Oggi Teresa Siciliano ci fa una bella rassegna dei racconti pubblicati da Emma Books per Expo. Prendete carta e penna e preparatevi a gustare queste prelibate ricette condite di emozioni!
Di recente, in riferimento all’Expo,
Emma books ha pubblicato un’intera collana di racconti di argomento, diciamo, “culinario”.
Al momento in cui scrivo ne sono usciti undici. Comincerò da quelli che ho
letto per ultimi. E a questo punto avrete capito le ragioni del titolo di
quest’articolo.
"Caponatina della nonna di Modica. La ricetta della riconciliazione" di Livia Pasquale
Elegia della memoria in forte contrasto con il
presente. Ed ecco il ricordo di quanto preziosa fosse una volta la carta e come
venisse risparmiata il più possibile, oppure di come solo il tempo faccia
comprendere e accettare le abitudini insopportabili anche delle persone più
care, o come aiuti a capire il rapporto
fra una ricetta e un’epoca lontana. Le cose ci sopravvivono e ci legano ancora
a una persona che ormai non c’è più. Cambiano col tempo le persone e le
situazioni: inutile opporsi o protestare. Si può scegliere fra provare un senso
di fallimento oppure misurare il cammino percorso in positivo.
"I peperoni di nonna Angelina. La ricetta della pazienza" di Cristina Zagaria
Bisogna avere pazienza
Tutta la
prima parte è molto bella: rappresenta con grande finezza le reazioni e i
sentimenti della protagonista. Mi ha delusa, invece, il finale, anche se
simboleggia, immagino, il messaggio principale del racconto: nella vita bisogna
avere pazienza.
"Pappa al pomodoro. La ricetta del ritorno" Anja Massetani
Un po’ irrisolto
La trama
non è male, ma la costruzione dell’intreccio non è perfetta: ad esempio il
personaggio di Simona rimane incompiuto, né si capisce perché sia stato
introdotto. E il finale è un po’ troppo brusco.
"Giovedì gnocchi. La ricetta del ricordo" di Barbara Solinas
Un mosaico
di ricordi e di pensieri, due vivide figure di nonni, il senso del tempo che
passa, un passato a cui ci si attacca al di là di ogni ragione.
"Tortelli di zucca. La ricetta del tempo ritrovato" di Bianca Garavelli
Criptico col suo riferimento
proustiano
Molta
narrazione, poco dialogo, pochi fatti, molti pensieri: nell’insieme un racconto
non molto fluido, che vorrebbe essere misterioso e suggestivo, ma non ci
riesce, almeno nei confronti di chi, come me, è assolutamente refrattario a
veggenti e chiromanti. Poco chiaro il rapporto con i tortelli di zucca, né mi
piace il passaggio narrativo essenziale, cioè il cambio di mano fra l’amica e
l’innamorato, che è un po’ sconcertante, e in genere tutta l’atmosfera
decisamente funerea.
"Torta di mele della Pucci. La ricetta
dell’infanzia felice" di Olivia Crosio
Garbato e gradevole
Un bel racconto in cui l’autrice riesce a sintetizzare
in modo credibile, e in meno di trenta pagine, tutto un percorso di formazione
e anche le difficoltà e le soddisfazioni del cosiddetto ascensore sociale,
caratteristico del dopoguerra. Prospettiva ottimistica nel senso migliore.
"Pesto dolce. La ricetta
delle possibilità " di Valeria Corciolani
Cinque stelle per l’originalitÃ
L’ho
dovuto leggere due volte, perché il primo impatto è stato tremendo. A
cominciare dallo scoprire che il pesto dolce non ha niente a che fare con
basilico, parmigiano e pecorino. Confesso che avevo chiuso il reader e deciso
di lasciar perdere la recensione. Perché si tratta di un racconto lungo neanche
40 pagine, ma affollato di personaggi. Per giunta almeno alcuni sono usciti dal
romanzo Il morso del ramarro e
atterrati qua, confusi fra quelli nuovi. Poi ci sono vari refusi: il più
divertente mi sembra “è” sempre minuscolo, anche all’inizio della frase. Poi il
lessico è spesso insolito: masticato e ghiaioso riferiti a persone, cremosa a
risata e poi espressioni tipo sanfason, pontone e ganache che non capivo
proprio cosa fossero (beh, alla fine ho capito che ganache dev’essere un tipo
di crema). Ogni tanto sembra di stare dentro Il diavolo veste Prada, oppure dentro Mystic Pizza, con Margherita che cerca di impressionare il celebre
giornalista-masterchef. Non parliamo di Mattia che non potrebbe essere più
scemo, quando prima si concede con Amanda una pausa di riflessione di SETTE
anni (lenti i tipi!) e poi rompe il fidanzamento con Margherita neanche
ventiquattr’ore dopo averlo iniziato (lento o veloce?).
Naturalmente,
è chiaro, non avevo capito che si trattava di un racconto ironico e brillante,
ma alla fine ci sono arrivata. Era ora? Beh, meglio tardi che mai.
Molto
significativo il messaggio di base: l’elogio della pazienza e insieme degli
imprevisti.
"Le sfrappole" di Elena Taroni Dardi
Equivoci
Racconto
esile, ma carino all’insegna dell’equivoco.
Certo
Valentina è un tipo un po’ particolare, con la sua gelosia nata da niente
(almeno così pare) e la sua ossessione per gli oroscopi. Cosa che non condivido
affatto: altrimenti dovrei pensare di essere una seduttrice come Dalila e per
giunta geniale come Dante.
"Chifeletti. La ricetta per ricominciare" di Monica Lombardi
Per la
Lombardi sono i chifeletti, per me erano le zippole, un dolce casalingo sempre
fatto con le patate (ma lievitate), che ha accompagnato tutta la mia infanzia e
la mia adolescenza. Ma a me non piacevano per niente: sempre stata
antitradizionalista, io! Ed era necessario nella mia grande, affettuosa,
soffocante famiglia patriarcale: questione di sopravvivenza per la generazione
del Sessantotto!
Più che
di un racconto si tratta di un amarcord. Mi sono fatta anche due o tre
pianterelli. Eppure l’autrice si tiene un chilometro lontana dal melodramma! E
forse proprio per questo è spesso davvero commovente.
"La brutta e cattiva" di Viviana Giorgi
Un racconto corale
Racconto
molto originale, corale, su quattro amiche, ormai quarantenni, che si ritrovano
ogni anno, il primo giorno di giugno, per preparare una torta, che
immancabilmente riesce male e che loro chiamano la Brutta e Cattiva.
Ovviamente
si tratta solo di un pretesto per celebrare la festa delle occasioni mancate,
che può trasformarsi in quella delle occasioni ritrovate, secondo il principio
che nulla nella vita è immutabile.
Un po’
faticoso da leggere a causa del gran numero dei personaggi, almeno per una
confusionaria come me.
"Frittata alle ortiche" di Mara Roberti
Un racconto molto bello
Detesto i
programmi di cucina che impazzano al momento in tv. Lo stesso vale per i
romanzi-ricettari. Per questo pregiudizio a suo tempo ho anche tardato a
comprare Le regole degli amori imperfetti
(e sbagliavo clamorosamente).
Però
stavolta avevo buone aspettative (e stavolta non sbagliavo). Ormai la Roberti
ha conquistato una straordinaria capacità di descrivere i sentimenti e far
commuovere chi legge.
Proprio un’orgia di racconti, per giunta al prezzo competitivo
di 0,99 euro ciascuno, e non è mancata neanche una maxiofferta a metà prezzo
che mi ha indotto a comprarne sette insieme (ma li avrei acquistati lo stesso,
perché mi pareva una trovata originale e avevo già concepito l’idea di scrivere
questo articolo).
In passato non amavo la narrativa breve: è stata una
scoperta degli ultimi dieci o vent’anni, quando ho letto i racconti di Tabucchi
e riscoperto quelli di Pirandello.
Abbiamo già avuto modo di parlarne in margine al
saggio di Cognetti A pesca nelle pozze
più profonde. Non so se qualcuno di questi racconti arrivi alle altezze (o
alle profondità ) cui allude il critico-scrittore. Ma, se vogliamo limitarci
all’ambito della letteratura popolare (e per il resto i posteri potranno
giudicare meglio di noi), direi che c’è buon materiale per tutti i gusti.
Uno dei recensori Amazon ha affermato che sono più o
meno tutti eguali. Certo, per forza, hanno dei punti in comune, innanzitutto il
riferimento alla cucina italiana e in contemporanea alla memoria: per tutte noi
donne alcune ricette si associano alla nostra infanzia e adolescenza, le
abbiamo apprese soprattutto nei giorni di festa, da bambine, quando assistevamo
ai grandi preparativi delle nostre mamme e zie, nell’epoca in cui il valore di
una donna si misurava sui figli che partoriva e le pietanze che cucinava (e in
subordine su come amministrava i soldi che il marito portava a casa). Ognuna di
noi ha le sue ricette: per me erano gli gnocchi, la parmigiana di melanzane e
poi le zippole di patate, le castagnole
e le frappe.
Ma il vero filone conduttore è appunto il recupero del
passato. Del resto già Proust aveva associato al senso del gusto la cosiddetta
memoria involontaria. Si tratta di una capacità che si acquista con l’età : il
sapore di un piatto ci fa rammentare qualcosa del nostro vissuto, spesso
qualcosa con cui non abbiamo ancora fatto i conti. In proposito Joyce ha
parlato di epifanie, concetto che per lungo tempo mi è risultato
incomprensibile. Invece aveva ragione: ci sono momenti nella vita, magari
apparentemente poco importanti, ma che all’improvviso ci illuminano e ci fanno
comprendere qualcosa di fondamentale per noi.
Molto originale questa iniziativa di Emma, una casa
editrice, secondo me, innovativa e molto spesso stimolante.
Molto interessante questo post!
RispondiEliminaAvevo già adocchiato il racconto di Monica Lombardi, che per me è praticamente una garanzia, e infatti ce l'ho sul reader da qualche settimana, ma ho preso spunto per parecchie altre letture.
Racconti e novelle (o racconti lunghi) mi sono molto congeniali, in questo periodo, con la loro dimensione contenuta e, quando sono scritti bene, la loro immediatezza e la loro completezza. Credo che, paradossalmente, sia molto più difficile scrivere un bel testo breve che un romanzo...
Concordo.
RispondiEliminaMolto bella la recensione collettiva della collana.
RispondiEliminaNato come progetto che coinvolgesse le Emme, trovo bello che se ne parli insieme, come risultato di una piccola comunità femminile che si mette in gioco ogni volta, nelle antologie o in progetti come questo.
complementi a Matesi!
Grazie, Laura.
RispondiEliminaCon questa recensione corale, hai scritto benissimo di una iniziativa di Emma che voleva appunto essere corale (anche se le uscite sono state centellinate lungo il periodo di Expo). Grazie Teresa, sei sempre molto attenta a noi Emme, e non possiamo che ringraziarti - coralmente e personalmente - per questo.
RispondiEliminaViviana
Teresa! Si sono aggiunti altri due racconti! :)
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