La vita, i
segreti e le passioni di due donne vissute in epoche diverse ma legate dal
destino
Genere: Romanzo
Editore: Newton Compton
Pagine: 448
Prezzo: € 12,00
Uscita: 13 Marzo 2014
Editore: Newton Compton
Pagine: 448
Prezzo: € 12,00
Uscita: 13 Marzo 2014
Sinossi:
Dopo
essere stata tradita dal marito, Flick è in cerca di una nuova vita. Si dedica
perciò appassionatamente al lavoro e quando, facendo un sopralluogo, si ritrova
nella splendida dimora di Shell House, luogo magico della sua adolescenza,
antichi ricordi le riaffiorano alla mente. Proprio qui, infatti, venne in
vacanza con i genitori appena sedicenne, e si innamorò perdutamente di un
ragazzo del posto. Ma quella villa lussuosa e la torre nascondono un segreto
che nessuno conosce. E così, mentre Flick si immerge negli archivi di Shell
House, una storia enigmatica torna dal passato. La vicenda avvenuta in quel
luogo ruota intorno a un oggetto che il destino fa inaspettatamente scivolare
tra le mani della donna: uno splendido e preziosissimo paio di orecchini di
smeraldo. E i misteri non sembrano finiti...
RECENSIONE A CURA DI SOPHIE MARTIN:
...
Già, perché nella teca di Shell House di orecchini ce n’è solo uno. Flick non
può fare a meno di domandarsi che fine abbia fatto l’altro.
“Il
segreto degli orecchini di smeraldo” è una saga familiare. Tre donne, due
epoche diverse, tre storie di vita che si intrecciano misteriosamente.
Il
romanzo è suddiviso in sei parti nelle quali le due epoche si alternano. La
storia ha inizio nel 1886. Amelia Marchmont e sua cugina Constance vivono a
Shellbridge Abbey, una lussuosa residenza sulla costa inglese. Il padre di
Amelia, Henry Marchmont, magnate dell’industria della lana, è fermamente
intenzionato a far sposare la figlia diciottenne e le organizza un incontro con
Sir Frederick Mills. Amelia però si rifiuta di maritarsi con un uomo che non
ama, oltretutto parecchio più vecchio di lei e zoppo. Ciò causa un acceso
diverbio tra lei e il padre. Egli, durante la discussione, viene colto da un
infarto e sarà la sua morte a sconvolgere completamente le vite di Amelia e di
Constance.
«E a mia figlia Amelia e a mia nipote
Constance lascio in eredità la mia casa e i terreni circostanti, da dividersi
in parti eguali fra di loro. Desidero tuttavia che non venga venduta a estranei,
ma che le mie eredi continuino a viverci insieme ai loro futuri mariti»….«È mio
esplicito desiderio che la conduzione dei miei affari venga raccolta e portata
avanti da mia figlia Amelia Marchmont, a prescindere dal fatto che convoli o
meno a nozze»…. «Ho inserito questa clausola per lanciare una sfida a mia
figlia. Se sarà capace di condurre l’azienda di famiglia come l’ho condotta io,
avrà corrisposto a ogni mia aspettativa nei suoi confronti. In caso contrario,
invece, sarà costretta ad assumersi la responsabilità delle sue azioni».
Amelia,
sentitasi da sempre poco amata e criticata dal padre, accetta la sfida e,
insieme alla cugina, decide di intraprendere un viaggio per recarsi in Italia e
in Germania per imparare di più sugli affari dell’azienda di famiglia. Ma non
si sarebbero mai aspettate ciò che il destino ha in serbo per loro al di là
della Manica.
Nella
seconda parte, ambientata ai giorni nostri, conosciamo Flick, ovvero Felicity
Evans. Appassionata di storia, insieme alla socia Paula, nonché migliore amica,
si occupa di mantenere “vive” antiche residenze storiche. Uno dei loro progetti
è proprio Shell House, un singolare edificio a forma di torre, costruito sul
terreno di Shellbridge Abbey. Dopo essersi fatta convincere da Paula e dal marito
Mike che un viaggio di lavoro di qualche mese potrebbe salvare sia Shell House
sia un matrimonio ormai in crisi, Flick, come le cugine più di un secolo prima,
intraprende un viaggio che le cambierà la vita.
Non
c’è niente da fare, in un modo o nell’altro le storie familiari con i loro
intrighi e segreti ci prendono sempre, soprattutto quando i personaggi
appartengono alla tanto affascinante quanto rigida epoca vittoriana. Un’epoca
in cui il decreto sui diritti di
proprietà delle donne sposate e la nascita del movimento delle suffragette
significavano che le donne stavano iniziando lentamente ad avere più voce in
capitolo. Constance e Amelia erano anticonformiste, ma per via delle loro
origini, e del loro patrimonio, non erano mai a corto di ammiratori.
La
riuscita del romanzo risiede anche nell’abilità della scrittrice di alimentare
costantemente la curiosità del lettore. Jane Corry ci è riuscita alla grande affiancandoci
a Flick nell’ appassionante ricerca di indizi e testimonianze che possano far luce
sul mistero di Amelia e Constance.
Amelia,
Constance e Flick: tre donne che, seppur vissute in epoche diverse, hanno in
comune più di ciò che potrebbe sembrare.
Complessivamente,
il romanzo è scritto molto bene e in maniera scorrevole, tranne la prima parte,
nella quale i personaggi e alcune situazioni sono trattati in modo abbastanza
superficiale e a volte anche in maniera sconcertante (per esempio alcuni
comportamenti di assurdi di Amelia o il fatto che le persone, stranamente,
sapevano sempre ciò che lei stava pensando). Talvolta anche il linguaggio
parlato non è molto conforme a quello dell’epoca. Fortunatamente (o
magicamente), a partire dalla seconda parte le cose sono nettamente migliorate.
Peccato
però per il finale, a mio avviso, troppo affrettato.
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