RECENSIONE "EDGE OF TOMORROW – SENZA DOMANI"
(2014), regia di Doug Liman
Edge
of tomorrow è un film di fantascienza, prodotto da Warner
Bros, per la regia di Doug Liman, già autore di The Bourne Identity e Jumper.
Ambientato nel presente,
troviamo la Terra invasa da delle creature aliene, che ormai hanno preso il
controllo dell'Europa e si stanno lentamente espandendo.
Locandina italiana |
All'alba dello sbarco
delle truppe sulle coste francesi, nel piano offensivo di liberare gli stati
occupati, il giovane maggiore William Cage (Tom Cruise), ex pubblicitario ora addetto alle pubbliche relazioni
dell'esercito Americano, viene impiegato suo malgrado tra le truppe che
parteciperanno in prima linea all'attacco. Le forze alleate sono convinte che
con l'ausilio delle nuove tute robotiche riusciranno a tener testa alle schiere
nemiche, ma ben presto la battaglia prenderà una piega diversa. Cage muore
quasi subito, dopo aver ucciso uno strano alieno e, straordinariamente, si
risveglia in se stesso nel giorno prima dell'arruolamento. Il maggiore entrerà
in un loop temporale rivivendo sempre lo stesso periodo. In uno di questi cicli
salva la vita all'eroina Rita Vrataski (Emily
Blunt) che, prima di morire, gli chiede di venirla a cercare al suo
risveglio. Cage scopre che anche la guerriera, in seguito a uno scontro con una
creatura simile a quella uccisa da lui, aveva acquisito lo stesso potere di
salto temporale, derivante dalla connessione di sangue con la creatura Omega a
capo delle truppe aliene. Attraverso delle strane visioni Cage identifica la posizione
dell'alieno, la cui morte decreterebbe la fine dell'invasione. Lentamente più
addestrato, attraverso le numerose battaglie vissute ciclicamente, Cage e la
Vrataski cercheranno una via per superare quella maledetta spiaggia e arrivare
nel nascondiglio dell'odiato nemico, ma le insidie li attendono ovunque.
Tom Cruise |
Il film è tratto dalla graphic
novel “All you need is kill” scritta da Hiroshi Sakurazaka e illustrata da
Yoshitoshi Abe da cui poi è stato tratto persino un manga. L'adattamento
cinematografico non si discosta molto dal plot centrale della storia originale,
ma ovviamente sono state messe in evidenza le scene di battaglia per via della
maggiore resa visiva, anche se la caratterizzazione dei personaggi risulta altresì
profonda.
La trama è molto coinvolgente.
Nonostante il loop temporale da “giorno della marmotta” (Ricomincio da capo, di Harold Ramis con uno splendido Bill Murray)
lo svolgersi della storia non ne risulta appesantito, soprattutto grazie a
numerosi siparietti divertenti, non inverosimili, che una situazione del genere
potrebbe generare.
Il personaggio di Cage è ben
costruito e porta lo spettatore a un'empatia profonda, tanto che la sua
goffaggine iniziale, che si snellisce nel tempo, lo rende talmente credibile da
portarti a dire “Beh, l'avrei atto anch'io!”. Questa è sostanzialmente la
chiave di successo della pellicola: una fantascienza non irreale, ma che
diventa realtà tangibile nei comportamenti dei protagonisti.
Emily Blunt |
Seconda pellicola
fantascientifica per Tom Cruise dopo l'ottimo Oblivion (2013), diretto da Joseph Kosinski, in cui si ritrovavano tutti
i classici del genere: invasione aliena, forze militari, verità nascoste etc
etc.
Anche nel caso di Edge of Tomorrow - pur avendo tutti
argomenti “classici” (leggi “scontati” n.d.r.) - il risultato finale è,
inspiegabilmente, un ottimo prodotto non
scontato.
Da “non grande fan” di Cruise
ammetto che mi convinceva poco l'idea dell'ennesima pellicola in cui lo
troviamo eroe/superuomo/inarrivabile, invece, trovarlo all'inizio nei panni
goffi e antipatici del maggiore Cage è stata una gradevole sorpresa. Il
personaggio cresce per poi appunto divenire eroe/superuomo/inarrivabile, ma
questa trasformazione avviene in un contesto talmente ricco da non avermi
infastidito, l'ho trovata quasi normale.
Locandina americana |
Piccola nota. Tutti gli
spettatori si approcciano a film nuovi badando generalmente a due cose: divi e
trailer. Per quanto riguarda il secondo, ritengo che non renda giustizia alla
pellicola, facendolo apparire qualcosa simile a Starship Troopers – Fanteria dello spazio del veterano anni '90
Paul Verhoeven (RoboCop, Atto di Forza, Basic Instinct), ma girato con mezzi migliori, mentre invece Edge of Tomorrow è molto di più,
soprattutto nelle tante chiavi di lettura che offre sotto diversi aspetti, come
ad esempio idea e svolgimento della sceneggiatura.
Sicuramente un ottimo film da
vedere, anche più volte perché, nonostante si perda l’ovvia sorpresa della
prima visione, il film è talmente ricco di dettagli apprezzabili, sia a livello
di storia che di interpretazione dei personaggi, da non risultare certo noioso.
Diego Collaveri
Un po' di notizie su Diego:
Diego Collaveri, nato a Livorno il 27/02/’76; dal 1992 al 2000 lavora in campo musicale
come chitarrista e arrangiatore, con collaborazioni per EMI music. Nel 2000 l’evoluzione
creativa lo porta verso la scrittura, confrontandosi nell’ambito del circuito
dei concorsi di poesia e narrativa, da cui arrivano, fin da subito,
riconoscimenti e le prime pubblicazioni.
Nel 2001 si affaccia alla
sceneggiatura, prima nella commedia teatrale e l’anno successivo nel cinema
breve, per poi arrivare a dirigere il primo cortometraggio, con cui vince il
concorso Minimusical indetto da La Repubblica e la casa di produzione Fandango,
con cui successivamente collabora. Per implementare le conoscenze registiche
intraprende un percorso didattico/formativo con vari registi italiani (Paolo
Virzì, Davide Ferrario, Ruggero Deodato, Francesco Falaschi, Umberto Lenzi) e
studia storia della cinematografia, lavorando, al tempo stesso, dietro le quinte
di alcune compagnie di musical.
Nel 2003 fonda la Jolly
Roger productions, etichetta indipendente per la produzione di cortometraggi e
video di spettacoli live.
È autore della saga
giallo/noir “Anime Assassine”, con protagonista l’ispettore Quetti e di quella
fantasy “Le pergamne di Ankor”. Nel 2013 alcune avventure dell’ispettore Quetti
sono uscite sulla rivista Cronaca Vera.
Sito: http://www.diegocollaveri.it
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