Genere: Storico
Editore: Amazon
Publishing Prezzo: € 3,99 ebook
Uscita: 26 Settembre 2017
Sinossi:
Roma, 50 d.C. Massimo Valerio Messalla è nobile di nascita, colto per educazione e guerriero per scelta, ma la sua libertà sta per finire: il padre gli impone di sposarsi, per garantire una discendenza alla stirpe dei Valeri. Ottavia Lenate è una giovane inquieta e curiosa, appassionata di scienza e astronomia, che desidera la conoscenza, non un marito, specie non uno ruvido e affascinante come Messalla, l’uomo a cui scopre di essere destinata. Massimo e Ottavia si trovano così forzati in un’unione decisa da altri, finché il Fato non li porterà ad Alessandria d’Egitto. In quella terra arida, sterile come l’anima di Messalla e ricca di tesori nascosti come lo spirito di Ottavia, una terribile minaccia in arrivo dal passato metterà a rischio tutto ciò che Massimo, il Leone di Roma, ama e vuole proteggere…
Roma, 50 d.C. Massimo Valerio Messalla è nobile di nascita, colto per educazione e guerriero per scelta, ma la sua libertà sta per finire: il padre gli impone di sposarsi, per garantire una discendenza alla stirpe dei Valeri. Ottavia Lenate è una giovane inquieta e curiosa, appassionata di scienza e astronomia, che desidera la conoscenza, non un marito, specie non uno ruvido e affascinante come Messalla, l’uomo a cui scopre di essere destinata. Massimo e Ottavia si trovano così forzati in un’unione decisa da altri, finché il Fato non li porterà ad Alessandria d’Egitto. In quella terra arida, sterile come l’anima di Messalla e ricca di tesori nascosti come lo spirito di Ottavia, una terribile minaccia in arrivo dal passato metterà a rischio tutto ciò che Massimo, il Leone di Roma, ama e vuole proteggere…
La serie "Roma Caput Mundi" è così composta:
0,5 - Roma 39 d.C. - Marco Quinto Rufo (Prequel)
3 - Roma 46 d.C. - Vendetta0,5 - Roma 39 d.C. - Marco Quinto Rufo (Prequel)
4 - IL LEONE DI ROMA
L'autrice:
Adele Vieri Castellano ha pubblicato per Leggereditore il suo primo romanzo storico, Roma 40 d.C. Destino d’Amore, dopo aver vinto il concorso di racconti indetto dalla stessa casa editrice nel 2011. Un successo seguito da Roma 42 d.C. Cuore Nemico (2012) Roma 39 d.C., Marco Quinto Rufo (2013), Il Gioco dell’Inganno (2013), ambientato a Venezia nel 1796 e Il Canto del Deserto (2015), ambientato in Egitto nel 1871.
In self-publishing ha pubblicato una raccolta di racconti storici La Legge del Lupo e altre Storie.
Con EmmaBooks, editore femminile digitale, ha pubblicato un Romantic Suspense nel giugno del 2014, Implacabile, il primo libro della serie Legio Patria Nostra (in cartaceo in self-publishing).
Un suo racconto contemporaneo è nelle antologie Gli uomini preferiscono le befane e Voci a Mater, sempre di EmmaBooks.
Il primo romanzo della serie Roma Caput Mundi, Roma 40 d.C. Destino d’amore, è stato pubblicato nel 2014 anche in Portogallo.
Dopo una lunga attesa è arrivato finalmente il
momento di leggere del Leone di Roma Massimo Valerio Messalla, un uomo tutto
d'un pezzo, un nobile fiero ma umile, un condottiero fenomenale:
«Conosco la guerra, la mia casa sono i campi di
battaglia; il mio gladio, il mio scudo e il mio cavallo sono le uniche cose che
so non mi tradiranno mai. Non so nulla del carattere delle donne, della loro
dolcezza, né sento il desiderio di imparare.»
Messalla è il sunto di tutti i protagonisti già
apparsi in questa saga. Attrae l'attenzione del lettore fin dalle prime pagine,
in quel prologo straziante che fa temere il peggio.
Ottavia è stata una rivelazione! Una donna
insolita per l'epoca, dotata di una mente fine e intelligente, portata per la
matematica, l'astronomia e la letteratura:
“Non era a suo agio con le persone, non trovava
mai le parole giuste nelle rare occasioni in cui il padre le permetteva di
incontrare i suoi ospiti. Preferiva leggere, vivere le vite descritte dai
poeti, dagli storici o dai sapienti.”
Ho sempre amato la storia antica ai tempi della
scuola, non mi pesava assolutamente come materia, anzi! Sono cresciuta
divorando libri su i miti e leggende della cultura ellenistica ed egiziana,
dulcis in fundo sono da sempre innamorata di Roma e del suo glorioso passato.
Per chi non ricordasse bene la storia, avere a che
fare con una donna come Ottavia all'epoca era praticamente una rarità: le donne
non avevano la possibilità di avere un'istruzione come noi la intendiamo oggi.
Non potevano studiare, maneggiare denaro, girare da sole per la città,
specialmente se di nobili origini. Erano “allevate” per diventare buone madri,
contrarre matrimoni prestigiosi in modo da dare lustro alla famiglia e,
soprattutto, obbedire docilmente prima al pater familias e poi
al marito... Io avrei dato sinceramente di matto!
Da questo punto di vista ho sempre più apprezzato
la cultura egiziana: in Egitto le donne avevano molto più potere e godevano di
molto più rispetto.
E come a confermare questa cosa, ecco il pensiero
di Massimo su Ottavia sin dal primo incontro:
“Un’erudita, una specie da evitare come una
malattia incurabile, pensò Massimo.”
Il cuore di Messalla è stato messo a dura prova
fin dall'adolescenza: ha perso da ragazzo quello che considerava il suo unico
grande amore, e ora è divento freddo e d'acciaio. Il suo carattere e il suo
fisico sono stati forgiati da un duro addestramento militare e dal deserto
egiziano. Non sa più cosa vuol dire amare, conserva gelosamente il ricordo di
quell'unico amore perso, ma non è di certo un monaco! Insieme al suo compagno
d'armi, nonché migliore amico, il principe germanico Raganhar, non ha condiviso
solo la gloria della battaglia, ma anche le gioie dei lupnari:
“La curiosità aveva avuto il sopravvento sulla
cautela di entrambi, giovani uomini introversi, solitari, intelligenti, divisi
dalle proprie origini. Aveva fatto accendere una prima scintilla di fiducia e
stima. Si erano visti e piaciuti in quel modo tutto maschile di intendere
amicizia, cameratismo e complicità. Si rispettavano e lo avevano fatto dal
primo istante in cui i suoi occhi verdi e baldanzosi di barbaro si erano
fissati in quelli azzurri, distanti, del Romano.”
Raganhar ha avuto su di me un fascino particolare
e durante la lettura il mio pensiero più di una volta è stato catturato più da
lui che da Messalla. Saranno forse i suoi occhi del colore delle foreste
germaniche, oppure il suo aspetto rude e selvaggio, oppure la passione che in
tutti i modi cerca di non provare per la bellissima Giulia Urgulania, che non
sembra mai trovare pace.
Questi due personaggi “minori” per me hanno
rischiato di rubare la scena alla coppia principale e nutro ancora la speranza
che un giorno la Castellano decida di dedicare loro un libro: anche solo una
novella mi andrebbe bene – operazione stalking iniziata!
Anche Giulia, come Ottavia, di cui è intima amica
nonché una specie di madrina, è una donna romana molto particolare, che ha
saputo trarre ogni vantaggio possibile dalla sua condizione di matrona e che
ora non vuole più dipendere da un uomo:
“«Non aspettarti mai niente da un uomo.
Soprattutto che la pensi come te, che ti capisca, che provi le tue stesse
emozioni. Sembrerà strano ma, pur vivendo entrambi sulla Terra, al mondo non ci
sono esseri più diversi.» «...L’amore è un sentimento raro e prezioso, mia cara
bambina, non tutti hanno il privilegio di goderne o di essere ricambiati.»
Il libro come sempre è magistralmente scritto; la
parte romantica si amalgama alla perfezione con le scene d'azione, agli
intrighi di palazzo, ma senza prevaricarlo. L'ambientazione storica è accurata
e dettagliata. La ricerca compiuta da questa autrice è qualcosa di eccezionale;
non ci si improvvisa autrici di storici senza fatica, sudore e giorni spesi
sulle cronache romane arrivate sino a noi da un lontano passato.
Sento spesso dire che le donne dovrebbero scrivere
solo romanzi d'amore per la loro natura sognatrice, materna, delicata, ecc...,
ecco perché per me la Castellano, come altre sue colleghe, dimostra invece che
le donne sono capaci di tutto e che, se la storia fosse stata scritta da loro,
ora sarebbe molto diversa.
Spero sinceramente che la signora Castellano
decida di fare qualcosa riguardo alla “presunta” fine di questa serie: anche se
ci volessero ancora un paio d'anni io sarei disposta ad aspettarla, e
voi?
In questo capitolo della saga romance-storica
sull’antica Roma ideata dalla Castellano lo scenario si sposta in Egitto. È
stato affascinante immaginare come potesse essere Alessandria, il deserto e la
vita all’epoca: mi sono lasciata trascinare dalla natura, dalle sensazioni,
dalle architetture, dalla cultura. Mi ha colpita soprattutto il fermento
scientifico. Come sempre, ho trovato interessanti i riferimenti religiosi, che
per tutta la serie sono stati attinenti e ben argomentati.
La resa psicologica dei personaggi è come sempre
perfetta. Mi hanno intrigato le personalità di tutti, principali e secondari,
buoni e cattivi. L’attenzione è centrata sulla coppia protagonista: Massimo
Valerio Messalla e Ottavia Lenate.
Massimo mi ha colpito dalla sua apparizione nei
libri precedenti. Con questo libro mi ha completamente conquistata. Lo reputo
uno dei personaggi maschili più complessi della serie. Lo abbiamo lasciato
irrequieto e scapestrato. Da allora è stato forgiato, il potenziale è emerso in
tutto il suo carisma: è diventato un guerriero letale, inflessibile, dal forte
senso dell’onore. Ma l’anima è rimasta inquieta, ardente e sensibile, la mente
colta e appassionata di cultura.
Ottavia l’ho rivalutata durante la lettura, fino a
considerarla una delle figure femminili meglio riuscite della serie. La sua
indole è stata contenuta dalla famiglia, dalla mentalità dell’epoca,
dall’innocenza della giovane età. Si è dovuta adeguare, nascondendo le sue
propensioni e pulsioni. Cela, infatti, una natura intrepida, che si riflette
nel suo essere curiosa, assetata di sapere, erudita.
Costretti a un matrimonio combinato, Ottavia e
Massimo imparano ad amarsi. Il percorso come coppia si snoda soprattutto sul
piano psicologico, da un lato perché devono partire dalle basi del rapporto,
superando le insicurezze e le diffidenze, dall’altro perché entrambi hanno
un’inclinazione razionale, soprattutto lei. Su questo fronte, è interessante
l’ammirazione di Massimo per la mente brillante di Ottavia, il suo esortarla a
esporsi senza timore.
Non manca la sensualità. L’inizio è cauto, perché
la situazione viene accolta come dovere. Ho adorato il comportamento di
Massimo: mostra delicatezza e attenzione verso la moglie, anche se non la
accetta. Lei subisce il fascino di Massimo, anche se non tollera la sua tempra.
La semplice infatuazione di lei e la resistenza sentimentale di lui si
evolvono, fino a esplodere nella passione dell’amore.
Assistere alla conquista reciproca del cuore è
stato avvincente: è una danza psicologica, oltre che sensuale, che si fonda su
presupporti diversi da quelli incontrati nella serie fino ad ora.
Durante la narrazione emerge un’altra coppia:
Raganhar e Giulia Urgulania.
Ho adorato il legame autentico e cameratesco tra
Raganhar e Massimo. Anche l’indole dell’ex principe germano è stata plasmata.
Non ha perso lo spirito con cui lo abbiamo conosciuto, tipico della sua gente e
del ruolo che aveva tra i Germani. Questo spirito è stato affinato per
diventare uno strumento al servizio del guerriero che è diventato. Ma se il
carattere di Massimo è ombroso, Raganhar può essere considerato il suo opposto,
il sole.
Persino Giulia è stata modellata dalla vita che le
è stata riservata. Ormai conosciamo bene lei e le sue vicende. In questo volume
viene finalmente analizzata la sua personalità, o meglio, ciò che è diventata.
Il suo è un ritratto intenso: è una donna matura, affascinante, volitiva,
passionale e perspicace, con ferite nell’anima che non riesce a sanare.
Purtroppo il rapporto tra Raganhar e Giulia non è
ben eviscerato. Infatti, sembra che proceda troppo rapidamente e il piano
psicologico è affrontato in modo marginale. Ciò che accade al loro legame è
adeguato a questa incertezza narrativa.
Non ho apprezzato in pieno la scelta dell’autrice
di affrontare due coppie: entrambe avevano bisogno di un’analisi approfondita,
ma si sono tolte spazio a vicenda. In particolare, incentrarsi su quella
principale ha sacrificato l’evoluzione del rapporto tra Raganhar e Giulia.
Mi sono piaciuti i personaggi secondari. I cattivi
di turno sono all’altezza delle aspettative e della Storia: scaltri, spietati,
sensuali, spregiudicati. Appaiono poco, ma sono sempre al centro
dell’attenzione, tanto che, come lettrice, ho dovuto sopportare una lenta
agonia nell’aspettare l’ultima, inevitabile mossa.
Il ritmo è lento perché la storia è più corale e
scandaglia le emozioni dei personaggi, ma ovviamente non mancano le avventure,
condite dalla sensualità, da colpi di scena e da scontri feroci, che promettono
violenza. Tuttavia, reputo il finale troppo rapido, in contrasto con la
lentezza dell’impianto narrativo e del ritmo.
Lo stile adatta la fluidità attuale al contesto
storico, coinvolgendo il lettore.
De Il leone di Roma mi hanno
conquistato l’ambientazione suggestiva, le peripezie, i personaggi carismatici
con le loro insicurezze, la sensualità. Ciò nonostante risente delle incertezze
riscontrate. Peccato… Spero che non sia l’ultimo
tassello della serie e che l’autrice regali altre emozioni!
Nome completo: Massimo Lucio Valerio Messalla
Nato a Roma il 1 agosto del 20 d.C., giorno della
festa di Marte Ultore, lo stesso giorno di nascita dell’imperatore Claudio
Gens: Valeria
Padre: Gaio Valerio Messalla - Madre: Lucia
Aurelia
Capelli: neri
Occhi: azzurri
Segni particolari: cicatrice sulla guancia
sinistra
Colore preferito: giallo
Metallo: quello del suo gladio
Portafortuna: un sesterzio d’argento
Ascendente: scorpione
Nato a mezzogiorno in punto
il 1 agosto in una villa sul Celio nel momento più caldo dell’estate, quando il
sole elargisce a piene mani il suo calore e la spinta vitale. In lui coesistono
forza, coraggio, generosità.
Magnanimo, espansivo, con un’apparente sicurezza
che in realtà non corrisponde alla sua realtà interiore, più ostentata che
vissuta. Possiede una natura indipendente, dice sempre quello che pensa anche
se, nel farlo, può tradire una certa condiscendenza e superiorità. Ma in lui
anche la superiorità è un pregio: gli consente di restare fermo, deciso, poco
influenzabile.
Fin dalla fanciullezza ha dimostrato una
propensione alla filosofia, ha studiato retorica e diritto, è entrato a otto
anni nel collegio dei Salii, uno dei collegi sacerdotali più importanti di Roma
dedicato al Dio Marte. Si racconta che un giorno ognuno dei piccoli sacerdoti
avesse lanciato, durante un rito, una ghirlanda di fiori sull'ara di Marte:
solo la sua si posò sul capo del dio, le altre finirono a terra.
A quindici anni assume la toga virile e si fidanza
con Domizia, il suo grande amore.
È un uomo dotato di una forte carica seduttiva, è
conscio del potere della propria bellezza ma non la usa mai come arma o per
sfruttare. Conquista con un mix di inestricabile fascino interiore ed
esteriore. Brillante, carismatico, provocatore; dotato di un’intelligenza
spiccata e di memoria eidetica, è nato per brillare in qualsiasi campo venga
messo alla prova. Possiede un cuore generoso e la consapevolezza del proprio
valore, sa di appartenere a una stirpe di uomini gloriosi, è cosciente della
natura divina racchiusa in sé e in ogni essere umano.
Marte è il suo protettore e lui è altrettanto
volitivo, la fiamma del suo coraggio arde vivace, è impulsivo, passionale e
istintivo ma nel fondo del suo cuore è tenero, fedele e ama profondamente,
tanto che pensa di averlo fatto una sola volta nella vita.
Corre dei rischi, la sua vitalità viene
dall’istinto e dal coraggio. L’istinto non è guidato dall’intelletto e il
coraggio viene dalla sua generosità e dal fuoco che arde in lui. Non gli
importa di correre dei rischi e la vitalità lo spinge ad accelerare i tempi, a
“bruciare” le tappe. Ma in lui c’è anche un lato riflessivo, meditativo anche
se il suo segno zodiacale è quello del comando: assume le proprie
responsabilità ed è un punto di riferimento per i suoi legionari.
Ama il giorno, il sole, la luce, ma la notte è sua
sorella e considera le stelle compagne inseparabili della sua esistenza.
Profondamente legato alla famiglia, a causa dal
forte rispetto che ha verso i valori tradizionali, Roma e i genitori, soprattutto
il padre, visto che ha perso la madre in giovane età. Il rapporto con Gaio
Valerio, anche se un tempo è stato conflittuale, ora è improntato su basi
solide poiché ne rispetta l’autorità.
Dentro di sé dice: “Io amo per sempre” e quel
sentimento è legato indissolubilmente alla sessualità, a causa della forte
carica vitale che palpita in lui. È un esteta, guarda alla bellezza e
all’eleganza in ogni campo. È fedele: una volta fatta la sua scelta, vivrà con
la persona che ama e con lei crescerà i suoi figli, desiderati, curati,
protetti.
Nome completo: Ottavia Lenate
Nata a Roma il 19 febbraio del 32 d.C.,
Gens: Ottavia
Padre: Manlio Ottavio Lenate - Madre: Sergia
Lenate appartenente alla gens Sergia
Fratello: Lucio Ottavio Lenate
Capelli: Castani con riflessi rossastri
Occhi: grigi
Segni particolari: nessuno
Colore preferito: azzurro, come le cinque
acquemarine del bracciale di sua madre
Metallo: oro
Portafortuna: un sesterzio d’argento
Ascendente: Vergine
Il segno degli ideali umanitari, della
fratellanza. Gli Acquari cercano sempre di migliorare la vita di chiunque,
Ottavia non sarà da meno. Il suo potere proviene dall'intelletto, talvolta è
distaccata, impersonale, ma crede nella giustizia e nelle tradizioni. Ha un
grande bisogno di libertà, non le piace sottostare alle regole anche se, avendo
un profondo senso di rispetto verso gli avi e l’autorità del pater familias,
rispetterà sempre le leggi di Roma.
È estremamente intelligente, analitica, curiosa.
Le sue doti intellettuali potrebbero fare di lei uno scienziato, se non fosse
nata donna. Le piace imparare e apprende facilmente, al contrario del fratello
che però non l’ha mai contrastata. È affidabile, precisa, pronta a dare
consigli con realismo e buon senso chiunque glielo chieda.
Ottavia, nella sua semplicità, è eccentrica,
sorprendente, passionale ma grazie al suo ascendente, la Vergine, è introversa
e riflessiva.
Ama il blu, il colore del cielo e delle pietre che
indossa, il bracciale appartenuto alla madre morta nel darla alla luce. Il
colore rappresenta la spiritualità del suo segno. Ama studiare le stelle, è
interessata ai miti antichi e solo in apparenza è timida e remissiva: in realtà
è una ribelle, capace di porsi spesso mete al di là della sua portata. Per
questo affronta il quotidiano con una vena innovativa, idealista. È conscia
della realtà, considera le cose che accadono con certo distacco e questo le dà
la possibilità di valutare con spirito critico qualsiasi avvenimento.
Il suo ragionamento, di solito, si poggia su basi
concrete e in lei processi mentali ed emotivi s'intrecciano strettamente. Ciò
la porta spesso a rimanere sola, a essere incompresa dalla famiglia.
Ama la precisione, la matematica, ha ottime doti tecniche, è una perfezionista
che sa stare da sola e trovare in se stessa la forza per resistere alle
avversità. Padre e fratello hanno sempre pensato a lei come a una fanciulla un
po’ troppo originale, per questo l’hanno tenuta a freno in tutti i modi, senza
concederle quella libertà che per Ottavia è l’esigenza primaria per vivere
appieno la sua vita.
Quando non si sente amata e compresa soffre molto,
ma in ogni caso, anche nelle avversità, è capace di trovare la risolutezza per
andare avanti perché il passato le serve come esperienza di vita.
Il suo temperamento la spinge a desiderare di dominare i sensi e l'erotismo;
quest'ultimo ha uno sfondo cerebrale, un atteggiamento quasi distaccato o
riservato ma quando scoprirà l’amore, sarà capace di profondi sentimenti. Non
accetta tradimenti da parte di chi la ama o la delude, può tenere il broncio
per molto tempo.
Ottavia non è gelosa, questo sentimento è vissuto
come una costrizione assoluta alla propria e altrui libertà ma lei stessa è
gelosa, anche se vorrebbe morire piuttosto che ammetterlo; l’amicizia non la
concede a tutti, le sue amicizie sono rare e molto ponderate, sentite.
In certi casi dimostra un distacco che sembra
anche disprezzo assoluto per le opinioni degli altri, un'indifferenza che a
volte può essere scambiata per alterigia, ma è solo apparenza, dovuta alla sua
interiorità.
Al buon senso della Vergine abbina la capacità
tipica dell’Acquario di andare oltre le regole, per trovare soluzioni inedite:
un mix vincente in tantissime situazioni, che nella sua vita imparerà a
sfruttare appieno.
È piena di interessi, adora viaggiare e scoprire il mondo, non può fare a meno
della lettura e sarà proprio quest'ultima a farle scoprire l'amore...
GIVEAWAY
In palio 11 copie cartacee de Il Barbaro di Roma autografate
Per partecipare è sufficiente:
Per partecipare è sufficiente:
- Like alla pagina autore Adele Vieri Castellano – AVC Historiae
- Like alle pagine Facebook dei blog ( di seguito i link alle pagine)
- Condivisione dei post delle tappe su Facebook con tag di 2 persone
L’ estrazione degli 11 vincitori avverrà a blog tour concluso
I BLOG PARTECIPANTI
𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐯𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐩𝐨𝐬𝐭 𝐅𝐚𝐜𝐞𝐛𝐨𝐨𝐤 𝐜𝐨𝐧 𝐭𝐚𝐩𝐩𝐚
notizia fantastica!!! lo aspettavo da tempo
RispondiEliminagrazie
Valeria