Genere: Thriller
Editore: Newton Compton
Pagine: 320
Prezzo: € 2,99 ebook
Sinossi:
Vicino a un palazzo isolato c’è un bellissimo giardino dove è possibile trovare fiori lussureggianti, alberi che regalano un’ombra gentile e... una collezione di preziose “farfalle”: giovani donne rapite e tatuate in modo da farle assomigliare a dei veri lepidotteri. A guardia di questo posto da brividi c’è il Giardiniere, un uomo brutale e contorto, ossessionato dalla cattura e dalla conservazione dei suoi esemplari unici. Quando il giardino viene scoperto dalla polizia, l’unica sopravvissuta viene messa in salvo e poi interrogata. Gli agenti dell’FBI Victor Hannover e Brandon Eddison hanno il compito di mettere insieme i pezzi di uno dei più complicati rompicapo della loro carriera. La ragazza, conosciuta solo come Maya, è ancora sotto shock e la sua testimonianza è ricca di episodi sconvolgenti al limite del credibile. Torture, ogni forma di crudeltà e privazione sembravano essere all’ordine del giorno in quella serra degli orrori, ma nel racconto della giovane donna, che ha delle ali di farfalla tatuate sulla schiena, non mancano incongruenze e salti temporali... Più Maya va avanti con il suo terrificante racconto, più Victor e Brandon si chiedono chi o cosa la ragazza stia cercando di nascondere...
Il thriller più terrificante dell’anno
Oltre 100.000 copie vendute
Tra Il silenzio degli innocenti e Il collezionista di ossa
Da questo libro presto un film dai produttori di True Detective
I suoi (terrorizzati) lettori hanno scritto:
«Una storia agghiacciante e impossibile da mettere giù. Erano anni che un libro non mi toccava così nel profondo, fino a farmi tremare mentre lo leggevo. Brrrr.»
«Dopo aver letto la prima pagina ho capito che non avrei potuto più fermarmi. Inquietante, intelligente, indimenticabile.»
«Ho divorato il libro in una notte di puro terrore e totale divertimento, arrivando in ufficio la mattina dopo con profonde occhiaie e gratitudine per chi me lo aveva consigliato. Imperdibile.»
Il thriller più terrificante dell’anno
Oltre 100.000 copie vendute
Tra Il silenzio degli innocenti e Il collezionista di ossa
Da questo libro presto un film dai produttori di True Detective
I suoi (terrorizzati) lettori hanno scritto:
«Una storia agghiacciante e impossibile da mettere giù. Erano anni che un libro non mi toccava così nel profondo, fino a farmi tremare mentre lo leggevo. Brrrr.»
«Dopo aver letto la prima pagina ho capito che non avrei potuto più fermarmi. Inquietante, intelligente, indimenticabile.»
«Ho divorato il libro in una notte di puro terrore e totale divertimento, arrivando in ufficio la mattina dopo con profonde occhiaie e gratitudine per chi me lo aveva consigliato. Imperdibile.»
Lo
ammetto, sono fissata con le farfalle, una passione che ho da molto tempo e
che, dopo la lettura di quest'ottimo thriller, sto rivedendo.
Scherzo,
ma non sulla qualità del libro che, a mio avviso, è davvero strepitoso.
La
trama si svolge con una calma inquietante e la storia viene raccontata dalla
protagonista (vittima molto particolare) sotto interrogatorio dell'FBI.
Il
vero nome della ragazza emergerà solo alla fine, scopriremo, infatti, che il
“Giardiniere” l'aveva ribattezzata Maya e, come tutte le altre farfalle del
“giardino”, il cambiamento era stato doloroso e particolare.
Tutte
avrebbero dovuto dimenticare chi fossero semplicemente divenendo parte della
collezione del loro aguzzino. Molte le giovani e poco il tempo a disposizione
per abituarsi a una prigionia che ha dell'irreale.
Si
sa che le farfalle non hanno una vita lunga.
Maya
è l'unica che, a dispetto delle altre, sembra mantenere un aplomb e un distacco
che spostano, senza mai davvero delinearsi, i sospetti anche su di lei.
Una
vittima che a tratti sembra essere parte integrante del mondo nel quale è stata
rinchiusa. Un mondo di violenze “gentili” e di sottomissione quasi spontanea.
Dico “quasi” perché la punizione per chi non si adatta è molto scenografica e
ricordata per la vita, ma mai sanguinaria o terrificante. Se non dopo, come
un'opera d'arte... postuma!
L'aspetto
che più mi ha sorpreso è scoprire che la motivazione del serial killer non è
mai stata al centro delle vicende. Viene narrata come fosse qualcosa di
secondario e poco importante rispetto al resto, ad esempio alla psiche delle
vittime che viene articolata molto bene. Ognuna di loro ha una determinata
peculiarità, qualcuna più marcata di altre.
La
lotta tra male e bene è un altro punto cruciale che mi ha affascinato e
riportato agli albori di un King mai dimenticato. Si sa che il cattivo
rappresenta il male (in ogni storia, fiaba, racconto e vita reale) ma
Hutchinson lo traveste, quel male, dando a esso una facciata di normalità e
quasi di compassione. Non manca, ovviamente, l'elemento disturbante che
conferma indirettamente il quadro sbagliato e malato del cattivo, ma anche
quella parte più oscura e violenta vive come distaccata (apparentemente) dal
vero artefice di tutto.
Il
modo in cui l’autore fa trasparire la malsana gentilezza di un carceriere,
assassino e stupratore confonde le idee portando il lettore lì dove deve: di
fronte al dubbio, quel dubbio che corroderà un'altra pedina molto importante
fino al punto di rottura. Ma il messaggio che emerge è davvero inquietante e
non abbandona nemmeno dopo aver terminato il romanzo. Quello spiacevole senso
di aver pensato bene del male, facendosi ingannare sebbene già si conoscesse
(quasi) tutto il quadro finale.
È
tutto assurdo: dalla motivazione, all'agire, alle scuse, ai premi, ma non ci si
crede. Si è portati a vedere ciò che non è (incredibile abilità dell'autore) e
a giustificarlo per poi ricredersi e poi, ancora, dubitare.
Il
personaggio di Maya è qualcosa di eccelso, caratterizzato alla perfezione,
senza mai scivolare nel banale o nello scontato. Una ragazza di sedici anni che
è già donna e lo è a causa di un passato traumatico. Una piccola donna che non
piange, che non si dispera e che non mente mai... o quasi.
Una
psiche attenta e tutt'altro che manipolatrice. Fugge e si sottomette senza
angoscia apparente, sa celare se stessa sotto strati di indifferenza palesata
e, in tutto questo, riesce sempre a non passare dalla parte del torto.
Vittime
come lei la eleggono a guida e i carnefici la “venerano”.
Una
ragazza sola al mondo, almeno finché non si scopre essere indispensabile per
l'equilibrio del giardino e forse, anche per il dopo. Quel dopo che non esiste
nella mente di chi è passato sotto le mani e il volere del “Giardiniere”, quel
dopo che anche se arrivasse non lo si saprebbe affrontare.
Perché
è così, alla fine ci si abitua anche al male, pur di sopravvivere. Non lo si
comprende, ma lo si accetta perché la morte fa più paura.
Un
libro davvero bello, intenso e profondo che consiglio a tutti.
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