Laura
Gay oggi ci parla delle fasi di elaborazione del dolore. Quante ne sono? Perché è importante conoscerle?
Lezione 11
Ciao a
tutti e benvenuti a una nuova lezione di scrittura creativa. La volta scorsa
abbiamo parlato dell’arco di trasformazione dei personaggi. Oggi cercheremo di
entrare più nel dettaglio e vi darò qualche suggerimento, facendo riferimento
alla teoria della psichiatra svizzera Elisabeth Kübler-Ross.
Come vi
avevo accennato, noi scrittori dobbiamo essere tutti un po’ psicologi. Quindi,
perché stupirsi se chiamiamo in causa qualcuno che di psicologia ne sa più di
noi?
Ebbene,
questa psichiatra è nota per essere la fondatrice della psicotanatologia, cioè
l’unione della psicologia con la tanatologia (dal greco θάνατος, thànatos -
"morte", e λόγος, lògos - "discorso" o "studio")
ovvero la scienza che studia la morte e le successive modificazioni del corpo.
Vi
chiederete: cosa diavolo c’entra tutto ciò con i nostri romanzi? Be’, la Kübler-Ross
ha elaborato una teoria molto interessante che potrebbe venirci utile: le
cinque fasi di elaborazione del dolore. Si tratta infatti di uno strumento che
permette di capire le dinamiche mentali più frequenti in una persona a cui è
stata diagnosticata una malattia terminale, ma si può estendere anche a coloro
che stanno elaborando un lutto.
È stato
infatti provato che, in questi casi di forte dolore, il soggetto vive sulla
propria pelle le seguenti fasi:
1)
Negazione o rifiuto
2)
Rabbia
3)
Contrattazione o patteggiamento
4)
Depressione
5)
Accettazione
Come
possiamo adattare questa teoria ai nostri personaggi? È presto detto: come
abbiamo già discusso, ogni protagonista passa attraverso un arco di
trasformazione che va da una crisi iniziale a una
soluzione finale e, in certi casi (non in tutti ovviamente), questo arco di
trasformazione può essere paragonato alle cinque fasi dell’elaborazione del
lutto.
Il
nostro personaggio vivrà, cioè, una fase iniziale di rifiuto, incredulità e
negazione, una di rabbia e frustrazione, una in cui egli proverà a
razionalizzare e a patteggiare con gli altri o con se stesso, una di
scoraggiamento e, infine, una fase in cui accetterà la realtà e le sue
conseguenze e in cui avverrà il suo cambiamento vero e proprio.
Naturalmente
in tutto ciò dovremo tener conto del carattere del nostro personaggio e del suo
modo di reagire agli eventi. Queste sono solo indicazioni, non vi è nulla di
prestabilito e immutabile. Potrebbe infatti anche accadere che le cinque fasi
si susseguano in un ordine differente e che il nostro personaggio provi prima
la rabbia oppure entri subito in depressione, o che non viva affatto una o più
di queste situazioni.
Resta
però il fatto che questa teoria può venirci utile, dandoci degli spunti nella
creazione del percorso del nostro personaggio.
Voi
cosa ne pensate? Conoscevate già questa teoria? Avete mai sperimentato queste
fasi e credete che si possano applicare ai vostri personaggi? Se avete qualcosa
da aggiungere, lasciate pure un commento. Grazie e alla prossima!
NB.: Se avete delle domande commentate la Lezione e Laura vi darà delucidazioni!
Lezioni:
Lezione 1: La grammatica
Lezione 2: L'infodump
Lezione 2: L'infodump
Lezione 3: Lo Show don't tell
Lezione 4: Le descrizioni
Lezione 5: Il punto di vista
Lezione 6: Ritmo e velocità
Lezione 7: Rallentare il ritmo
Lezione 8: I personaggi
Lezione 9: Scheda del personaggio
Lezione 10: L'arco di trasformazione dei personaggiLezione 11: LE CINQUE FASI DI ELABORAZIONE DEL DOLORE
+ a seguire
Se ti è piaciuto questo articolo clicca g+1
Commenta il post per farci sapere la tua opinione!
Laura,Elizabeth Kübler-Ross parlava di morte/malattia però trovo il parallelismo molto azzeccato per la narrativa,non ci avevo mai pensato.Guarda il caso in questo momento mi interessa proprio,e son capitata qui per caso.Sì,per certe vicende trovo che si presti benissimo,magari riadattando o superando l'ultima fase con reazione attiva.Grazie per lo spunto!
RispondiElimina