Genere: Narrativa Moderna e Contemporanea
Editore: Linee Infinite
Pagine: 554
Prezzo: € 15,00
Uscita: 30 novembre 2015
Ai
fratelli Tyler la vita ha riservato grandi successi ma anche enormi
dolori. Nathan, famoso attore di Hollywood dal carattere scontroso,
all'apice della carriera ha detto addio a Eva, pediatra dolce e
grintosa, unico amore della sua vita.
Troppi sbagli, troppi malintesi, due mondi troppo distanti.
James, reduce da un incidente stradale, cerca di tornare alla normalità e si trova ad affrontare un’inaspettata speranza: Judy.
I
due fratelli decidono di ritrovare le loro radici, ma il percorso è
complesso e quando tutto sembra perduto, Nathan cade nella disperazione:
non ci sono fama o soldi che valgano un vero affetto. Così torna a
cercare Eva. Riuscirà a convincerla che il loro amore ha un senso che
possono scoprire soltanto insieme?
Dopo
Il senso interno del tempo ritorna, a grande richiesta, il seguito
della storia di Nathan ed Eva. Appassionante, coinvolgente e ricco di
colpi di scena, il nuovo romanzo vi farà emozionare con le vicende di
tutti i suoi protagonisti.
Oggi voglio
parlarvi di una storia che mi ha colpito e ho deciso di farlo cominciando da una
frase che compare alla penultima pagina de Il
senso del nostro amore di Monica Peccolo, edito da Linee Infinite Edizioni:
Non c'era mai niente di scontato.
Quanto
è vera questa affermazione e come si modella addosso a ognuno di noi! Alzi la
mano chi nella vita non lo ha pensato almeno una volta e dinanzi alle
situazioni più disparate. Le nostre esistenze sono scandite da ogni tipo di
eventi: belli, brutti, complicati, unici e singolari, che si susseguono, che
viviamo, che cerchiamo di piegare alle nostre esigenze, spesso senza riuscirci.
Assaggiare
l'amarezza del fallimento, provare la sconfitta e la frustrazione quando
tutto non va secondo i nostri piani ci fa arrabbiare, ci rende vulnerabili e ci
spinge a un confronto con noi stessi. In cosa abbiamo sbagliato? Perché la
situazione ha preso proprio "quella" piega?
I
rapporti interpersonali, poi, rappresentano l'incognita per eccellenza, e
quando ci si arrocca sulle proprie posizioni difficilmente ci si concede la
possibilità di essere obiettivi.
Nathan,
Eva, James, Judy sono persone come noi, che amano come noi e che odiano loro
stessi proprio come noi. Vivono vite complesse, piene di situazioni che
accrescono il conflitto che cerchiamo in ogni buona storia e, credetemi, questa
lo è.
Per me
questo libro è stato una lunga lettura, e non perché non mi piacesse, bensì
perché mi faceva riflettere a ogni pagina. Se dovessi definirlo con un unico
aggettivo userei intenso. Monica ha studiato ogni vocabolo, ogni sfaccettatura
con scrupolosa cura. Ci ha mostrato, attenzione, non raccontato, i chiaroscuri
che fanno parte di ciascun individuo, i contrasti che compongono ogni
esistenza. Io ho visto personaggi a 360° rivelati con una meticolosità che mi
ha fatto riflettere su quanto l'autrice abbia lavorato sulla costruzione di
ognuno di essi, sulla struttura e sì, sulla ricerca. Monica non ha lasciato
nulla al caso, si è documentata a fondo su tutte le parti che componevano i
protagonisti e comprimari per far sì che li vedessimo anche a occhi chiusi e
potessimo camminare con loro tra le pagine di quelle vite come cameraman che
riprendono in primo piano. Pochi refusi a parte, il libro merita una prima
lettura e anche una seconda più approfondita per poter apprezzare tutta la cura
che Monica ha infuso nel proprio lavoro che, chiaramente, ama. Se proprio devo
trovare delle pecche, se così la vogliamo chiamare, sono i pochi riferimenti al
libro precedente all'inizio della storia, infatti ho dovuto faticare un po' a
entrare in una vicenda già definita, ma è davvero un'inezia trascurabile per
quattro stelle meritatissime. Brava, Monica!
Grazie per le splendide parole spese per il romanzo.
RispondiElimina