Tornano le lezioni di scrittura creativa di Laura Gay! Ecco per voi alcune tecniche per risvegliare l'interesse del lettore. Come tenerlo incollato alle pagine? SCOPRITELO!
Lezione 18
Buongiorno a tutti e ben
ritrovati. Pronti a riprendere questa rubrica di consigli di lettura dopo le
feste natalizie? Oggi intendo suggerirvi alcune tecniche per risvegliare
l’interesse di chi vi legge.
In un romanzo è facile
approdare a scene un po’ noiose o a momenti di stasi in cui sembra non
succedere nulla di interessante. In questi casi come possiamo mantenere
l’attenzione del lettore o risvegliare la sua curiosità? Esistono alcune
tattiche che vi elencherò qui di seguito:
1)
Creare
contrasto tra i personaggi. Se una scena è particolarmente
noiosa, ricca di descrizioni che magari non possiamo tagliare, perché basilari
ai fini della storia, un ottimo espediente per catturare l’attenzione di chi ci
legge è quello di aggiungere un po’ di pepe facendo scontrare tra loro dei
personaggi. Una lite, un battibecco, una discussione o un semplice contrasto
possono fare al caso nostro.
2)
Rovesciare
una situazione. Una tecnica molto usata nei romanzi e nei film è
quella di portare i nostri personaggi da una situazione di felicità e
tranquillità a una diametralmente opposta. I protagonisti della nostra storia
stanno vivendo un periodo sereno? Ridono, scherzano, tutto sta filando liscio?
Alla lunga questo può stancare chi ci legge. Dobbiamo inventarci qualcosa per
ribaltare la situazione: un incidente, un dramma improvviso o una situazione di
forte impatto. Questo vivacizzerà la vicenda e terrà il lettore con il fiato
sospeso. Ve lo posso assicurare.
3)
Introdurre
elementi esterni di cambiamento o disturbo. In parte questo punto si
collega al precedente. Se c’è una situazione statica, dobbiamo introdurre un
cambiamento, un diversivo, una problematica: accade al protagonista qualcosa
che non aveva previsto, il tempo per il raggiungimento del nostro obiettivo sta
per scadere, il passato ritorna all’improvviso portando problemi da risolvere,
il nostro protagonista cade vittima di una trappola, insomma tutto è concesso.
L’importante è evitare momenti prolungati si staticità. Naturalmente gli
impedimenti dovranno essere credibili e in linea con quella che è la nostra
storia. Se l’elemento di disturbo è troppo forzato, rischiamo di ottenere
l’effetto contrario: il nostro lettore perderà la voglia di proseguire la
lettura, magari si arrabbierà sentendosi preso in giro. Possiamo anche prepararlo precedentemente a
quello che accadrà, lasciandogli intuire che nell’aria c’è qualcosa di grosso
come un complotto ai danni del protagonista, un piano malvagio che si deve
compiere. Anche in questo caso l’attenzione di chi ci legge sarà mantenuta
viva, in quanto si aspetta qualcosa ed è curioso di sapere quando accadrà, in
che modo, e se i nostri personaggi riusciranno a cavarsela in quel frangente.
4)
Creare
disarmonia tra il personaggio e l’ambiente circostante. È bene
sapere che i lettori sono fondamentalmente un po’ sadici. Se le cose filano per
il verso giusto non sono soddisfatti, ricercano in continuazione la
problematica, la situazione incresciosa. Quindi più mettiamo alla prova i
nostri personaggi, più riusciremo a catturare la loro attenzione. Un altro modo
per riuscirci è quello di chiamare in causa l’ambiente che ci circonda: se il
nostro protagonista sta viaggiando per mare, possiamo scatenare una tempesta che
lo metterà in pericolo. Se invece si trova negli Emirati Arabi, possiamo farlo
finire in un deserto, stanco, assetato, alla disperata ricerca di un’oasi. Se,
tuttavia, la nostra ambientazione non lo permette, perché siamo in centro a
Milano e non ci sono grossi pericoli da affrontare, possiamo semplicemente
creare una situazione lavorativa pesante che lo renda nervoso, irascibile e via
di seguito. Insomma, gli espedienti sono tanti. L’importante è che siano
credibili nel nostro contesto. È chiaro che a un Indiana Jones potremmo mettere
davanti un certo tipo di ostacoli, mentre un intellettuale che trascorre il
proprio tempo chiuso in biblioteca dovrà affrontarne altri. Sta tutto alla
nostra intelligenza.
5)
Inserire
una rivelazione. Uno dei più classici colpi di scena è qualcosa
che viene svelato all’improvviso e che né il lettore né il nostro protagonista si
aspettavano; tipo la vera natura di un personaggio, l’identità di un assassino,
la soluzione di un mistero. Naturalmente, è meglio evitare questi espedienti se
siamo a metà della storia. Dopo non avremo più nulla da raccontare. Però
possiamo fare in modo di seminare qua e là indizi che ci portino a scoprire il
problema gradualmente. Serviranno a coinvolgere il lettore.
6)
Usare
un cliffhanger. Ne abbiamo già parlato, ma lo ribadisco perché repetita iuvant: questo termine fa
riferimento all’ espediente narrativo di
chiudere in modo brusco, sul più bello, una scena. È utilizzato soprattutto in
ambito cinematografico e televisivo, ma anche nei romanzi. È infatti un ottimo
modo per lasciare il lettore col fiato sospeso e con la voglia di scoprire cosa
accadrà. L’ideale anche per chi scrive una serie o una triologia (che vanno
tanto di moda). Terminare il proprio romanzo con un cliffhanger farà si che il
lettore acquisti anche quello successivo. Fidatevi. Pensate al finale di
“Cinquanta sfumature di grigio” quando Ana lascia Christian. Chi di voi non è
stato tentato di acquistare subito il secondo libro per scoprire cosa ne
sarebbe stato dei nostri beniamini? Sarebbero tornati insieme oppure no? Ecco,
questo è un esempio di cliffhanger.
7)
Capovolgere
le aspettative. Sicuramente avrete già letto un libro o visto un
film in cui all’improvviso si scopre che tutto quello che avevamo pensato di un
dato personaggio non è come immaginavamo noi. Ebbene, questo è quel che si
intende con: capovolgere le aspettative. Se riusciamo a
portare il lettore a farsi un’idea sbagliata di un personaggio, seminando
particolari atti a sviarlo, e poi gli riveliamo all’improvviso che non è così,
be’, avremo la sua totale attenzione. È garantito.
Bene, per oggi abbiamo finito.
Vi do appuntamento alla prossima settimana e non dimenticate di lasciare un
commento se avete domande o se volete fare delle considerazioni sull’argomento.
NB.: Se avete delle domande commentate la Lezione e Laura vi darà delucidazioni!
Lezioni:
Lezione 1: La grammatica
Lezione 2: L'infodump
Lezione 2: L'infodump
Lezione 3: Lo Show don't tell
Lezione 4: Le descrizioni
Lezione 5: Il punto di vista
Lezione 6: Ritmo e velocità
Lezione 7: Rallentare il ritmo
Lezione 8: I personaggi
Lezione 9: Scheda del personaggio
Lezione 10: L'arco di trasformazione dei personaggiLezione 11: Le cinque fasi di elaborazione del dolore
Lezione 12: I personaggi secondari
Lezione 13: I dialoghi
Lezione 14: Dialoghi - Il verbo dire
Lezione 15: Errori comuni, come evitarli
Lezione 16: Conoscere i generi letterari
Lezione 17: Suggerimenti per creare una storia
Lezione 18: RISVEGLIARE L'INTERESSE DEL LETTORE
+ a seguire
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Consigli molto utili e interessanti, io stessa ho utilizzato alcuni di questi espedienti nei miei romanzi :-) Nei prossimi giorni mi leggerò anche le lezioni precedenti!
RispondiEliminaCiao,
RispondiEliminavolevo farti i complimenti! Trovo tutte le tue lezioni davvero interessanti! Sono utili e scritte in modo chiaro!
Grazie, ragazze!
RispondiEliminaInteressante! :D
RispondiEliminaNon avevo ancora visto questa rubrica ma ora che uso Bloglovin' non me ne perderò più una puntata!
A proposito di questa devo dire che anch'io uso queste tecniche nei miei libri, e forse esagero un po' col mettere alla prova i protagonisti (raramente hanno pace e tranquillità! Sono sadica anch'io XD), ma riguardo al cliffhanger temo sia un'arma a doppio taglio; ho in mente di usarlo, ma se poi il lettore si scoccia? Quando lo trovo io alla fine di un libro mi viene prima il nervoso, poi certo, non resisto e prendo il seguito, ma se il seguito non è ancora uscito che nervi! XD bisognerebbe forse fare in modo di pubblicarlo subito dopo o quasi.