Titolo
- Le confessioni di Emma
Data
di uscita - 7 gennaio 2019
Autore
- Laura Pellegrini
Genere
- romance erotico
Prezzo
- 1,99 versione ebook; 12,00 euro versione cartacea
Piattaforma
di vendita – Amazon self publishing
Numero
di pagine 343
Romanzo conclusivo.
Sono presenti scene esplicite
di sesso.
Sullo
sfondo di una Positano che si affaccia su di un mare cristallino, le note
struggenti di un tango argentino si librano nell’aria. È notte. L’insegna di un
locale brilla nell’oscurità calda dell’estate, mentre il sapore del rum e della
cioccolata fondente si mescolano ai profumi di una terra rigogliosa. Un bacio
rubato di nascosto in un vicolo, un braccio stretto attorno alla vita, un abito
rosso che si allarga morbido sulle gambe. Tra le note struggenti dei violini e
della fisarmonica, passioni e desideri prendono vita in un tango dei sensi e
dell’anima che travolge e infiamma, che imbriglia e cattura, fino all’ultimo
respiro, fino all’ultimo sì.
Emma
e Yago, la storia di due sconosciuti. Di un viaggio. Di un amore impossibile.
Dall’autrice
di Darkness Within e Prima che faccia buio, Le confessioni di Emma.
«Che fai?» balbettai. Prese la
rosa ancora sul tavolo e me la mise tra i capelli.
«Ti faccio ballare» rispose.
«Io… Io non so…» Ma non ebbi il
tempo di dirgli nulla. Mi ritrovai al centro della pista, con la mano destra
nella sua, il suo braccio stretto attorno a me, il seno che si appoggiava al
suo petto. E poi il suo viso, con i lineamenti marcati e spigolosi, così vicino
e la bocca… Dio, la bocca.
Sfiorò la mia guancia con
quelle labbra perfette e sensuali e poi rimase lì, appoggiato a me mentre
muoveva i primi passi.
«Ti porto io» disse. «Lasciati
andare.»
La
scrittura di Laura Pellegrini è sempre affascinante. Forse, più di ogni altra
autrice italiana, ha la capacità di evocare, anziché raccontare.
Evoca
immagini, sapori, odori e sentimenti in modo delicato, con un gusto antico e
ricco, quasi d’altri tempi. E “Le confessioni di Emma” rappresentano una base
perfetta per esplorare quelle capacità di rimando, di indagine soffusa ma non
meno pregnante dei sentimenti che è propria dei suoi lavori.
Un
romanzo sicuramente diverso dai suoi precedenti, più maturo, meno legato alle
necessità viscerali della storia, meno concentrato sulle svolte di trama: Emma
è la protagonista, ed è di Emma che si parla, del mondo e delle relazioni
filtrate dal suo occhio e dalla sua sensibilità.
Chi
è Emma? Una donna sola, certamente, ma la Pellegrini ne dà un’immagine visiva
molto efficace che mi ha ricordato un quadro che amo molto, forse perché la
protagonista è una storica dell’arte e nei dipinti ci si ritrova prima ancora
di subirne la bellezza. Per questo la si incontra per la prima volta in una
vasca, rifugio in cui trascorre ore, proprio come il Marat assassinato di Jacques-Louis
David, con il quale condivide la necessità di medicamento in quello spazio
angusto, ma anche, forse, il destino di morte.
Una
morte diversa da quella violenta subita dall’appassionato giacobino francese,
ma più sottile: una perdita dell’anima.
Emma
è impalpabile, almeno all’inizio, delicata come i suoi tratti ma invisibile più
di tutti a se stessa. Un sorte abbastanza comune, quella di insoddisfazione e
crescente senso di inutilità, esasperata in lei da un ruolo sociale che le
impone di essere inesistente, asservita al potere e alla reputazione di un
marito egocentrico, completamente dedito al proprio trionfo.
Oh,
badate bene, il punto di rottura arriva presto per il lettore, o forse troppo
tardi per la protagonista, ma questo non toglie alla svolta il vigore di una
rinascita che scaturisce da Emma, ma si concretizza nelle acque corroboranti di
una Positano da cartolina, nel sapore delicato di limone e rum di una Delizia,
negli occhi neri di un uomo che al primo sguardo riconosce in lei una mujer Hermosa: una donna bellissima, ma
non ancora sbocciata nonostante l’età.
Non
indugio sulla trama, che nella seconda parte donerà anche il brivido della
suspense, e quello meno piacevole dell’orrore, prima dello scioglimento dell’intreccio.
Posso, però, dirvi cosa vi resterà di questo romanzo: il piacere di un
romanticismo quasi ottocentesco, ormai sempre più sacrificato a sentimenti più pagani
e volgari nei romanzi attuali; l’eccitazione di un erotismo sottile e sensuale,
che alla meccanica dei corpi aggiunge l’incastro delle anime;, la stima per un’analisi
minuta di stati d’animo comuni, che posseggono l’apparente banalità delle
nostre stesse vite, ma anche la squisitezza dell’unicità di cui ognuno di noi è
manifesto.
Laura
Pellegrini ha messo su carta un irresistibile film francese, introspettivo e soave,
aggiungendoci un proibito e viscerale e amorevole tocco latino, il sigillo del “per
sempre”.
Un
romanzo che si legge con piacere, grazie a una scrittura corretta, trascinante,
tonda, quella che rende Laura una delle migliori scrittrici del panorama
romance italiano, e che qui giunge a una maturità ancor più consapevole.
Una
vicenda umana in cui immergersi con sensibilità, con la voglia di un riscatto
che è vita, una vita libera e intensa, fuori dal confortante ma anestetizzante raccoglimento
di una vasca.
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