sabato 11 ottobre 2014

Recensione:"WOOL"di Hugh Howey.






Traduttore: G. Lupieri
Genere: Fantascienza
Editore: Fabbri
Pagine: 552
Prezzo: 12.67 €/ Formato ebook: 5.99 €
Uscita:  16 Ottobre 2013







Sinossi:

Cosa faresti se il mondo fuori fosse letale e l'aria che respiri potesse uccidere? Se vivessi in un luogo dove ogni nascita richiede una morte e le tue scelte possono salvare vite o distruggerle? Questo è il mondo di Wool. In un futuro apocalittico, in un paesaggio devastato e tossico, una comunità sopravvive rinchiusa in un gigantesco silo sotterraneo. Lì, uomini e donne vivono prigionieri in una società piena di regole che dovrebbero servire a proteggerli. Il rispetto delle leggi è affidato allo sceriffo Holston, un uomo lucido e malinconico che vive nel ricordo della moglie scomparsa. Dopo anni di servizio integerrimo, un giorno, a sorpresa, rompe inaspettatamente il più grande di tutti i tabù e chiede di uscire, di andare fuori, incontro alla morte. La sua fatidica decisione scatena una serie di terribili eventi. A sostituirlo è nominato un candidato improbabile, un tecnico specializzato del reparto macchine: Juliette. Ora che il silo è affidato a lei, imparerà presto a sue spese quanto il suo mondo è malato. Juliette è abituata ad aggiustare le cose e vuole vederci chiaro: com'è nato il silo? E chi ha interesse a mantenervi l'ordine, tanto da arrivare a uccidere? Forse il silo è in procinto di affrontare ciò che la storia ha lasciato solo intendere e che i suoi abitanti non hanno mai avuto il coraggio di sussurrare. Rivolta.

La trilogia "Silo" è così composta:
1 - WOOL
2 - Shift
3 - Dust




Recensione a cura di Valentina Gregori:
Attenzione: “Wool” non è adatto a chi soffre di claustrofobia. Il primo episodio della trilogia targata Hugh Howey è dominato da toni cupi, che ricalcano l’inquietudine soprattutto a livello psicologico. L’autore descrive con efficacia l’esistenza in un ambiente delimitato e serrato come una bara, in cui l’apparente serenità cela ombre e contrasta con le coscienze di coloro che vogliono “uscire”, per approdare alla verità e alla libertà.
Infatti questa visione distopica mostra come l’Uomo sia costretto a sopravvivere nel Silo, una sorta di grattacielo sotterraneo autosufficiente, a causa della tossicità dell’atmosfera. Pertanto chi esce a pulire le lenti, che consentono la visione dell’esterno e l’unico accesso ad esso, viene inevitabilmente condannato.
Il contesto viene presentato senza fretta: il lettore lo scopre attraverso le vicende e la psicologia dei personaggi. Il senso di angoscia deriva anche dalle rivelazioni e dai colpi di scena, anch’essi in un certo senso sconvolgenti. Inoltre si avverte la suspense, determinata dalle scoperte e dalla ribellione, che inevitabilmente scoppia e che contagia gli animi, spronandoli verso la consapevolezza.
Tuttavia si percepisce la lentezza estenuante di alcune parti, che contrasta con il ritmo incalzante degli eventi in cui predominano l’azione e gli intrighi, rendendo la narrazione a tratti dispersiva. Non ho apprezzato la volontà dell’autore di dilatare i tempi, “tirandola per le lunghe”. Pertanto la lettura può risultare faticosa e a volte noiosa. Il capitolo d’apertura mi è parso il migliore: delirante, suggestivo, struggente.
Un intreccio solido e innovativo che delinea una vicenda intrigante, purtroppo sotto tono a causa dei difetti riscontrati, che spero siano superati nei prossimi capitoli.

                                                                              Voto:



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2 commenti:

  1. La storia è interessante, ma è anche lenta e a volte, come dici tu, noiosa. Peccato perché l'idea è di quelle belle forti. Cmq non continuerò la serie.

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  2. *invidia invidia invidia*
    A me piacerebbe comunque leggerlo!

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