Genere: Fantasy romance
Editore: Newton Compton
Pagine: 384
Prezzo: € 2,99 (E-book)
Uscita: 5 luglio 2018
Sinossi:
In
un regno in cui gli incantesimi sono banditi, l’unica magia rimasta è l’amore
«Deglutisci, figlia.
Ingoia le parole, bloccale nel profondo della tua anima. Nascondile, chiudi la
bocca sul tuo potere. Non maledire, non curare. Non parlerai, ma imparerai.
Silenzio, figlia. Rimani viva».
Il giorno in cui mia madre
è stata uccisa, ha detto a mio padre che non avrei mai più pronunciato una sola
parola e che se fossi morta, lui sarebbe morto con me. Predisse anche che il re
avrebbe venduto la sua anima e avrebbe ceduto suo figlio al cielo. Da allora
mio padre attende di poter avanzare la sua pretesa al trono e aspetta
nell’ombra che tutte le parole di mia madre si avverino. Desidera
disperatamente diventare re. Io voglio solo essere finalmente libera. Ma la mia
libertà richiede una fuga e io sono prigioniera della maledizione di mia madre tanto
quanto dell’avidità di mio padre. Non posso parlare o emettere suoni. Non posso
impugnare una spada o ingannare un re. In un regno in cui gli incantesimi sono
stati banditi, l’unica magia rimasta potrebbe essere l’amore. Ma chi potrebbe
mai amare… Un uccellino?
Cari Insaziabili, di
solito mi piace fare una piccola introduzione a ogni mia recensione, ma oggi
voglio solo farmi guidare da queste parole: c’era una volta…
In un regno in cui coloro
i quali hanno abilità uniche – guartori, mutanti, indovini e tessitori – vengono
ripudiati, emarginati e condannati da re Zoltev, Lark, la piccola allodola
(questo significa il suo nome), è una bambina che deve assolutamente mantenere
segreto il suo dono, pena la sua stessa sopravvivenza: le sue parole, infatti,
possono rendere animati oggetti, farli volare, ballare e muovere a suo
piacimento.
Di nobili origini, è
figlia di Corvyn e di Meshara. Sua madre è un’indovina capace di prevedere il
futuro la quale, per mano dello stesso re, perde la vita proprio a causa di
questo suo dono, non prima, però, di aver pronunciato la sua ultima profezia.
“Ingoiale, figlia mia. Trattienile, le parole adagiate sulle tue labbra. Chiudile a chiave in fondo alla tua anima, nascondile finché non avranno il tempo di sbocciare. Sigilla la tua bocca e il tuo potere, non maledire e non curare, finché non giungerà l’ora. Non parlare e non raccontare, il paradiso o l’inferno non invocare. Imparerai e prospererai. Silenzio, figlia mia. Silenzio, e in vita resterai.”
È così che, prima di
morire, Meshara rende muta la figlia: il potere delle parole è immenso e lei
dovrà imparare a coltivarlo nel silenzio poiché questo è l’unico modo per
salvare la propria vita e quella del padre. Se la piccola Lark muore, muore
anche Corvyn.
A causa di questa
maledizione che unisce padre e figlia, Lark cresce evitata e disprezzata da
Corvyn che, oltre ad impedirle di imparare a leggere e scrivere, la rinchiude, proprio
per paura che possa accaderle qualcosa.
Insomma, quella di Lark
altro non è che una vita all’interno di una vera gabbia dorata, dove le è
proibito emettere suoni e pronunciare alcuna parola, ma consentito solo
limitarsi a sentirle, con la compagnia dell’unica, sincera, amicizia del troll
Boojohni.
Occhi, capelli, pelle. I
suoi colori sono timidi e schivi, come il suo carattere. Pallida. Insipida. Un
fantasma grigio ed insignificante. Questo è ciò che pensa di sé stessa.
Poi, un giorno, un
bellissimo uomo dalla carnagione abbronzata, gli occhi così scuri da sembrare
neri ed i capelli tutti bianchi, giunge nella terra di Lord Corvyn chiedendogli
uomini a supporto durante la guerra contro i Volgar, malvagie creature dal
corpo ibrido uomo-uccello, che minacciano l’intero regno.
Quest’uomo è Tiras, figlio
del re Zoltev, e nuovo regnante.
Non fidandosi
completamente di Lord Corvyn e della sua lealtà al trono, il re prende con sé
la figlia Lark, portandola nel suo castello e rinchiudendola in una torre, e
così, la nostra preziosa allodola, passa dalla gabbia del padre alla gabbia di
Tiras.
Egli, però, non è fatto
della stessa pasta di Zoltev. Lui è buono, generoso, giusto e coraggioso e,
soprattutto, leale al suo popolo: “senza il desiderio, c’è solo il dovere.
Ma a volte il nostro desiderio più grande è fare il nostro dovere.”
Si, ok, la porta via sul
suo cavallo rendendola nuovamente prigioniera, ma poi le dona ciò che più brama
da tutta una vita: le insegna a leggere e scrivere, donandole tutte le parole
che le sono state strappate via, tutte quelle che rivuole indietro.
“Iniziai subito ad abbuffarmi di parole: le codificavo, le svelavo perdendo la cognizione del tempo. Volevo parlare, anche solo attraverso la parola scritta, ed ero insaziabile.Non ero la studentessa tipica. Ero vorace. Determinata.”
Ma il re non è solo il suo
maestro, è anche colui che cerca il suo aiuto, confidandole il suo segreto più
intimo e pericoloso, entrando in perfetta collisione mentale con lei.
Lei che è stata da sola
così a lungo con migliaia di parole che non poteva esprimere. Lui, un uomo
bello ed irritante, figlio di un re omicida, che riesce a sentirla, come se
parlasse. Adesso è una donna, e non più un uccello in gabbia. Un essere umano,
e non più una presenza silenziosa nell’ombra. Lui la sente.
Silenzio, figlia mia.
Silenzio, e in vita resterai. Queste le ultime parole della madre, ma Lark non
ha nascosto fino in fondo le parole, non è rimasta in silenzio. E adesso? Cosa
le accadrà?
Attenzione, rischio
spoiler! Bene Insaziabili, mi fermo qui, a voi il piacere di conoscere le sorti
di Lark e Tiras, pagina dopo pagina.
I due protagonisti sono
meravigliosi, ben caratterizzati ed una vera forza quando ci vengono raccontati
uno a fianco dell’altra. Si sostengono, si aiutano, si completano. Si amano.
Un amore sofferto, del
quale Lark ha paura.
Può un re volere al suo
fianco una donna insignificante, piccola, spaventata, né brillante né audace,
dagli occhi grigi, poco formosa e muta?
Forse ciò che lo avvicina è unicamente il bisogno che ha di lei per il
bene del suo regno?
Nessuno prima di allora ha
avuto bisogno di lei. Nessuno prima di allora le ha dato ordini, brandendola
come una spada. Nessuno prima di allora ha mai reclamato il suo cuore...
“Tu non dovevi amarmi, Lark. Non avevo previsto che mi avresti amato.E nemmeno io dovevo amarti. Ma ti amo. Ed è terribile.”
Questa è una dolce storia
d’amore che vi farà sognare ad occhi aperti, una di quelle che tutte noi
abbiamo desiderato vivere almeno una volta nella vita. Il principe, il cavallo,
il castello… Se poi tutto è ambientato nella meravigliosa cornice che solo un
fantasy ci può regalare, con l’infinita battaglia tra bene e male e la presenza
di elementi, che a mio avviso, sono quasi fiabeschi, almeno per me, è il TOP.
Colpi di scena, verità e
segreti svelati, la componente sessuale volutamente non marcata, intrighi, complotti,
creature fantastiche e molto altro.
In più anche un ottimo e
valido spunto di riflessione: le parole e il loro potere.
Dobbiamo sempre ricordare
che le parole possono curare ed alleviare, ma anche ferire e distruggere,
risultando persino terribili quando le verità sono scomode.
La parola è davvero un
dono, facciamone tesoro.
Sapete, credo che anche la
Harmon abbia un dono: eccellere in ogni sua opera, seppur con stili, storie ed
ambientazioni diversi, riuscendo sempre a catturare l’attenzione del lettore,
incatenandolo alla storia.
Più che incatenata, con il
suo stile fluido e impeccabile, così preciso, dettagliato e ricercato, mi sono
trovata, letteralmente, incantata.
Volete la ricetta perfetta? Preparate una dose di
fantasy, unite la penna della Harmon, aggiungete qualche parolina magica e… et
voilà! Il cocktail è pronto: Amy Harmon. Un nome. Una garanzia.
Ciao, ti invito a partecipare al mio GIVEAWAY, in palio una copia cartacea di "Anna dai capelli rossi" di Lucy Maud Montgomery!
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