Recensioni: "IL DIARIO DEL MIO MATRIMONIO" di Sam Binnie.



Una commedia frizzante, romantica ed esilarante sulle gioie e le piccole, grandi tragedie del matrimonio.


Un romanzo da sposare!
Un fidanzato perfetto. Un disastro di matrimonio.




Tradotto da: G. Cavalli
Genere: Romance Contemporaneo
Editore: Newton Compton
Pagine: 352
Prezzo: € 9,90 - € 4,99 ebook
Uscita: 15 Maggio 2014




Sinossi:
Kiki Carlow è confusa e felice quando il suo fidanzato le propone di sposarlo. Finalmente è arrivato il momento di organizzare il suo matrimonio! Per avere un bel ricordo di questo momento, decide di scrivere un diario, che sarà divertente rileggere, negli anni a venire. Kiki è convinta che sia semplice fare tutto da sola, e comincia a buttare giù la lista delle cose da fare. Ma ben presto si rende conto di non aver considerato gli imprevisti: il costo stellare dell’abito che vorrebbe indossare; l’improvvisa gravidanza di sua sorella (sorpresa!); il matrimonio di una celebrità, di cui Kiki si stava occupando per lavoro, pronto a fagocitare qualsiasi idea; e, soprattutto, sua madre, un vero tornado in gonnella. La simpatica Kiki si rende conto molto presto che pianificare il matrimonio perfetto sta diventando un vero incubo: ce la farà a togliersi i panni della sposa nevrotica in tempo prima che tutto precipiti?






Recensione a cura di Silvia:

Il diario del mio matrimonio è, come precisato nel titolo, un diario. Ogni giorno, Kiki Carlow (un nome carinissimo, a mio avviso) parla delle (dis)avventure che le capitano mentre tenta di organizzare le nozze perfette per sé e il suo fidanzato.
E fin qui tutto bene. Anzi, quando ho letto la trama del romanzo, ho pensato: “grandioso, sarà sicuramente divertente! Speriamo sia simile ai libri della Kinsella!”. Purtroppo non potevo essere più in errore di così. Kiki, che da ora chiameremo “La Lagna”, mi è stata antipatica sin dal primo momento. Non fa che lamentarsi e piangere per qualsiasi cosa, sembra una bambinetta viziata. Tutto parte dalla sera della proposta: il suo fidanzato Thom (che poi io dico, ma Thom con la “h” da dove viene fuori? Non andava bene il classico, semplice “Tom”?! Va be’...) l’ha invitata fuori a cena, ma è silenzioso, nervoso e, dalla sua espressione, sembra che stia andando al patibolo, o che gli stia per venire un infarto. La Lagna comincia già a pensare che l’abbia portata a mangiare per lasciarla e, va bene, si può capire la sua preoccupazione. Invece il povero Thom, che non sa minimamente in cosa si sta cacciando, le chiede di sposarlo. E lei prima cade dalle nuvole e poi comincia a piangere dalla felicità. E accettiamo anche questo. Ma poi La Lagna comincia a pianificare un matrimonio che farebbe invidia a Kate Middleton, anche se risulta ovvio che non se lo può  permettere. Thom guadagna parecchio, ma lei lavora in una piccola casa editrice, Polka Dot Books (che però, chissà perché, pubblica libri di attori e chef famosi. COME NO!). La Lagna va quindi ad elemosinare i soldi dai genitori, che però le possono darle “solo” 3000 sterline per le spese del matrimonio, e quindi lei inizia già a lamentarsi. Sua madre, che, ok, non è esattamente una personcina semplice, si offre di aiutarla, ma La Lagna rifiuta da subito. È già qualcosa che accetti la presenza di sua sorella Susie, madre di due bambini e sposata con un sant’uomo di nome Pete.
E iniziano i preparativi: l’anello di fidanzamento, il vestito, le decorazioni, la location, gli invitati. La cosa si rivela tutt’altro che facile.
Partiamo dall’anello. Thom ci aveva già pensato, era andato in un piccolo negozio d’antiquariato e aveva prenotato un anello d’argento con un rubino al centro e due fiorellini di diamanti ai lati. A lei piace molto, ma quando sente il prezzo (400 sterline), invece di pensare come tutte le persone normali “Perfetto! È bello e non conta quanto casa mia!”, lei dice: “Sì, bello, ma sono SOLO 400 sterline…” Cioè, ma stiamo scherzando?! E da lì ho odiato La Lagna da morire. Il tuo povero futuro marito ti trova un anellino carinissimo e anche a buon prezzo, ti fa una sorpresa, e tu ti lamenti? E Thom che fa? Prima si offende (giustamente!), poi va al negozio e compra lo stesso l’anello. Lei, improvvisamente, è tutta contenta e non si lamenta più. E a questo punto già volevo ucciderla!
Ma cerchiamo di stare calmi. Passiamo all’abito. La Lagna prenota due appuntamenti per vedere e provare vestiti di sposa. Susie l’accompagna ad entrambi. Il primo negozio è “abbordabile” e La Lagna trova un bel vestito che costa 950 sterline. Ma nel secondo, il più costoso, c’è il vestito dei suoi sogni, alla modica cifra di 2300 sterline (WHAT?!). Ovviamente La Lagna sa che Thom non accetterebbe mai di farle comprare un abito del genere, ma alla fine lo compra lo stesso. PAZZA.
Poi La Lagna scrive tuuuuutta la lista degli invitati. 3 pagine in formato Kindle in cui ti spiega chi è chi e con chi viene. Perché, mi chiedo? Va bene, è per la verosimiglianza, ma io l’ho comunque saltata in blocco.
Passiamo alla location, che si rivela praticamente un parto plurigemellare. All’inizio, La Lagna e la sua collega Alice cercano qualcosa a Londra, ma non trovano nulla che le convinca (strano). Poi Jim, il migliore amico cantante della Lagna, le prende appuntamento per due residenze fuori città. La Lagna ci va con Thom, trovano quella perfetta per loro e devono già lasciare la caparra di duemila sterline, ovviamente. Per una volta Thom non fa il tirchio e alla Lagna sembra un sogno. Già, ma non abituartici troppo, cara.
Poi accade ciò che La Lagna non poteva aspettarsi: Susie è incinta e partorirà a luglio. La “povera” Kiki si lamenta perché improvvisamente il suo matrimonio è passato in secondo piano, mentre io gongolavo. Sarò troppo spregevole, ma non ne posso fare a meno.
Naturalmente La Lagna e Thom Il Santo litigano in più occasioni, perché lei vuole fare la principessa e lui cerca di farla rinsavire. Poi lei si rende conto che FORSE ha esagerato (ma solo forse) e si convince che Thom annullerà il matrimonio. Ma niente, lui è un gran santo e la perdona ogni volta.
Cos’altro? Ce ne sarebbero da dire, di cose assurde, ma poi mi verrebbe una recensione lunga venti pagine.
Fermiamoci con i dettagli del matrimonio, passiamo al resto.
Ci sono alcuni fatti ridicoli, per esempio, quando La Lagna beve, si ubriaca dopo due secondi e comincia a comportarsi in modo assurdo e stupido (sì, più del solito!). Nel suo diario ci sono giornate che iniziano con lunghi urli di giubilo (segno che la sera prima ha bevuto troppo), e che continuano con forti mal di testa e tentativi di ricordare cos’è successo. L’unica spiegazione è che la nostra Kiki probabilmente non regge l’alcool - neanche due bicchieri. Ma comunque trovo un po’ ridicola tutta la faccenda.
Poi c’è il progetto del libro sul matrimonio di Jackie Jones, modella/attrice/cantante che OVVIAMENTE ha deciso di pubblicare con la Polka Dot. La Lagna se ne deve occupare e deve seguire Jackie ovunque. E naturalmente la famosissima star è un adorabile zuccherino, quasi finta per quanto è fantastica. Invita La Lagna al suo servizio fotografico con il vestito da sposa, al suo addio al nubilato, al suo matrimonio... La Lagna si trova circondata da un sacco di altre star e non fa una piega. Si limita a pensare a quanto sia bello che famosi e non famosi passino del tempo nella stessa stanza. Io, al suo posto, sarei stata emozionatissima e poi mi sarei sentita molto a disagio. Ma forse sono io quella strana, chissà.
Ma parliamo degli altri personaggi della storia, troppi e alcuni completamente inutili. Partiamo dai peggiori: Susie, sua sorella, riesce ad essere più o meno intelligente fino a metà romanzo, poi, con la gravidanza, diventa una specie di T-Rex affamato e irritabile; l’Odioso Pedro, il fotografo di Jackie, che la tratta male senza alcun motivo; Eve, la vecchia amica di Kiki, che la fa continuamente arrabbiare e ci prova persino con Thom (io l’avrei uccisa); Helen, la damigella di un’amica di Kiki, che se la prende con La Lagna (anche giustamente, da una parte) e poi viene punita dal Karma con una bella reazione allergica. I personaggi più improbabili sono i vari clienti della Polka Dot, uno più strano dell’altro, da un vecchio attore comico a uno scrittore di romanzi di guerra che non ha neanche mai tenuto in mano un fucile, a due chef che decidono di scrivere libri gialli. Ci sono poi altri personaggi che avrebbero potuto avere maggiore importanza, ma che invece appaiono solo un paio di volte nel diario della Lagna, per esempio Jim il suo amico popstar, Alice la sua collega riccona, Tony il suo capo, Pete il marito di Susie, Carol e Norman gli amanti segreti dell’ufficio, ecc.
I pochi personaggi che si salvano sono Jackie, i genitori della Lagna, una certa Greta, Zoe l’assistente dell’Odioso Pedro e il povero Thom. Bello, no?
Per concludere, il romanzo non mi è piaciuto. Non ho sopportato la protagonista, così irritante, superba ed egoista. Non ha ottenuto nulla di ciò che voleva e se ne lamenta fino al giorno prima del matrimonio. Certo, si riscatta alla fine, ma secondo me non ha imparato niente. A parte questo, però, neanche gli altri personaggi mi hanno convinta, inoltre alcune scene mi sono sembrate parodie di altri romanzi. La trama è piuttosto banale, ma, nella sua banalità, poteva essere sviluppata in modo più originale. Non mi ha fatto neanche ridere, alcune scene erano comiche, ma raccontante da quella piattola di Kiki mi sono risultate fastidiose.  Salvo soltanto poche battute fugaci che mi hanno fatto giusto sorridere.
Altre due pecche del romanzo sono la sua estrema lunghezza, anche se forse è risultata eccessiva solo perché la storia non mi prendeva, e lo stile “da diario” in cui è scritto.  
Molto carina, invece, è stata l’ultima parte del libro, che è una specie di manuale per organizzare un matrimonio, con molti consigli utili. Qui, l’autrice mette in luce anche le cose che non sono necessarie, e, in questo modo, fa capire che tutta la storia di Kiki è stata volutamente esagerata per dimostrare che l’importante non è avere un matrimonio sfarzoso (e costoso), ma festeggiare con le persone a cui vuoi bene. Mi ha consolata, ma purtroppo ciò non è bastato per farmi apprezzare il romanzo.

                                                                      VOTO
                               

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