Dall'antologia
“Sine tempore” un racconto raffinato, intelligente e ricercato.
Un autore capce e affascinante.
Genere:
Ucronia
Editore: La mela avvelenata
Uscita: 26 luglio 2013
Editore: La mela avvelenata
Uscita: 26 luglio 2013
Sinossi:
Cosa sarebbe successo se l’Impero romano avesse
sconfitto quello persiano?
L'autore:
CLAUDIO
CORDELLA è nato a Milano il 13 luglio del 1974. Si è trasferito a
Padova dove si è laureato prima in Filosofia e poi in Storia per poi
diplomarsi nel 2009 nel master in Conservazione, gestione e
valorizzazione del patrimonio industriale. Ha collaborato per alcuni
anni con il giornale freepress la Piazza e cura ancor oggi la
rubrica Oriente vs. Occidente per la rivista Living Force
Magazine. Per Edizioni Scudo ha scritto il fantasy Il gioco
del drago argento, inserito nel vol. 1 dell'antologia Mahayavan
- Racconti delle terre divise, e Scaglie d'oro, apparso
nel volume steampunk Vapore italico mentre una sua novella è
stata inclusa nell'antologia Symposium (Edizioni GDS). È
stato co-curatore con Alexia Bianchini dell'antologia D-Doomsday
(CIESSE Edizioni), dedicata a tematiche di carattere
apocalittico. I suoi romanzi brevi Ludosfera e Sarara
(Collana Imperium), pubblicati recentemente in ebook, hanno ricevuto
un'accoglienza favorevole da
parte
del pubblico.
È
il vice direttore del web magazine Fantasy Planet (La Corte
Editore) e collabora con la
rivista
online Speechless.
RECENSIONE
A CURA DI ANGELA D'ANGELO:
Equilibrio,
bellezza e ricercatezza, sono questi gli aggettivi adatti a
descrivere “Gāthā”, il racconto ucronico di Claudio Cordella.
Appartenente all’antologia Sine Tempore edita da La mela avvelenata, questa piccola perla di grande bellezza e squisita raffinatezza impressiona per il gusto delicato, la fantasia e l’approfondimento.
L’autore, nella sua descrizione della fine dell’Impero persiano, mischia in modo sublime generi e stili, in un ritmo cadenzato che sa di disperazione, malinconia e speranza.
Protagonista della sua storia è Ikima, una guerriera consacrata che ha il compito di proteggere l’ultimo discendente dello sāhansāh di Persia, il re dei re.
L’Impero romano, nella sua sete di conquista, perseguita un bimbo indifeso per scongiurare il pericolo di una futura rivolta.
Ikima, senza patria e senza nome, si dedica con devozione al compito di proteggere il bambino, nipote dell’uomo che ha dato un senso alla sua vita in seguito all’esilio dalla sua terra natia.
Una protagonista impressionante, che si confessa al lettore, che mostra la storia e trasferisce le sue emozioni, la sua determinazione e forza d’animo.
Il racconto è un gioiello di eleganza. Claudio Cordella riesce a narrare anche gli episodi più cruenti con gran maestria ed equilibrio. Ogni periodo è costruito in un connubio perfetto di buon gusto e abilità.
Lo stile del racconto è fluido, immediato e piacevole; il lessico è semplice e tuttavia ricco.
L’autore è brillante, colto e scrupoloso: non lascia nulla al caso, usa la storia per dare risalto alla fantasia, e con la fantasia crea la storia.
Una fantasia che ha poco di comune e banale. La storia di uomini e popoli è originale, unica e eccezionale, frutto di una mente arguta e vivace.
L’esemplare fusione di reale e immaginifico è così verosimile da lasciare il dubbio che le vicende di Ikima, il suo diario e le sue confessioni siano tangibili, vere e condivisibili.
L’ucronia di Cordella racchiude in poche pagine riflessioni importanti, ambientazioni esotiche e fantascienza.
La commistione di generi, di per sé difficile da realizzare in modo convincente, assume connotati da lodare perché realizzata attraverso una forma narrativa complessa: il diario.
L'utilizzo del verbo e dei pronomi è perfetto, la prima persona non pregiudica l'immediatezza visiva della scene d'azione, le riflessioni non sono mai pesanti, bensì coinvolgenti.
Impossibile trovare un difetto formale in questo racconto, ancor meno trovare incongruenze nella storia.
“Gāthā” è un microcosmo governato dall'equilibrio, dall'armonia e dalla bellezza.
Claudio Cordella ha fatto un ottimo lavoro, è riuscito ad impressionare, incantare e far desiderare di leggere altre sue storie, ancora e ancora.
Quando ci si trova davanti scritti così suggestivi e ben strutturati le parole contano poco, solo i complimenti sono d'obbligo. BRAVO!
Appartenente all’antologia Sine Tempore edita da La mela avvelenata, questa piccola perla di grande bellezza e squisita raffinatezza impressiona per il gusto delicato, la fantasia e l’approfondimento.
L’autore, nella sua descrizione della fine dell’Impero persiano, mischia in modo sublime generi e stili, in un ritmo cadenzato che sa di disperazione, malinconia e speranza.
Protagonista della sua storia è Ikima, una guerriera consacrata che ha il compito di proteggere l’ultimo discendente dello sāhansāh di Persia, il re dei re.
L’Impero romano, nella sua sete di conquista, perseguita un bimbo indifeso per scongiurare il pericolo di una futura rivolta.
Ikima, senza patria e senza nome, si dedica con devozione al compito di proteggere il bambino, nipote dell’uomo che ha dato un senso alla sua vita in seguito all’esilio dalla sua terra natia.
Una protagonista impressionante, che si confessa al lettore, che mostra la storia e trasferisce le sue emozioni, la sua determinazione e forza d’animo.
Il racconto è un gioiello di eleganza. Claudio Cordella riesce a narrare anche gli episodi più cruenti con gran maestria ed equilibrio. Ogni periodo è costruito in un connubio perfetto di buon gusto e abilità.
Lo stile del racconto è fluido, immediato e piacevole; il lessico è semplice e tuttavia ricco.
L’autore è brillante, colto e scrupoloso: non lascia nulla al caso, usa la storia per dare risalto alla fantasia, e con la fantasia crea la storia.
Una fantasia che ha poco di comune e banale. La storia di uomini e popoli è originale, unica e eccezionale, frutto di una mente arguta e vivace.
L’esemplare fusione di reale e immaginifico è così verosimile da lasciare il dubbio che le vicende di Ikima, il suo diario e le sue confessioni siano tangibili, vere e condivisibili.
L’ucronia di Cordella racchiude in poche pagine riflessioni importanti, ambientazioni esotiche e fantascienza.
La commistione di generi, di per sé difficile da realizzare in modo convincente, assume connotati da lodare perché realizzata attraverso una forma narrativa complessa: il diario.
L'utilizzo del verbo e dei pronomi è perfetto, la prima persona non pregiudica l'immediatezza visiva della scene d'azione, le riflessioni non sono mai pesanti, bensì coinvolgenti.
Impossibile trovare un difetto formale in questo racconto, ancor meno trovare incongruenze nella storia.
“Gāthā” è un microcosmo governato dall'equilibrio, dall'armonia e dalla bellezza.
Claudio Cordella ha fatto un ottimo lavoro, è riuscito ad impressionare, incantare e far desiderare di leggere altre sue storie, ancora e ancora.
Quando ci si trova davanti scritti così suggestivi e ben strutturati le parole contano poco, solo i complimenti sono d'obbligo. BRAVO!
L'autore arrossisce e sentitamente ringrazia commosso per la splendida recensione. Grazie infinite!
RispondiElimina