Genere: Contemporary Romance, Second Chance
Editore: Selfpublishing
Serie: Autoconclusivo
Pagine: 307
Prezzo: € (E-book); € (Cartaceo)
Uscita: 17 Dicembre 2018
Cover Artist: Rocchia Design
«Devi
promettermi che non darai più così poco valore alla tua vita. La vita è un dono
e non dovrai mai sprecarlo, qualsiasi cosa succeda.»
Lo
fissai, emozionata. «Te lo prometto.»
Gaia e Matej si conoscono sin da bambini e
appartengono a due mondi lontani: Gaia vive a Firenze, Matej a Sarajevo.
Amarsi per loro è inevitabile.
Fino all’aprile del 1992, in cui tutto cambia.
Sono passati otto anni da quando Gaia è fuggita
dalla terribile guerra che ha devastato la Bosnia e le ha portato via l’amore.
Ha rinnegato la sua famiglia dopo averne
scoperto il vero volto di una cosca potente e spietata ma, aggrappandosi alla
promessa fatta a Matej, non ha mai mollato, pur sentendosi morta dentro.
Sola.
Ma se, invece, qualcuno non l'avesse mai persa
di vista?
Se qualcuno, nell'ombra, avesse scelto di odiare
per sopravvivere al tradimento?
La vita di Gaia sta per essere stravolta.
In un presente amaro si riaffaccia un passato
che forse non sarà così dolce come ricordava.
Mi
sono chiesta nelle ultime ore come descrivervi una nuvola, Oblak in bosniaco.
Ho
pensato di iniziare dai suoi attributi di leggerezza, impalpabilità e candore,
e mi sembrava adeguato: Gaia non solo è una ballerina leggiadra, ma ha un
animo puro, luminosissimo.
Ma
poi nella mia mente si sono affacciate altri tipi di nuvole, quelle scure e
minacciose cariche di pioggia, quelle cupe e dense piene di polveri e di
detriti provocate dalle bombe.
Vi
sembra poco pertinente? Non direi, perché il titolo del nuovo romanzo di Alice
Winchester esprime in una sola parola
una dichiarazione d’intenti: bianco e nero, leggerezza e gravità, pace e
guerra, amore e odio. Oblak contiene
tutto, e in questo libro dovrete aspettarvi di tutto.
È
bellissimo, è davvero stupendo pensare che nessuna emozione sia buttata lì senza
un’analisi del suo opposto, che nulla sia affrontato in modo superficiale: questo
la dice lunga sull’autrice e sul romanzo, getta le premesse per quella contraddittorietà
preziosa tipica della realtà, fatta di inganni e disinganni, di occasioni
irripetibili e treni mancati, di quella frenesia della vita che getta ognuno in
un calderone di emozioni annichilenti, se non si trova una faro a diradare le
ombre.
E
in questo romanzo, dalla difficile definizione di genere, le ombre sono
fittissime. Sono le ombre della morte che devasta le strade di una Sarajevo in
fiamme, le ombre che si celano dietro apparenze splendenti, intessute sui
cadaveri dell’onestà e della legalità. Sono
le ombre di un presente mortificante, avvolto intorno a un dolore forse
peggiore della morte, ma che nasce dalla morte. La morte di un sogno, di un
amore, di un futuro che non potrà più esserci e dell’uomo con cui condividere i
giorni.
Alice
ci ha già abituati a protagonisti da morali ambigue, a intrecci costruiti sulla
perdita ed evoluzioni culminanti in una rinascita, ma con Oblak sposta più avanti l’asticella, si sporca le mani con
desolazioni nuove che racchiudono la sofferenza di popoli, prima ancora che di
singoli.
Si
vive il dramma pubblico della guerra e poi, dopo otto anni, quello privato di
una battaglia intima ma non meno feroce e devastante.
Gaia
e Matej, infatti, sono due belle anime corrotte dalla crudeltà storica motivante
contrasti fratricidi, e dalla spietatezza più sottile e raffinata di uomini divorati
dal potere. E quando si viene infettati dal marcio, si perde la possibilità di
innalzarsi al di sopra delle brutture.
C’è
speranza, dunque, in questo romanzo?
Assolutamente
sì, il romanzo inconsapevolmente vibra di attesa e di fiducia. La si può
trovare nell’arte, nei ricordi, negli occhi incontaminati di piccoli uomini,
nell’amore vero, tanto forte da sopravvivere anche in mezzo ai calcinacci, ai
bombardamenti, al sangue, alle stupide ed egoistiche pretese della
mafia, temibile e spietata quanto gli eserciti che hanno assediato la Bosnia.
A
quella speranza si aggrappa Gaia, stretta nell’abbraccio del lettore,
coinvolto nel compito di riportarla lì dove è venuta a mancare. Ci si emoziona,
molto, si lotta instancabilmente affinché Alice aiuti gli eroi a raggiungere
la pace.
E
la Winchester è brava, bravissima a condurre la trama senza farsi fagocitare da
patetismi, senza cedere al gusto dell’eccesso.
La
storia e i protagonisti parlano da sé, e lei li serve con rispetto, con
delicatezza e talvolta con quella freddezza e distanza che pertengono alle azioni
e ai fatti, più permeanti quando non edulcorati.
Bel
lavoro, ottimo esordio in questa nuova avventura self, ancora più lodevole
evoluzione di una autrice che acquisisce indipendenza e conquista la sua
unicità con fierezza.
Oblak è un
romanzo da leggere, tutto, fino alla fine, perché solo allora, solo al “The End”,
quelle nuvole che nel procedere dei capitoli avevano assunto il sapore acre del
dolore, torneranno bianche e soffici, pure e incantevoli. Leggere. E voleranno,
e voi con esse.
Grazie!!!
RispondiEliminaAngela,sono commossa e onorata! Grazie per le tue parole e l'amore che traspare da queste frasi. Felice che la storia di Gaia e Matej ti abbia fatta emozionare!
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