Genere: Narrativa
LGBT
Editore: Triskell Edizioni
Pagine: 119
Prezzo: € 3,99 (E-book)
Uscita: 26 Giugno 2018
Traduttore: Chiara Messina
Sinossi:
Bianco, uomo,
eterosessuale: semplici etichette, che però, spesso, garantiscono diritti
preclusi ad altri.
La storia della nostra
società è – ed è sempre stata – costellata di lotte per il riconoscimento e
l’affermazione di quei diritti. Lotte necessarie per ricordare al mondo che, a
dispetto delle differenze e delle etichette, dinanzi alla legge meritiamo tutti
di essere uguali.
Il 4 novembre 2008, in
seguito a un referendum conosciuto col nome di Proposition 8, lo Stato della
California abolì il diritto al matrimonio tra persone dello stesso sesso,
introdotto dalla Corte Suprema degli Stati Uniti a maggio di quello stesso
anno. Con lo stesso provvedimento tutti i matrimoni fino ad allora contratti
furono dichiarati nulli.
Nel 2009, gruppi di
attivisti e singoli cittadini si unirono alla lotta di due coppie gay e dei
loro avvocati nel chiamare in giudizio lo Stato della California presso la
Corte Federale nel tentativo di far dichiarare l’iniziativa incostituzionale.
8 è il racconto di quel
processo, narrato direttamente dalle voci dei suoi protagonisti. È la
celebrazione di un momento cruciale nella storia dei diritti civili ma,
soprattutto, è un monito per tutti coloro che continuano a lottare per vedere
riconosciuti quei diritti.
Leggere 8
è stato, per me, davvero importante, un colpo al cuore, un viaggio iniziato con
tristezza e rabbia per arrivare, in fine, a gioia e orgoglio immensi.
La prima volta che ho letto un libro in cui un
uomo provava attrazione per un altro uomo è stato otto anni fa. Fu la prima
volta che ebbi un impatto diretto con
un orientamento sessuale diverso dal mio, visto che, a mio parere, leggere è
molto più intenso che guardare. Anche
allora mi sono mai fatta problemi riguardo al tema dell’omosessualità o
qualsiasi cosa riguardasse la comunità LGBTQ+.
Mentre leggevo quelle pagine, o guardavo serie tv
con personaggi gay, lesbiche o transessuali, non mi chiedevo come era possibile
che una persona fosse attratta da qualcuno del suo stesso sesso e tantomeno
credevo fosse sbagliato.
Qualche anno dopo, lessi un articolo su
un’aggressione a sfondo omofobo e presi consapevolezza di quanto chiunque non
sia etero, e di conseguenza secondo alcuni normale,
viva una vita discriminata, con il timore di essere aggredito, umiliato, di subire
prese in giro, di sapere che altri li ritengano un errore, qualcosa di
sbagliato, sporco. Un abominio.
Così ho iniziato a documentarmi a riguardo e da
allora cerco nel mio piccolo di aiutare la comunità LGBTQ+ a ottenere quei
diritti civili che le sono negati a causa dell’odio, dell’ignoranza e del
bigottismo.
Com’è scritto nella prefazione di 8 a cura di Matteo B. Bianchi, in
Italia, gay e lesbiche hanno dovuto combattere tanto e troppo a lungo per
ottenere le unioni civili. Attenzione: non il matrimonio, ma le unioni civili.
Già questo, di per sé, è sinonimo di discriminazione, ma, almeno, è un primo
passo avanti. L’Italia è stata l’ultima nazione dell’Unione Europea a
riconoscerne il diritto alle coppie gay. Nonostante ciò, sembra che l’odio
verso “questi gay” sia ancora più manifestato proprio perché “hanno ottenuto”
qualcosa. Qualcosa che non meritano, perché “non sono normali”. Per questo
dobbiamo ancora combattere affinché tutti cittadini, a prescindere
dall’orientamento sessuale e dall’identità, abbiano gli stessi diritti.
8 parla proprio di questo:
della coraggiosa lotta portata avanti per permettere a quelle persone a cui era
negato di sposarsi e quindi di essere accettati nella società, come famiglie e
come essere umani.
Perché sposarsi, dicono in molti, se possono già
stare insieme? Si può fare la stessa domanda a una qualsiasi coppia etero, e la
risposta sarebbe la stessa.
“Marito è un termine definitivo. È qualcosa che tutti possono comprendere. Non ci sono sottigliezze. È assoluto, e si accompagna alla consapevolezza che la tua relazione non è provvisoria, non è nuovo, non svanirà col tempo… E ci concede l’accesso a un linguaggio universale, che non graverà sui nostri figli in futuro. Non si troveranno a dire: ‹‹i miei papà sono una coppia di fatto.››” dice Paul, marito di Jeff. Paul e Jeff, insieme a Sandy e Kris, hanno coraggiosamente testimoniato durante il processo contro lo Stato della California per eliminare la Proposition 8.
La Proposition
8, da cui deriva il titolo dell’opera, è un emendamento approvato grazie a
un referendum tenutosi nel 2008 in California per eliminare il diritto al
matrimonio delle coppie gay e annullare i matrimoni tra persone dello stesso
sesso. In seguito a questa decisione, alcuni membri dei movimenti per i diritti
LGBTQ, semplici cittadini, avvocati e attivisti (tra cui lo stesso autore di 8) hanno mosso causa allo Stato della
California e far dichiarare incostituzionale la Proposition 8. E hanno vinto.
8 nasce come spettacolo
teatrale ad opera di Dustin Lance Black. Questo perché il processo fu a porte chiuse ma
Dustin, presente in aula, ha voluto diffonderlo con l’intento di raccontare nel
mondo la vittoria della comunità LGBTQ+ dopo una coraggiosa lotta. Ringrazio
immensamente la Triskell Edizioni, e Chiara Messina, per averne acquistato i
diritti. È un caso, ma non poteva esserci un momento migliore per pubblicare il
libro: non solo per la situazione politica attuale, ma anche per il mese.
Giugno è il mese del ricordo di Stonewall, del gay pride, dell’orgoglio gay, ma
non solo. L’orgoglio di tutti gli esseri umani di essere ciò che si è o che si
vuole essere, il desiderio di farsi accettare dalla società, di far capire che
le famiglie arcobaleno esistono, che le coppie gay vogliono sposarsi, che i gay
non sono niente di diverso né da disprezzare. Che tutti, a prescindere dal
sesso, dall’orientamento sessuale e dall’identità personale, devono avere gli
stessi diritti.
Il processo si basava proprio su questo:
dimostrare che i gay sono persone, non sono definiti dal proprio orientamento
sessuale, e, di conseguenza, hanno gli stessi diritti delle persone etero. Vi siete mai chiesti come si debba sentirsi una persona
che viene ritenuta un pericolo per i bambini? O come si sentano quando vengono
insultati per ciò che sono e per chi amano?
Mentre leggevo le testimonianze e le arringhe
della difesa, non sapevo se scoppiare a ridere o prendere il muro a testate per
le sciocchezze che venivano dette durante il processo. Magari 8 fosse solo un “libro”, una storia
inventata. No, purtroppo ogni parola è vera, anche quando Charles Cooper, della
difesa, si arrampica sugli specchi, ormai in difficoltà contro argomentazioni
razionali e scientifiche sia dell’accusa che del giudice Walker, parlando di
“procreazione irresponsabile” perché un matrimonio tra coppie gay non può avere
lo scopo del concepimento, che è, invece, “lo scopo naturale” di un matrimonio.
Oppure, quando il signor Blackenhorn sostiene che il matrimonio gay può
indebolire quello etero. Sto ancora cercando di capire il ragionamento dietro
questa frase. Come dice Dustin stesso, la tesi della difesa si basava solo su
“scienza spazzatura”, “stereotipi” e “palesi menzogne.”
L’amore non è una colpa. Nessuno di noi può
scegliere chi o come essere. Le letture M/M mi hanno aperto gli occhi, ma
questo libro, quest’opera, mi ha avvicinata ancora di più a tutte quelle
persone discriminate e odiate per l’orientamento sessuale, la razza o la
religione. Mi ha fatto capire ancora di più quanto il nostro paese sia
arretrato in tema di tolleranza, un termine che proprio non mi piace ma quasi
sono costretta a usare. Mi ha fatto capire che c’è ancora tanto da combattere e
spero che chi crede nell’uguaglianza non si fermi o si faccia abbattere
dall’ignoranza che ci circonda. Spero che gli attivisti italiani e delle altre
parti del mondo in cui i diritti sono ancora in realtà dei privilegi prendano 8 come esempio.
8 non è un romanzo, non è
un M/M. 8 è molto di più, è un testo
a tematica LGBTQ. 8 parla di coraggio,
accettazione, diritti, uguaglianza. Di giustizia. Parla di come il pregiudizio
e l’odio possano annebbiare la mente e di come, invece, il coraggio, la
determinazione e la volontà di combattere possano rendere il mondo migliore.
“Bianco, uomo, eterosessuale: semplici etichette che, però, spesso garantiscono diritti preclusi ad altri.”
Proprio per i temi trattati e il significato
dietro ciascuna pagina del testo, e per il fatto che sia la trasposizione di
qualcosa di realmente accaduto, consiglio questo libro a tutti, al di là del genere di lettura preferito. È una lettura
veloce ma intensa, commovente e illuminante
e spero che possa far aprire gli occhi e la mente a chi, è ancora chiuso nel
suo piccolo mondo, e spero che un giorno, magari non troppo lontano, lotte
simili e discorsi come questo non debbano più essere fatti.
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