Genere: Fantasy
Editore: Self Publishing
Pagine: 237
Prezzo: 2,99 (E-book) - 12,90 (cartaceo)
Uscita: 11 dicembre 2017
Sinossi:
Sono in molti a credere che lei sia quella giusta,
l’Erede della Luce, colei che, in un universo dominato dalla scienza e dalla
tecnologia del Presidente Molov, risveglierà la parte più profonda degli
individui. Ne è convinta la sua compagna Miril, hanno fede in lei la mutante
Ipsia e il Maestro Elor e soprattutto gli abitanti delle Terre Libere di Vaior,
l’ultimo baluardo di vera libertà. Ma a non credere in sé stessa è proprio Lil,
distrutta dai sensi di colpa per la scomparsa del suo mondo e incapace di fare
i conti con un destino che le ha già portato via quasi tutto.
Eppure per Lil non c’è più tempo. Nelle Terre
Libere nulla è come appare. Valika, sua futura guida spirituale, è la prima ad
aver rinnegato gli ideali più puri e il fanatismo delle vestali del Santuario,
unito alla brama senza fine di beni materiali, minaccia lo scoppio di una
guerra fratricida.
L’unica soluzione è raggiungere la Sorgente di cui
parla un’antica Profezia. Ma a sbarrar la strada a Lil è il peggiore dei
pericoli nei quali possa imbattersi un essere vivente, la negazione stessa
della vita. E proprio coloro di cui ha più bisogno saranno i primi a tradirla.
Del terzo volume della saga I rami del tempo ciò che mi ha colpito è l’originalità:
dall’ambientazione fantasy (o presunta tale) del primo romanzo… alla
fantascienza! Un salto che potrebbe disorientare, ma l’autore ha saputo gestirlo
con naturalezza attraverso una trama non scontata dai risvolti inaspettati, che
delineano uno scenario particolare e complesso.
La storia riprende dalla conclusione del libro precedente:
il contesto è ormai solo fantascientifico; i personaggi sono aumentati; la vicenda
è sempre più articolata e corale. La storia rivela un poco alla volta verità sorprendenti,
che si riscontrano ne “Il segreto della sorgente”, che fa da sfondo agli eventi,
e nei propositi dello scaltro e temibile Molov, Presidente della federazione
galattica.
I progetti di Molov si abbattono sul pianeta
Nespor, che cela difficoltà interne e antiche verità “spirituali”… Avventura,
sentimenti e passioni, complotti e rivelazioni, rendono la lettura
coinvolgente. Dopo l’inizio lento, per presentare il pianeta Nespor e la
situazione introduttiva, il ritmo procede in modo serrato. La sorte avversa non
risparmia nessuno, neppure i personaggi che il lettore conosce bene e con cui
aveva ormai simpatizzato. Forse proprio per il ritmo convulso, alcune dinamiche,
soprattutto nel finale, non sono molto chiare e mi hanno lasciata perplessa. Chissà
se qualcosa troverà una risposta soddisfacente nei seguiti, qualora ci fossero…
I personaggi affrontano la conferma della loro
evoluzione caratteriale che ha attraversato tutti i romanzi.
Mi riferisco in particolare a Lil. La sua
maturazione nel corso dei romanzi mi è sembrata troppo rapida, rispetto al
primo libro, in cui Lil era una giovane insicura, ingenua e all’oscuro della
propria Forza interiore. Questo ultimo capitolo consacra Lil come donna e come
portatrice di Luce.
La fine che sceglie Milia non me l’aspettavo, ma
l’ho apprezzata perché ricalca i timori e le speranze della ragazza che,
ricordo, era stata prelevata dalla sua vita con la forza perché potesse
soddisfare le voglie del re. Non mi ha però soddisfatto in pieno lo sviluppo
del suo personaggio, che considero altalenante, in quanto più volte passa
dall’isteria al pentimento e al desiderio di seguire Lil, con eccessiva facilità.
In questa carrellata, non posso non citare il
cattivo, Molov, che ho trovato ben delineato nei suoi propositi, nella
scaltrezza e nei desideri, anche sensuali. Mi aspettavo fosse più spietato nel
finale, ma comprendo il fatto che abbia -finalmente?- inteso le conseguenze
delle sue azioni. Il personaggio del mago Obolil mi ha sorpreso: non pensavo
che fosse così malvagio! La sacerdotessa Miril, Bascos, la mutante Ipsia e l’ex
regina Aleia hanno corrisposto alle mie aspettative. Anche le new entry mi sono
piaciute. Le incertezze, i desideri e i propositi di Valika sono bene
eviscerati. Ho apprezzato molto il personaggio di Saytak, forse il più
complesso, in quanto diviso tra la coscienza e il desiderio di ribellione, e
gli effetti devastanti della droga, sfruttata per sottomettere la mente e
ridurre in schiavitù.
Lo stile è lo stesso a cui ha abituato la serie e
si basa sul colloquiale, in quanto la storia è narrata direttamente dai
personaggi e al presente. Il lettore si sente quindi coinvolto.
Il
segreto della sorgente è il
degno seguito -o finale?- della saga di riferimento, con pregi e difetti già
riscontrati nei capitoli precedenti. Nonostante alcune incertezze, la storia
scorre rapida, appassiona e colpisce per l’originalità.
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