Genere: Narrativa
Editore: Casa Editrice NordPagine: 297
Prezzo: € 9,99 (E-book)
Uscita: 12 Gennaio 2017
Traduttore: R. Boy
Sinossi:
Dicembre
1944. I tedeschi stanno arrivando. Il prete di Stoumont, nelle Ardenne, ha
un'unica preoccupazione: mettere in salvo Renée, un'orfana ebrea nascosta nella
canonica. E, d'un tratto, il miracolo: una camionetta con due soldati americani
si ferma davanti alla chiesa e lui, di slancio, affida a loro la piccola. Ma
quei due soldati hanno solo le divise americane: infatti si chiamano Hans e
Mathias e sono spie tedesche. Arrivati in una radura, Hans prende la pistola e
spinge la bambina in avanti, in mezzo alla neve. Renée sa che sta per morire,
ma non ha paura. Il suo sguardo va oltre Hans e si appunta su Mathias. È uno
sguardo profondo, coraggioso. Lo sguardo di chi ha visto tutto e non teme più
nulla. Mathias alza la pistola. E spara. Ma è Hans a morire nella neve, con un
lampo d'incredulità negli occhi. Davanti a Mathias e Renée c'è solo la guerra,
una guerra in cui ormai è impossibile per loro distinguere amici e nemici. E i
due cammineranno insieme dentro quella guerra, verso una salvezza che sembra di
giorno in giorno più inafferrabile. Incontreranno persone generose e feroci,
amorevoli e crudeli. Ma, soprattutto, scopriranno che il loro legame - il
legame tra un soldato del Reich e una bambina ebrea - è l'unica cosa che può
dar loro la speranza di rimanere vivi...
Anche nell'ora più buia,
basta un'unica, coraggiosa scelta per varcare il confine che separa la vita
dalla morte, il bene dal male, l'aguzzino dall'eroe. Basta uno sguardo per
sciogliere la neve che portiamo nel cuore. Basta un istante per ritrovare la
pace.
Ci
sono storie che ti chiamano, se mi passate il termine. Ci sono delle volte che
qualcosa ci attira particolarmente in un libro e bisogna agire.
Mi
sono avvicinata a questo romanzo in punta di piedi, incuriosita dalla trama.
Siamo
nei terribili anni della seconda guerra, nello specifico nel dicembre 1944.
Renée
è un'orfana ebrea tenuta nascosta da una famiglia di buon cuore. Ma i tedeschi
stanno arrivando per il rastrellamento, così viene affidata al parroco della
città. Ecco che per miracolo si presenta una jeep con a bordo due americani e
l'uomo di chiesa non ci pensa due volte a salvare la piccola.
Renée
si trova in un attimo sul sedile posteriore della vettura. Finalmente è salva.
Ma il destino le gioca un brutto scherzo: i due uomini altri non sono che
soldati tedeschi travestiti da alleati. Ecco è la fine, pensa la piccola. Sa di
dover morire, lo sente. Stringe tra le braccia il suo fedele Ploc, amico di
pezza che è stato con lei per tutti quegli anni difficili, alza la testa e
fissa il suo boia. Ecco che accade qualcosa, un colpo parte, sì, ma a cadere non
è Renée, bensì il soldato che voleva ucciderla. I due si guardano e l'uomo se
ne va senza dire una parola. La bambina non perde tempo e lo raggiunge. Inizia
così questa avventura. Il soldato tedesco e la bambina ebrea.
“Non
si chiedeva perché il tedesco non l'avesse uccisa. Quando si era girata, in
quell'esatto istante aveva capito che lui non avrebbe sparato, non su di lei. E
poi l'altro, quello che aveva paura, si era accasciato. Era lui che doveva
morire, non lei. Era così che dovevano andare le cose. Ispezionò la stanza con
lo sguardo, le pareti di legno tappezzate di ragnatele, le piccole finestre
luride, le fiamme che palpitavano nel camino.”
Renée
ha sette anni ma un'anima antica. Lei “sente” le persone. Così piccola ma così
coraggiosa e fiera, vittima di un mondo e di un'epoca in cui la parola ebreo è
pericolosa. Ebrea. Non ha mai capito in cosa consistesse essere ebrei, sa solo
che è nocivo. Punto e basta. Un personaggio magico, disarmante nella sua
schiettezza di bambina. Le cose che vengono raccontate tramite i suoi occhi
hanno un sapore dolce e innocente. Nonostante le brutture e la consapevolezza
della guerra che è intorno a lei, grazie a questa particolarità non ne abbiamo
la percezione.
Nel
suo cammino è destinata ad incontrare Mathias.
Proprio
lui, un soldato tedesco, un suo “nemico”. Mathias ha fatto parte del peggior
squadrone, ha vissuto anni con il solo scopo di uccidere, di accontentare
Hitler nella sua visione ultima: la liquidazione delle razze inferiori. È un
uomo fatto e finito, duro e spietato. Una macchina da guerra, astuto e senza
scrupoli. O forse no? Forse si è accorto dell'assurdità di tutto ciò che sta
accadendo?
Infatti
ecco che di fronte a Renée non riesce. Non spara. Non solo la risparmia ma se
la ritrova a fianco, fiera e silenziosa. Come mai?
Non
se lo sa spiegare. Fatto sta che c'è qualcosa che lo spinge a proteggerla, ad
occuparsi di lei.
“«Qual
è il tuo vero nome?» chiede Renée.
[…]Lei
lo ripete a bassa voce, quasi senza emettere suono, una, due, tre volte, poi il
cognome, e ancora il nome seguito dal cognome. Mathias Strauss.”
La
scrittura è evocativa, carezzevole, quasi poetica. Abbiamo varie prospettive,
diversi POV e questo permette di fare un viaggio davvero ampio in molto
personaggi, non solo i due protagonisti. Se si vuole una lettura che ci faccia
capire le dinamiche di quel periodo ma allo stesso tempo si avesse timore della
crudeltà, ecco questo è il libro che fa per voi.
Impossibile non innamorarsi di Mathias attraverso gli occhi di Renée, una bambina speciale e preziosa.
Il
finale vi lascerà a bocca aperta e il con cuore leggero.
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