Genere: Thriller/M/M
Pagine: 243
All’agente
speciale Jason West viene ordinato dalla divisione Crimini D’Arte dell’FBI di
collaborare temporaneamente con il leggendario e caduto in disgrazia “cacciatore
di uomini” Sam Kennedy, quando sembra che il più famoso caso di Kennedy, la
cattura e la condanna di un serial killer conosciuto come Il Cacciatore,
potrebbe davvero essere stata un disastroso fallimento.
Perché
Il Cacciatore è ancora lì fuori… e la caccia è appena iniziata ancora una
volta.
TARA TONETTO
Josh
Lanyon è tornato a Febbraio con un nuovo romanzo uscito sul mercato
anglosassone letto e recensito apposta per voi.
Questo racconto è in realtà uno spin off del libro “Winter Kill”, anche questo non ancora tradotto in Italia. Tra i
protagonisti di “The Mermaid Murders”
troviamo, infatti, l’agente speciale capo Sam Kennedy, una vera e propria
leggenda dell’FBI che era già apparso nel tredicesimo capitolo di “Winter Kill”, dove aveva fatto passare
un brutto quarto d’ora al protagonista di quel racconto Adam Darling. Da subito
Kennedy era apparso come un personaggio misterioso, un uomo dagli occhi di
ghiaccio, fine conoscitore della psiche umana ma anche implacabile cacciatore
di Serial Killer a suo agio tra i boschi e le montagne.
La vicenda di “The mermaid
murders” si colloca
temporalmente prima dei fatti di “Winter Kill e il romanzo inizia con il povero
e giovane agente Jason West costretto dal suo capo a diventare collega temporaneo
di questo famoso cacciatore di psicopatici. Di norma assegnato alla sezione
Crimini d’Arte e da poco rientrato in servizio dopo essere stato ferito sul
campo, Jason è pronto a rientrare a casa in vacanza quando viene obbligato ad
affiancare Kennedy in questo caso che si rivelerà un dejà vu per entrambi.
Kennedy,
in disgrazia e sull’orlo del licenziamento per aver maltrattato in diretta tv
un governatore nel suo caso precedente, non può rischiare un altro fiasco e mal
sopporta di essere stato affiancato a West di cui non si fida e che reputa
incompetente e inadatto.
Ufficialmente
West viene assegnato all’indagine perché la sua famiglia possedeva una casa per
le vacanze nella zona e ha una buona conoscenza del posto, in realtà deve tenere
a bada questa leggenda del Bureau e
assicurarsi che nessun errore sia stato fatto in precedenza mettendo in carcere
la persona sbagliata.
Jason
si troverà a dover fronteggiare un passato doloroso che aveva cercato di
dimenticare e una vecchia conoscenza, ora parte della polizia locale, che
risulterà una spina nel fianco per tutta l’indagine. E come se questo non
bastasse, dovrà anche fare i conti con se stesso e la paura di essere di nuovo
ferito che sembra interferire con la sua capacità di lavorare sul campo. Ma la
sua sfida più grande sarà quella di trovare una breccia nella dura corazza di
Kennedy che gli permetta di collaborare al caso e di essere preso sul serio
come agente.
Con
il tempo, se Kennedy inizia a rispettare il lavoro investigativo di Jason da un
lato, dall’altro continua ad avere forti dubbi sulla sua capacità di essere
adatto al servizio attivo e la tensione aumenta non solo nell’indagine ma anche
tra i due colleghi che finiranno per condividere bruscamente non solo il caso
ma anche il letto senza che però Kennedy mostri nessun interesse reale per West.
Ma sarà davvero così?
La
trama, l’indagine e il rapporto tra i personaggi corrono in parallelo e si
intrecciano con grande equilibrio, dando a tutto il romanzo unità e compattezza.
L’indagine è serrata e piena di colpi di scena e la soluzione credibile tanto
che il lettore resta coinvolto nella vicenda per tutto il tempo. Anche la parte
romance è ben congeniata e il fatto che la vicenda sia narrata dal solo punto
di vista di Jason fa sì che la figura di Kennedy resti alquanto misteriosa e
imperscrutabile e al contempo permette di vedere tutte le piccole brecce
nell’armatura di Sam che Jason riesce a creare senza però mai avere la certezza
di averla superata davvero.
Due
figure tormentate e diverse: sensibile, socievole e raffinato Jason; ruvido,
solitario e monolitico Sam, ma con inaspettati punti in comune. Due mondi
ancora separati e distanti che sembrano essere confluiti l’uno nell’altro in
modo del tutto casuale e spontaneo e che si ritrovano attratti da una
fortissima passione. Ma sarà solo quello ciò che li lega? Il finale concede al
lettore qualche risposta lasciando aperte ancora molte domande come è giusto
che sia in un racconto con un sequel, visto che questo sarà il primo titolo di
una serie chiamata “The Art of Murder” (L’Arte di uccidere) e che ha già in cantiere
il secondo episodio dal titolo “The Monet
Murders”, che temporalmente dovrebbe coincidere con gli eventi narrati nel
romanzo “Winter Kill”.
Credo
che questo sia un romanzo ben riuscito, da mettere nell’elenco dei migliori di
questo autore e che promette sviluppi molto interessanti sia per le trame che
per i personaggi, su cui resta ancora davvero molto da scoprire. Di sicuro un
libro da non perdere per gli amanti di quest’autore e del genere, scritto molto
bene, con uno stile secco e asciutto che ricorda molto quello di Patterson e
che si adegua alla perfezione ai due protagonisti e alla loro storia. Assolutamente
consigliato!
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