Genere: Ucronia
Editore: La mela avvelenata
Uscita: 5 luglio 2013
Sinossi: Cosa sarebbe accaduto
se l’Impero Ottomano avesse conquistato Vienna, in quel fatidico 11 settembre
1683, quale sarebbe stato il destino del mondo?
L'autrice:
Francesca Rossi è nata a Roma l’8/4/84.
Dopo la laurea in Lingue e Civiltà Orientali (curriculum di lingua e letteratura
araba) a La Sapienza di Roma, si è trasferita ad Alessandria d’Egitto, per
approfondire lo studio della lingua araba e della cultura arabo-islamica.
Attualmente sta per specializzarsi nel corso di Lingue e Civiltà Orientali
(laurea magistrale) a La Sapienza. Collabora con alcune riviste online. Ha
creato e gestisce il blog dedicato al mondo arabo.islamico “La Mano di Fatima” www.lamanodifatima.blogspot.it,
il sito dedicato all’eroina francese Angelica la Marchesa degli Angeli http://digilander.iol.it/songlian
ed il blog dedicato alle donne che hanno fatto la Storia “Divine Ribelli” www.divineribelli.blogspot.it
RECENSIONE
A CURA DI ANGELA D'ANGELO:
Sono
diversi i parametri che si utilizzano per giudicare un libro, aumentano quando
si tratta di un racconto.
Si
giudica la pertinenza al genere, la capacità di sintesi, il registro
linguistico e il ritmo della storia. La correttezza formale si scontra con il
gusto personale, l’originalità fa a cazzotti con la voglia di riconoscersi nei
protagonisti.
È
difficile trovare un prodotto che risponda pienamente a tutti i criteri di
giudizio e che abbia la marcia in più di coinvolgere anche le emozioni del
lettore.
Francesca
Rossi è riuscita nell’impresa. La spada di Allah, racconto ucronico
appartenente all’antologia “Sine Tempore” curata da Alexia Bianchini, è un
prodotto convincente, corretto e squisitamente esotico.
L’autrice
ci mostra cosa sarebbe accaduto se l'Impero Ottomano avesse conquistato Vienna
nel 1683, e cambia la storia grazie un personaggio particolare e affascinante:
il jinn Ibrahim.
Un
uomo con poteri unici e terribili, che ha tra le mani le sorti dell’intero
mondo.
Il
suo potere, infatti, guidato dai sogni di conquista del sultano Sharif,
permette al mondo islamico di imporsi in occidente e assoggettare l’Europa e le
Americhe.
La
trama storica si intreccia alle vicende romantiche della principessa Noor e del
suo amante Abdallah , che Ibrahim cerca di dividere in ogni modo, anche
utilizzando le sue arti magiche.
Ma
l’amore, si sa, è troppo potente per essere distrutto da trame meschine e
crudeli.
Il
racconto ha un gran ritmo, un buon lessico e mostra la grande cultura di
un’autrice che non lascia nulla al caso e ha la capacità di fondere in modo
sublime diversi elementi e generi. La narrazione procede in un continuo
fondersi e rimescolarsi di elementi paranormal, storici, romantici e
umoristici, che non appaiono mai discordanti.
L’atmosfera
appare curata e verosimile, i personaggi sono caratterizzati in modo superbo,
le vicende che li coinvolgono sono costruite con maestria e gran competenza.
Francesca
Rossi sa come conquistare il lettore, sa come ammaliarlo, trascinandolo in un
mondo esotico fatto di abiti conturbanti e colorati, di palazzi austeri e senza
tempo, in un palcoscenico da Mille e una notte.
Guerra
e dominio si uniscono alla fiaba, le azioni adrenaliniche si alternano in modo
sapiente ai sogni e alle speranze, storia e romanticismo diventano
complementari e inscindibili.
L’autrice
riesce nella difficile missione di rendere credibile la sua storia e,
nonostante la grande quantità di spunti e idee, non perde mai di vista il
genere principale.
Francesca
Rossi confeziona un racconto notevole, una perfetta ucronia che ha nel
rigo finale il picco più bello di una storia che viaggia dall’inizio alla fine
ad alta quota.
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