.
La capacità della scrittrice di giocare con la storia e dosare la tensione è degna di nota, ma soprattutto merita sinceri complimenti.
L'innata eleganza della prosa si sposa in modo perfetto con il gusto raffinato di una autrice originale e colta.
Serena Barbacetto sfrutta le tematiche più affascinanti dell' Epoca d'oro della fantascienza, gli anni quaranta di Asimov e Bradbury, riuscendo nel difficile compito di coniugare la meraviglia e i sogni alla delusione dovuta all'arretratezza culturale e alla meschinità dell'uomo.
Il contesto storico è usato in modo mirabile: nomi conosciuti, figure che hanno cambiato il volto dell'America e del mondo, percorrono le pagine del diario di Alfred O. Dunk, costruttore delle prime macchine elettriche.
Un futuro silenzioso e pulito era ciò che auspicava l'uomo, un imprenditore che non aveva paura di ciò che è semplice e logico.
L'immaginazione dell'autrice si spinge fino a considerare le possibili conseguenze di quelle prime scoperte, al descrivere il cambiamento di un mondo più affollato e aperto alla convivenza con la macchina.
La piccola lady è il punto di svolta per il futuro, il suo successo fornisce l'occasione per raccontare l'alternativa avventura dell'uomo.
Un racconto davvero ben scritto e pensato, che scaturisce dalla penna di un'autrice consapevole e fantasiosa che sono sicura ci riserverà molte sorprese.

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