Aprire questo libro è un'esperienza sorprendente, capace di portare allegria nella più grigia delle giornate.
Genere: Narrativa contemporanea
Editore: Mondadori
Collana: Omnibus
Pagine: 240
Prezzo: € 16,00
Uscita: 17 febbraio 2015
Sinossi:
Aprire questo libro è un'esperienza sorprendente, capace di portare allegria nella più grigia delle giornate. Proprio come entrare in casa di Dora, la protagonista. Nel suo appartamento torinese potrete incontrare: i suoi due bambini, piccoli saggi e buffissimi; il loro tato Simone, magari sul balcone intento a fumare (meglio non chiedersi che cosa); Sara, la migliore amica senza figli di Dora, stavolta alle prese con la decisione più difficile; il massimo del disordine che una donna nata alle nostre latitudini possa sopportare; un paio di nonni molto diversi da quelli delle pubblicità; un quadro con un pappagallo zampe all'aria, in grado di infondere pace a chi lo guarda; un sacco di ricordi felici sospesi nell'aria – quelli del tempo in cui il padre dei bambini, nonché compagno di Dora, abitava ancora in quella casa –, diversi angoli dove ristagna la malinconia per tutto ciò che invece non è stato o non sarà, e grandi finestre per lasciar entrare il sole. Zitti, se fate attenzione sentirete bussare alla porta! È un giovane vicino di casa, decisamente sexy a dirla tutta, ed è qui per Dora. Ma eccola che arriva, Dora, è appena sveglia e già sa che dovrà correre, e correre, sempre in ritardo su tutto, da vera "madre Gazzella": due bambini, un lavoro, un mutuo e una separazione con cui fare i conti. La storia di questa giovane donna coraggiosa, anticonformista e piena di vita, e di tutto il mondo che la circonda, fa riflettere proprio perché prende forma in scene esilaranti o tenere, sempre profondamente sincere. Enrica Tesio sa giocare con le parole, come se non avesse mai perso un po' dell'innocenza e del divertimento di quando era bambina e ogni giorno il mondo le appariva tutto nuovo. E costruisce un romanzo pieno di freschezza e di humour, la fotografia in movimento di una donna contemporanea, che "vorrebbe tutto" ma sorride di sé e degli altri e sa trovare la pazienza per costruirselo giorno dopo giorno. «Per quanto mi riguarda, sono della vecchia scuola di mia nonna: la felicità di un bambino si misura in dita di sporco lasciate nella vasca dopo il bagno serale. Più sporco, più felicità», dice Simone, il babysitter di Pietro e Micol. Ma qual è il metro con cui misurare la felicità di una donna, di una mamma? La verità, vi prego! Tra le pagine di questo libro forse la troverete, di certo sorriderete.
“Sai volare?”
“No, ma faccio salti altissimi”
Leggere
questo romanzo per me, è stata davvero un’esperienza stranissima. All’inizio
ero entusiasta, ne avevo sentito parlare molto bene ed ero realmente curiosa.
Alla fine della lettura, invece, la delusione ha preso il sopravvento. Non
mi è piaciuto per niente.
La vicenda
di Dora, donna sola e con due figli a carico, è descritta come l’esistenza di
una mamma sull’orlo di una crisi di nervi.
Non mi è
sembrato un romanzo, bensì una lunghissima lista di sproloqui di una madre che
è stata abbandonata dal marito (Davide se n’è andato, con l’unica
giustificazione che l’amore era finito).
Non metto
in dubbio che il romanzo sia ben scritto, ma è altrettanto vero che la trama non appassiona (avevo mollato il
libro, per poi riprenderlo qualche tempo dopo).
In molti
tratti il romanzo appare noioso e ripetitivo (alcune frasi sembrano messe lì a
caso, tanto per riempire le pagine). È davvero difficile comprendere a fondo
dove l’autrice (che ho letto essere stata tanto osannata) voglia andare a
parare.
Mi sono
imposta di essere sempre sincera nelle mie recensioni, quindi anche questa
volta, non mi asterrò dal farlo. Questo romanzo è la narrazione nuda e cruda
della vita di una madre lavoratrice, contemporanea che deve sopravvivere a
tutto, compreso l’abbandono del marito.
Mille
inconvenienti per una madre “ gazzella” tra la sveglia del bimbo la mattina,
fino all’atto conclusivo della “ messa a letto dei pargoli” la sera. Nulla
di eccezionale, nessun colpo di scena, assenza totale di emozioni per il
lettore più attento.
Consigliato
a chi è alla ricerca di una lettura leggera, senza pretese (simile ai post del
blog tenuto dall’autrice, incentrato appunto “sull’esistenza materna nell’era moderna”).
“ Lettera d’amore all’uomo che verrà. Vorrei dirti di prendertela comoda …
e siediti accanto a me, sulla panchina, dove ti sto aspettando da sempre,
davanti al più spettacolare dei cantieri.”.
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