Genere: M/M Paranormal
Editore: Triskell Edizioni
Pagine: 265
Prezzo: € 4,99 (E-book)
Uscita: 5 settembre 2018
Sinossi:
Alik Sakharov ha smarrito
se stesso: per la prima volta nella sua lunghissima esistenza, l’unione tra il
suo animo e il lupo che dimora in lui si è spezzata. E proprio quando l’Eos si
trova davanti un nemico inaspettato, un fantasma del passato pronto a distruggerli
tutti in nome della vendetta.
Liberare Oliver, rapito
dal crudele Walter e dai suoi seguaci, dona uno nuovo scopo ad Alik, che tenta
in tutti i modi di aiutare il giovane ad abituarsi alla sua nuova vita da
licantropo. Il lupo di Oliver, nato dalla violenza e dalla rabbia, chiama il
suo, un legame istintivo che potrebbe sanare la frattura dei loro spiriti e
unire persino i loro cuori, ma solo se sapranno trovare la forza di sconfiggere
i demoni che li tormentano.
L’Eos sta braccando Walter
e, quando la caccia minaccerà da vicino la sopravvivenza di Oliver, Alik non
potrà fare altro che lottare per lui, rischiando tutto pur di salvarlo.
Con il terzo capitolo de Le
luci dell'Eos ci stiamo pian piano dirigendo verso la fine della saga: i
cattivi rivelano la loro identità, la nuova signora dei vampiri, Nael, svela il
suo segreto...
Un volume ricco di mistero
con cui la Corsini mi ha davvero stupito; ormai conosco il suo potenziale, la
seguo dagli inizi, la sua dote migliore forse è la capacità di evocare le scene
che descrive direttamente nella mente del lettore.
Se nel primo volume ero
rimasta incantata dalla descrizione del manto di Kane, dalla sua presenza
fisica in forma di leopardo, stavolta è il legame che Alik ha con il suo lupo
che mi ha conquistata:
“Si stese accanto a Oliver, avvolgendolo con il proprio corpo più massiccio e trasmettendogli tutta la pace che riuscì a trovare dentro di sé. Il lupo più piccolo infilò il muso dentro il pelo candido e soffice sotto la sua pancia e sospirò, scivolando pian piano nel sonno. Guardandosi intorno e fiutando l’aria per controllare che non ci fossero minacce imminenti, anche Alik si tranquillizzò. Era bello avere qualcuno di cui occuparsi.”
Avevamo
conosciuto Alik nel libro precedente: aveva dovuto recarsi nelle sue terre
d'origine per sistemare alcune cose lasciate in sospeso da tempo. Al suo
ritorno il lupo bianco dagli occhi di ghiaccio non è più lo stesso, la sua
anima è spezzata in due:
“Non era mai esistita una contrapposizione tra la sua forma umana e quella animale, mutare per lui non aveva significato separarsi da una parte di sé per acquisirne un’altra: Alik era sempre stato il lupo, qualsiasi corpo abitasse la sua mente.”
Col passare
dei giorni la paura di non potersi ricongiungere più al suo lupo diventa un
peso insormontabile, ma è qui che entra in gioco il giovane Oliver, oggetto di
una missione di salvataggio. Il ragazzo, che è il migliore amico di Connel -
protagonista del secondo volume della serie, Macana- è stato fatto prigioniero
dagli ultimi sopravvissuti del regno di terrore di Leda, che lo hanno reso un
licantropo contro la sua volontà. È del tutto all’oscuro della vera identità
del compagno di Connel, non ha scelto lui di diventare un mutaforma e non
riesce ad accettare la sua nuova “vita”.
Oliver e Alik
sono alla ricerca di sé stessi, il legame che sembra instaurarsi da subito tra
loro è quello del destino che ha deciso di unirli per la vita, permettendo loro
di ritrovare la pace:
“Tutto, a partire dal suo odore, eccitava il lupo, non solo in modo sessuale ma nemmeno senza quella componente. La bestia voleva proteggere Oliver, confortarlo, coccolarlo e, qualora fosse stato ben accetto, anche possederlo. Si sarebbero occupati di lui, se fosse dipeso dal suo lato mannaro, perché il giovane sembrava destinato ad appartenere a loro. Era un pensiero animale, istintivo e selvaggio, qualcosa che gli era impossibile cancellare.”
Come dicevo all'inizio c'è
anche tanta Nael in questo libro.
La sua personalità e il
suo potere escono dalle pagine del libro in tutto la loro complessità e il
rapporto che la lega ad Alik, moy volk lo chiama, mio lupo, è qualcosa
di davvero poetico:
“Nael era la sua Signora, un titolo che Alik non avrebbe mai pronunciato ad alta voce per non turbarla, ma che era reale nel suo cuore, perché la fedeltà che provava era assoluta. Impegnarsi al suo servizio accettando il dono del suo sangue non aveva significato solo giurarle obbedienza...Nael aveva dato uno scopo alla sua esistenza e nel medesimo tempo l’aveva liberato da un destino che gli era stato imposto...”
Nael mi aveva colpito
subito ma non mi aspettavo nulla del genere...
Non spetta certo a me
raccontarvi cosa celi quando si ritira nelle sue stanze con i suoi fedeli
guerrieri, il mio compito è semplicemente quello di spingervi a leggere questo libro, l'ennesima riconferma del talento dell'autrice che
ha dato una sua personale interpretazione di un mito classico – leggete la sua
postfazione, mi raccomando - che mi ha sempre affascinata.
Ora sono più
che mai curiosa di leggere la storia di Nael:
“Elegante e solenne al pari di una regina, ornata di sangue e scintille di potere ribollente, Nael uscì, allontanandosi lungo i corridoi sotterranei. Sulla sua scia, c’era profumo di rimpianti.”
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