Genere: Narrativa contemporanea
Editore: Giunti
Pagine: 288
Prezzo: € 9,99 (ebook) - € 16,00 (cartace0)
Uscita: 31 agosto 2016
Sinossi:
Non
c'è niente che dia più soddisfazione a Elsa Misiano di raccogliere con un
pretesto tutto il personale di servizio di cui dispone: per questo un paio di
volte l'anno riunisce l'intera famiglia per un festeggiamento in grande stile.
Sessantacinque anni, tendenza alla pinguedine, capace amministratrice di una
rendita robusta, moglie di un importante avvocato fanatico di Porsche e
ideologo di barche, ha cresciuto i tre figli maschi nello spirito di una
(mal)sana competizione: Gianni, primogenito e fiscalista di grido, colpevole di
aver sposato una provinciale di sinistra; Paolo, deputato quarantenne in attesa
del quarto figlio, perplesso portavoce di una donchisciottesca campagna contro
l’energia eolica; e infine Ranieri, il prediletto della madre, giornalista
conformista, furbetto, frivolo, fortunato, considerato dagli altri due – unanimi
– uno stronzo. Ma quando Gianni viene chiamato in TV per chiarire i suoi
rapporti con un imprenditore arrestato per corruzione, frode fiscale e
associazione per delinquere, i consigli (e i preziosi contatti) dell’odiato
Ranieri gli diverranno indispensabili. Per non parlare del povero Paolo, che di
lì a poco si ritroverà invischiato in un’imbarazzante liaison con una
ragazzotta "in odore di meretricio", a cui incautamente ha donato una
collana di Bulgari. Su uno sfondo di case costose e ben arredate, Martini al
Plaza, scandaletti politici, pettegolezzi, colpi bassi e molta ipocrisia, i
Misiano condurranno il lettore in luoghi dove a governare con grande
nonchalance è un vuoto spettrale.
Un
romanzo dall'ironia affilata e implacabile, che racconta il punto di
congiunzione tra una titubante e disorientata borghesia e la politica, in una
Roma bellissima eppure irrimediabilmente in via di decomposizione, un mondo nel
quale saper preparare un gin tonic a occhi chiusi è, al tempo stesso, un vacuo
slogan, un collaudato gesto di seduzione e anche un inutile e inconsapevole
passo di danza su un abisso che non si vede, ma forse c’è.
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