Recensione: "IL MODO PIÙ SBAGLIATO PER AMARE" di Lexi Ryan.

Genere: Contemporary Romance

Editore: Newton Compton

Pagine: 348

Prezzo: € 2,99

Uscita: 23 maggio 2019

Sinossi:

"Ci sono cose che non si dimenticano. Il giorno del tuo matrimonio, per esempio. Oppure il momento in cui tua sorella vomita sopra il bouquet e confessa di essere incinta... del tuo fidanzato. Volevo solo fuggire. Nascondermi fino a quando le mie ferite non si fossero chiuse. E così mi sono ritrovata in una strana città nel letto di un affascinante sconosciuto. Per un momento mi ha fatto dimenticare quella che avrebbe dovuto essere la notte del mio matrimonio. Ma poi, incapace di tornare indietro ad affrontare la mia vita ormai a pezzi, ho deciso di rimanere. Mi sono finta mia sorella, così da poter avere il suo lavoro a Jackson Harbor. E ho accettato di occuparmi di una bambina di sei anni. Ma non potevo certo immaginare che suo padre fosse l'uomo misterioso con cui avevo trascorso la notte, il dottor Ethan Jackson. Ho sperato che Ethan non scoprisse mai il mio segreto. Speravo che per lui non fosse così importante. Ma più gli ero vicina e più mi innamoravo. Ignoravo che ci fosse, oltre al mio segreto, qualcos'altro in grado di dividerci per sempre".

a cura di ALESSIA MALINCONICO

“Il modo più sbagliato per amare” è stato il mio primo libro di Lexi Ryan, che aveva già precedentemente debuttato in Italia con un’altra serie.

In questo romanzo autoconclusivo troviamo tutte le basi per un libro da cinque stelle, peccato che l’autrice non sia riuscita a sviluppare a dovere l’ampio materiale a disposizione.

La narrazione incalzante ci catapulta sin dalle prime pagine nel mondo di Nicole, una donna a un passo dall’altare, letteralmente, in preda ai dubbi e ai peggiori sospetti sul futuro marito. Incertezze che vengono spazzate via quando la sorella gemella vomita sul bouquet e ammette il tradimento con il fidanzato della sorella e il suo stato interessante.

La nostra protagonista è divisa fra la furia e la sete di amore che le fa perdonare sin da subito l’atto ignobile della gemella.

Una serie molto imprevedibile e surreale di coincidenze la portano poi dritta fra le braccia del suo capo, Ethan Jackson, meglio noto come dottor Malumore, e padre di una dolcissima bambina, Lilly.

 “TEAGAN: Dai. Sei stata con il dottore figo la notte prima di cominciare a lavorare per lui. È così Grey’s Anatomy. Allora, è il dottor Bollore o il dottor Stranamore? IO: Nessuno dei due.TEAGAN: Bugiarda.IO: È il dottor Malumore.”

Il dolore che entrambi i protagonisti si portano dietro, sigillati nella propria intimità, li rendono un po’ più veri e meno da cliché triti e ritriti.

Gli stereotipi e i luoghi comuni ci sono comunque e li ritroviamo nella larga famiglia che fa da contorno alle vicende di Ethan e Nic, nell’amica irriverente e deus ex machina, ma sono talmente ben ponderati da non appesantire la lettura o da spingermi a sconsigliarla.

“La sera in cui l’ho conosciuta ho pensato che fosse bellissima, ma vederla con Lilly trasforma quella bellezza in qualcosa che mi lascia incantato ogni giorno.
Ora, con quel sorriso diretto verso di me, la guardo e per la prima volta capisco il significato della parola “meraviglioso”.E mi spaventa da morire.”

Mi è dispiaciuto non essere riuscita ad entrare in sintonia con la nostra eroina, dal carattere fin troppo abnegante, sferzato dai colpi di una vita difficile sin dall’infanzia. La sua personalità poliedrica e caleidoscopica allude a tante facciate che sarebbe stato interessante approfondire, e così per Ethan che, però, sono riuscita ad apprezzare di più.

Ho particolarmente gradito che la scrittrice abbia lasciato spazio alla dolcezza che un amore appena sbocciato porta con sé, “contaminato” dall’aspetto passionale del sentimento solo marginalmente.

 “«Sei perfetta», dico prima di riuscire a fermarmi. Incrocia il mio sguardo e mi guarda stupita. Mi porto una mano alla bocca. «Mi dispiace. È solo… lo sei. Sei bellissima. Spero che tu non creda di dover dimagrire. Hai un corpo…». Deglutisco. «Lo sai».”

Quello che però mi ha colpito di più e mi fa consigliare questa lettura sono gli aforismi che costellano la narrazione e che, per quanto scontati, mi hanno spinto più di una volta alla riflessione, cozzando con la mia solita voracità di lettura.

Lo stesso messaggio nelle note dell’autrice mi ha scaldato il cuore e sensibilizzato ancora una volta su un tema forse troppo taciuto. È questo tocco in più, questa delicatezza nel trattare tali tematiche, a farle guadagnare quattro cuoricini e una nuova fan.