Pagine: 248
Data di uscita: 11 giugno 2020
Prezzo cartaceo: € 13.90
Prezzo ebook: € 4.99
Traduzione: Francesca Gazzaniga
È il Principe di Park Avenue, ma lei regna sul suo cuore.
Sam Shaw è un imprenditore immobiliare astuto e calcolatore. Rimasto orfano
in giovane età, Sam ha costruito il suo impero contando solo sulle sue forze.
Affascinante e seducente, è capace di conquistare le donne con la stessa
abilità con cui riesce a concludere un affare. La sua unica regola? Non
innamorarsi.
Soprattutto, non della bellissima Grace Astor, principessa dell’alta
società di Manhattan e proprietaria di una galleria d’arte. Sam si imbatte in
lei quando va in cerca di quadri per impreziosire il suo appartamento di Park
Avenue, e nessuno dei due si aspettava l’istantanea attrazione che li travolge
al primo sguardo.
Una notte è tutto ciò che Sam e Grace condividono, ma una notte non basta.
Sam, che tiene le persone a distanza dal suo cuore consumato dal dolore della
perdita, non riesce a ignorare l’interesse per la brillante donna che sembra
farsi beffe dei lussi, privilegiando il duro lavoro e la passione per l’arte.
Tuttavia, il desiderio di zittire la bocca impertinente di Grace con baci
infuocati non basta ad abbattere le barriere erette da Sam per proteggersi
dalla sofferenza. Ma lui non si accorge che il ghiaccio intorno al suo
cuore si sta già irrimediabilmente sciogliendo.
Louise Bay vive a Londra ma ha conquistato le lettrici americane e internazionali con le sue storie d’amore dal tocco tipicamente “British”, in cui la nobiltà incontra la quotidianità moderna. Louise ama tutto ciò che è sensuale e romantico. Ma non trova abbastanza romanticismo nel mondo reale, così si nasconde nei mondi di fantasia che trova nei libri e nei film. Dell’autrice, Always Publishing ha già pubblicato Il Re di Wall Street.
“Il principe di Park Avenue” è la fiaba che non mi
aspettavo, ma che non potrò più fare a meno di leggere.
È un sogno ad occhi aperti di lotta, di
miglioramento, di conquista e di riscatto. Di vittoria nella vita, lavorativa e
personale.
Louise Bay ha intessuto una trama così iconica di
affrancamento dalle brutture, dalle cattive esperienze, che è impossibile come
lettore rimanere distanti dal testo; un testo trasversale e pieno di speranza
che non può non vincere il cuore di chiunque lo legga.
E il mio l’ha conquistato sin da subito, sin dal
primo sguardo che ha legato Grace e Sam, due personaggi-simbolo, due
personificazioni di sentimenti universali, la carità e la speranza, calati nella
più antica ed esemplare delle storie: il self made man che acquista il suo
posto nel mondo e realizza il sogno americano.
Nella semplicità di una trama romantica godibilissima,
accesa da una sensualità carnale e seducente, la Bay ha lanciato messaggi magnifici
di comprensione, di voglia di migliorarsi e di guadagnare il successo senza
adoperare scorciatoie, ma attraverso l’impegno costante, l’autocritica e il
senso di responsabilità.
Sam Shaw, l’orfano con niente in tasca se non i
sogni, infatti, raggiunge i suoi obiettivi con la genuinità di un cuore incorrotto,
con la fame mai distruttiva degli uomini buoni e meritevoli per cui nella vita
e nelle letture tifiamo con affetto, con il cuore gonfio di orgoglio e
aspettative.
Impossibile non amarlo, difficilissimo non adottarlo,
accoglierlo nella famiglia immaginaria di personaggi che sentiamo e
vogliamo vicini perché ci ricordano che chiunque può essere capace di dare una
svolta alla propria esistenza, di realizzare i propri sogni.
Sam ne ha conseguiti molti, ma ha un vuoto dentro,
un vuoto d’affetto che l’autrice ha riempito con l’altruismo di una donna
straordinaria, una protagonista che dà senza remore, che si dona di continuo
perché possiede in sé quei valori di generosità e amore verso il prossimo di
cui ognuno vorrebbe essere oggetto.
Perfetti.
Grace e Sam sono perfetti l’uno per l’altro e
perfetti per noi, le cui avventure leggiamo con un attaccamento che travalica i
limiti della pagina scritta.
D’altronde, come si può non farlo?
Sam, dolce e meraviglioso Sam, è il giovane
Gatsby, il vagheggiante Martin Eden, l’affamato Edmond Dantés, è quel
caleidoscopio di figure letterarie di emancipazione e riscatto che pur
realizzandosi sono destinati alla solitudine: nessuno, infatti, va oltre i loro
successi per scoprire che nascosto dietro la facciata brillante di una
rivincita c’è il bambino sperduto che aspetta di essere trovato.
Ed è qui che interviene la favola bella, la favola
moderna: Grace, come noi, lo vede, lo trova.
Grace è la luce che illumina la soffitta, che
scaccia il mostro sotto al letto, che incenerisce lo scheletro nell’armadio. È la
speranza di sentirsi completi.
Una completezza che deriva dall’educazione ai
sentimenti, alla bellezza. Grace, durante il romanzo, fornirà al bambino che ha
trovato nel mondo degli affari un mezzo per elevarsi dalla massa gli strumenti
per vedere oltre i propri traumi e il proprio dolore, così che possa apprezzare
la vita in ogni suo aspetto.
Pagina dopo pagina gli insegnerà un nuovo modo di
vivere che contempli l’apprezzamento di un focolare domestico caldo e accogliente,
la propensione per l’arte e la cultura, per quell’umanesimo che investe tutti
gli aspetti dell’esistenza e del pensiero e che non si fonda solo nell’affaristica
legge del business is business.
Louise Bay, mai così brava e profonda come in
questo romanzo, ne “Il principe di Park Avenue” ha realizzato la più alta aspirazione
del genere romance: descrivere un sogno reale e possibile senza mai servirsi di
esagerazioni e finti conflitti, di mezzi beceri per creare “l’effetto WOW”
molto scenografico ma povero di contenuti.
Non c’è nulla di stucchevole in questo romanzo,
nulla di inverosimile. Tutto può accadere perché persone come Sam e Grace
esistono, perché con l’impegno di Sam e la generosità di Grace, anche noi
potremmo essere le versioni migliori di noi stessi e realizzare la nostra
favola bella, la nostra unica e inimitabile realtà.
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