Toglietemi
tutto, ma non la mia borsa!
Mood: Ironico
Editore: Rizzoli
Collana: Youfeel
Pagine: 134
Pagine: 134
Prezzo: € 2,49
Uscita: 26 Novembre 2015
La collezione autunno-inverno delle borse Martin-Dubois è stata
un successo e Giulia Corsi viene convocata dall’amministratore delegato in
persona. È il suo momento, quello che stava aspettando da tanto tempo: la
promozione, finalmente, e il trasferimento nella sede di San Francisco? Più o
meno: Giulia deve prima passare ben tre mesi nel sonnolento borgo marchigiano
di Piane di Petrella, per seguire da vicino la produzione delle borse. Per una
milanese dal passo veloce e dal ritmo serrato, abituarsi a un paese in cui
l’evento mondano più atteso è la festa di San Crispiero è un’impresa quasi
impossibile. Solo una cosa è ancora più faticosa: tollerare Vincenzo, un enologo dalla grande carica virile e dal carattere piuttosto
arrogante. Ma i giorni passano, e Giulia scopre che le prime impressioni a
volte ingannano… ma proprio alla vigilia della sfilata succede l’irreparabile. Non
le resta che arrendersi e tornare a Milano! A meno di un intervento divino…
Un romanzo ricco di
sorprese. Come la borsa preferita di ogni donna.
Un’azienda di alta moda, un’amica, un ex e il sogno di
un incarico che ti cambia la vita. Giulia Corsi è una giovane donna in carriera
che aspetta una promozione a lungo desiderata.
Purtroppo, o per fortuna, una serie di eventi la porta
in un paese sperduto delle Marche: deve presiedere alla produzione del
campionario di una nuova e prestigiosissima collezione di borse e ha solo
novanta giorni per portare a termine la sua missione e guadagnarsi la
promozione.
Oltre ai disagi dovuti alla differente visione della
vita, Giulia ha anche dei problemi con il nipote dei proprietari della casa che
ha preso in affitto: l’arrogante e bellissimo Vincenzo.
Come spesso accade l’odio tra i due si trasforma
presto e, grazie all’aiuto del bellissimo agronomo, Giulia riesce non solo ad
ambientarsi, ma anche a portare a termine il proprio lavoro. Se alla fine avrà
la meglio il cuore o il lavoro è tutto da scoprire.
Giulia rappresenta tutto quello che odio in una
protagonista. Antipatica, arrogante e presuntuosa, è la classica donna che si
crede superiore a tutti. La discriminazione che applica ai cittadini del paese
che la ospita è gratuita e inutile. Sarà bella, brava e preparata ma in quanto
a umanità è paragonabile a uno spazzolino da denti: duro e ruvido. Non mi piace
e riesce solo a farmi montare una gran rabbia.
È descritta benissimo, per carità, e sono certa che
l’effetto sia voluto, ma sono troppo maschilista per amarla.
Vincenzo, dal canto suo, è un signor protagonista.
Magari all’inizio non colpisce per la sua educazione, ma il caratteraccio
iniziale è presto spiegato e quando inizia diventa romantico, fa innamorare il lettore.
L’aspetto fisico è solo una delle tante parti del
personaggio che colpiscono. È un uomo con la “U” maiuscola, sempre disponibile
ad aiutare e con un’umanità immensa. Sarà grazie a lui se i sottoposti di
Giulia impareranno a conoscerla, e sarà sempre merito suo se l’altezzosa
milanese imparerà ad amare quella terra ricca di sapori e di vita.
I paesaggi descritti sono poetici e quasi vivi. Si
sentono odori e rumori, si sente il sapore del vino sulla lingua e l’odore di
campagne nelle narici. Si sente il gallo che canta e la campana che annuncia la
pausa pranzo.
Per quanto riguarda lo stile, bisogna riconoscere
all’autrice una grande padronanza di termini tecnici e di registri
linguistici. La sua penna si adatta sia
alle passerelle che alla campagna a seconda di chi parla e, se in un primo
momento non è semplice seguirla a causa dei tecnicismi, subito ci si ritrova in
carreggiata accanto ai protagonisti.
Considerando il "mood ironico" del racconto mi ravvedo un po' nei confronti di quest'energica Giulia e le riconosco perseveranza e forza d'animo. Nonostante ciò, il giudizio è di tre stelline mezza su cinque: sono troppo romantica per un caratterino come il suo...
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