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Genere: Narrativa LGBT
Editore: Self Publishing
Prezzo: € 2,99 (E-book)
Uscita: 11 Giugno
2018Sinossi
Ci sono infinite forme di amore, infiniti modi di amare, eppure Antonio ne conosce solo due: quello per suo fratello Michele e quello per i suoi genitori. All’alba della guerra, la realtà della sua famiglia è spartana, ma integra e candida, e grazie al frutto del sudore e della fatica, anche autosufficiente. Ma le bombe iniziano a cadere, la vita diventa difficile perfino sui monti dove sono confinati e il capofamiglia viene chiamato a combattere. Ed è lì, in quel nido, in quell’isola, dopo aver assistito alla morte atroce della madre, che Antonio e Michele, adolescenti alle prime armi, si daranno conforto nell’unico modo che viene loro naturale, assecondando un sentimento che per la società è ignobile e peccaminoso, ma che per loro è puro e perfetto. Fino al termine del conflitto, almeno, prima che tutto cambi e tutto venga contaminato dal dubbio.
Per l’argomento trattato il libro è rivolto a un lettore adulto
Non ho problemi a leggere
quasi nulla, ormai sono pochissimi i generi che non ho letto o che non leggo
abitualmente. Le mie barriere sono cadute anni fa e, quando trovo qualcosa di
particolare, non mi pongo alcun preconcetto.
Perché vi sto dicendo
questo? Perché la lettura di questo libro va affrontata con la mente molto
aperta. L'argomento che tratta non è di facile comprensione, lo si intuisce già
dalla sinossi, quindi se non siete pronti ad aprire la vostra mente non
leggetelo. In quel caso, però, vi perdereste davvero qualcosa di unico: dategli
una possibilità, perché è stato trattato con delicatezza, amore e libertà.
L'ho definito storico
perché l'ambientazione in cui i protagonisti si muovono fa parte della nostra
storia, anche se recente: la seconda guerra mondiale.
L'ho fatto ricadere nella
letteratura LGBT perché questo non è un romance, ma una storia dolceamara che
potrebbe benissimo essere reale, ambientata nella nostra bella Italia dilaniata
dalla fame e dalla guerra. La storia di due ragazzi riamasti soli al mondo, che
hanno solo stessi su cui fare affidamento e che ben presto diventeranno l'uno
il mondo dell'altro:
“L’unico da cui ho continuato a ricevere abbracci e carezze è stato mio fratello... Osservavo mio fratello ogni attimo della giornata con occhi avidi e affamati di una sua parola o di un suo sguardo. Ormai era tutto quello che avevo, senza di lui non sarei stato nulla, di questo ero sicuro.”
Chi narra la storia è il
più piccolo dei due, Antonio, una dote innata per la musica e un fisico gracile
e “difettoso” che non gli permette di aiutare il fratello maggiore Michele nei
lavori più pensanti della fattoria che è rimasta loro.
Antonio da sempre ha
nutrito un amore particolare nei confronti del fratello maggiore: è il suo eroe
e vorrebbe essere come lui. È stato il suo salvatore, l'unica persona su cui ha
sempre potuto contare.
“Non so dirne il motivo preciso, ma in quell’attimo vidi mio fratello come l’incarnazione di un angelo dai riccioli scuri. Un angelo che mi tentava in un modo che non comprendevo, lasciandomi in un profondo turbamento... «Ti ho sempre considerato bellissimo, perfetto. Sei sempre stato il mio eroe, il mio salvatore» gli confidai. «Non avevamo altro che noi, non abbiamo fatto nulla di male, ma l’amore… quello ci sarebbe stato comunque.»”
Chi siamo noi per giudicare
un rapporto che va oltre il consentito se questo non fa male a nessuno? Due
ragazzi lasciati da soli ai margini della società, che non si fidano più degli
adulti, che diventano adulti da soli, costretti a crescere in un mondo
violento, dove la vita viene calpestata per una bottiglia di vino e un sacco di
farina, dove il futuro non esiste perché da un momento all'altro una pallottola
tedesca, alleata o partigiana potrebbe mettere fine alla loro vita...
Hanno semplicemente
vissuto ogni giorno come se fosse stato l'ultimo.
Una serie di eventi li
dividerà, ma l'amore, perché è amore anche il loro, li saprà ricongiungere e
nulla potrà nuovamente dividerli:
“La casa della mia infanzia. Odiata, amata, dimenticata e mai scordata. Il tempio delle mie contraddizioni, la mia prigione e il mio infinito paradiso di gioventù. Poteva essere ormai un rudere dimenticato dal tempo, saccheggiato dagli uomini, seppellito dalla neve e dalle macerie dell’usura. Un monumento alla vergogna, un mausoleo dell’amore, un sepolcro. Non mi importava. Dovevo tornare là...Non vidi che i suoi occhi, il suo sorriso, non sentii che le sue mani, e solo lui rimase al mio fianco quando tutto intorno morì. Chi potevo amare, se non lui? Lui, che sempre mi aveva protetto, cullato, guidato. Tutto il mio essere era impregnato di quell’amore e, anche se il resto dell’umanità non lo avrebbe mai fatto, io mi ero concesso l’assoluzione per stargli accanto, fino alla fine. Battito dopo battito del suo cuore. Finché il tempo per noi sarebbe durato, io l’avrei amato, come avevo amato quel ragazzino dallo sguardo ribelle e un ciuffo di riccioli neri sugli occhi, come avevo amato quell’uomo tormentato e inquieto.”
Un libro tosto, a tratti
crudo, ma anche poetico, delicato, puro.
Non so dove abbia trovato
l'autrice lo spunto per scrivere questa storia, magari da qualche racconto
fattole dai nonni.
Una storia che ci parla di
tempi difficili, che noi non possiamo immaginare poiché non abbiamo vissuto
sulla nostra pelle la guerra terribile che ha insanguinato il nostro Paese per
le pretese di due folli dittatori.
Dovremmo fermarci a
riflettere di più sul nostro recente passato, perché davvero non sono passati
meno di cento anni da quegli eventi, ma l'insofferenza che leggo spesso sul web
mi fa temere il ritorno di quei tempi duri.
Questo libro mi ha
insegnato nuovamente che non bisognerebbe mai giudicare gli altri. Sono da
sempre per il “vivi e lascia vivere” se questo non va in contrasto con i valori
fondamentali della vita, che per me si riassumono in un unico precetto: non far
del male agli altri.
Antonio e Michele si amano
e questo non può fare male a nessuno.
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