I personaggi secondari sono impartanti. Bisogna caratterizzarli anche quando appaiono per poco. Come farlo in modo efficace senza appesantire la narrazione? Ve lo spiega Laura Gay nella nuova lezione di scrittura creativa!
Lezione 12
Parliamo
ancora di personaggi. Stavolta di quelli secondari. Lo so, lo so… ne avrete le
scatole piene e probabilmente starete pensando che sia stato già detto tutto
sull’argomento. Ma se i personaggi sono l’anima di un romanzo, meglio non
lasciarsi sfuggire nulla che li riguardi.
Partiamo
con una domanda: a cosa servono i personaggi secondari? Qualcuno penserà che il
loro scopo sia unicamente quello di fare da spalla a quelli principali. Insomma,
se è stato detto che fornire spiegazioni durante la narrazione è vietato, se
non in rari casi, come faremo a far sapere ai nostri lettori determinate cose
che riguardano i nostri protagonisti? È presto detto: creiamo un personaggio
che faccia loro da spalla, a cui possano confidare tutti i loro segreti e i
loro pensieri, aiutandoci a fornire a chi ci legge tutte quelle informazioni
che altrimenti sarebbe troppo noioso raccontare loro. Come? Attraverso i
dialoghi.
Fin qui
è tutto chiaro. Ma le figure secondarie servono solo a questo? Un’altra loro
funzione potrebbe essere quella di accompagnare il personaggio principale nelle
sue vicissitudini, sostenendolo e incoraggiandolo. Perché no? Oppure possono
avere la funzione di far brillare ancora di più il nostro protagonista. Per
esempio, se la mia eroina ha al suo fianco un’amica un po’ superficiale e
sciocca, mentre lei è brillante e intelligente, verrà da sé che dal loro
interagire otterremo lo scopo di far apprezzare di più al lettore la
protagonista. Non è un espediente dei più lodevoli, ma funziona.
Tuttavia,
relegare un personaggio principale solo al ruolo di spalla o di confidente è un
po’ riduttivo. In realtà il suo ruolo è molto più ricco ed è giusto che
l’autore conceda loro la giusta importanza. Come? Per esempio caratterizzandoli
a sufficienza. Fornendo loro una personalità specifica, un loro scopo, invece
che attribuire loro solo una funzione di appoggio. Questo particolare non farà
che arricchire la nostra storia, fornendole quel pizzico di sale in più.
Ma
quanto è giusto caratterizzare un personaggio secondario? Teniamo conto del
fatto che il lettore tende a dimenticarli, prestando tutta la sua attenzione ai
protagonisti. Quindi, è necessario fare in modo che si distinguano in qualche
modo. Magari rendendoli arguti, interessanti, spiritosi. O fornendo loro un
difetto ridicolo, una qualsiasi particolarità.
L’ideale
sarebbe quello di tratteggiarli al punto che suscitino la giusta attenzione,
senza però rubare la scena al personaggio principale. E non è così facile. A me
talvolta capita di creare delle figure secondarie che piacciono più della
coppia protagonista. Come nel mio ultimo romanzo, “La dama misteriosa”. Mi sono
sentita dire da più lettrici quanto la storia d’amore tra Cecile e Roger le abbia
appassionate, al punto da gettare un’ombra su Jonathan e Julia. Il che mi ha
dato da pensare: forse ho tratteggiato i personaggi secondari in modo troppo particolareggiato, al punto da
farli diventare dei co-primari.
Nessun
problema se il romanzo fila ugualmente. Tuttavia, andrebbe evitato.
Insomma,
è giusto che anche i secondari abbiano una loro storia, che inseguano i loro
obiettivi e nel farlo interagiscano coi protagonisti, creando conflitti o
rendendo la trama più vivace e interessante. Però non dobbiamo dimenticare che
sono personaggi secondari. E poiché anche per i secondari, come per i
personaggi principali, c’è il rischio di incorrere in cliché e stereotipi, l’ideale sarebbe quello di ispirarsi a persone
vere per delinearne le caratteristiche.
Sono
stata sufficientemente chiara? Avete domande? Come al solito lasciate un
commento se desiderate che vi sia chiarito qualche punto.
NB.: Se avete delle domande commentate la Lezione e Laura vi darà delucidazioni!
Lezioni:
Lezione 1: La grammatica
Lezione 2: L'infodump
Lezione 2: L'infodump
Lezione 3: Lo Show don't tell
Lezione 4: Le descrizioni
Lezione 5: Il punto di vista
Lezione 6: Ritmo e velocità
Lezione 7: Rallentare il ritmo
Lezione 8: I personaggi
Lezione 9: Scheda del personaggio
Lezione 10: L'arco di trasformazione dei personaggiLezione 11: Le cinque fasi di elaborazione del dolore
Lezione 12: I PERSONAGGI SECONDARI
+ a seguire
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