Genere: Storico fantasy M/M
Editore: Self Publishing
Pagine: 149
Prezzo: € 1,99 (e-book)
Uscita: 29 aprile 2018
Sinossi:
Nilio, guerriero Aldair, è tornato a casa.
I suoi dieci anni di servizio a Endora sono
finiti, eppure il suo cuore è pesante. Lo aspettano i suoi genitori e una vita
onorata, ma incompleta: Vikandro, l'uomo che Nilio ama da quando erano entrambi
ragazzi, non potrà essergli vicino.
Nella società bisessuale degli Aldair l'amore fra
due uomini non turba nessuno, ma il padre di Vikandro, un nobile fanatico,
contrario a qualsiasi cambiamento, non ha mai accettato la relazione del figlio
con chi proviene da una famiglia di mercanti e lo ha punito offrendolo al
tempio di Atavanno, il Dio Senza Cuore. Ormai è un guerriero sacro, costretto a
portare sempre una maschera con l'effigie della divinità e a ripudiare
qualsiasi sentimento.
Ma, durante i tre giorni dedicati a celebrare
Atavanno, Nilio e Vikandro si troveranno l'uno di fronte all'altro e il loro
sentimento esploderà di nuovo, portando un barlume di speranza.
Dovranno superare il dolore e il rancore,
affrontare il sangue e la morte sempre in agguato e sconfiggere gli intrighi
degli uomini, più che la collera di un dio.
Mi è dispiaciuto che questa novella fosse breve.
Presenta comunque una storia che appassiona. Si tratta di uno spin-off della saga
fantasy “Endora”: in un universo simil-medioevale, le donne comandano mentre
gli uomini sono sottomessi. Alcuni maschi sono costretti a prostituirsi per
anni, pur mantenendo un portamento da guerriero. Questi maschi appartengono al
popolo degli Aldair, che (finalmente!) viene esplorato nel racconto.
Ho letto la serie di riferimento e i maschi Aldair
mi avevano colpito per la loro fierezza e la bisessualità. Ero quindi curiosa
di conoscere gli Aldair. Non ne sono rimasta delusa: “I tre giorni di Atavanno”
esplora meglio le tradizioni, il modo di vivere liberamente la bisessualità e
la determinazione di questo popolo. Premetto che la novella può essere letta
anche senza aver conosciuto la saga principale “Endora”, ma consiglio di
rimediare alla mancanza.
L’autrice ha ideato un espediente ingegnoso per
permettere agli Aldair di sposare chi vogliono: il matrimonio azzurro si fonda
su una coppia etero, che farà i figli, a cui si associano i rispettivi amanti dello
stesso sesso, che contribuiscono alla famiglia. Anche se è uno stratagemma
inventato, rappresenta una lezione di civiltà per la società attuale che stenta
ancora ad accettare la bisessualità e l’omosessualità.
In particolare, viene esplorato il rapporto
tormentato tra Nilio, uno dei personaggi secondari che ho apprezzato della
serie “Endora”, e Vikandro, il suo amore (quasi) perduto. A loro si lega la
sorte di Amira, amica di infanzia di Nilio e Vikandro e promessa sposa di
Nilio, e la sua compagna Yati. Ho adorato la relazione tra tutti e quattro:
autentica e complice, a tratti cameratesca. Avviso che il racconto è un M/M, proprio
perché si centra sulla coppia Nilio-Vikandro, che deve sfidare l’autorità e il
fanatismo del padre di Vikandro. La passione tra i due giovani è tangibile e
viene delineata in modo appropriato per uomini fieri come loro. Posso
assicurare che la loro storia vi farà trepidare! Le scene sensuali sono degne
dei maschi Aldair, anche se non sono prevalenti nella narrazione. La loro
descrizione è esplicita rispetto alla saga “Endora”, ma mantiene una dimensione
allusiva che mi è piaciuta perché si accorda con il contesto e con lo stile
adottato.
La trama è ben concepita e, oltre ai sentimenti,
prospetta qualche colpo di scena notevole. Anche la caratterizzazione dei
personaggi minori è buona. Lo stile è quello a cui ha abituato la serie e noto
con piacere che migliora un poco alla volta: fluido, diretto, colloquiale ma
che rispetta il contesto, dall’impatto visivo.
“I tre giorni di Atavanno” è una piacevole lettura
che analizza l’universo fantasy di “Endora”, in particolare il popolo degli
Aldair che adoro, in un’ottica particolare, quella M/M. Il mix tra questi
componenti è riuscito e l’ho gradito!
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