"Ogni falsità è una maschera, e per quanto la maschera sia ben fatta, si arriva sempre, con un po' di attenzione, a distinguerla dal volto."
Alexandre Dumas
Passione e mistero nel racconto
"LA DAMA E IL FALCO" di Emma Bianchi.
Venezia, febbraio 1805
Le luci
di Palazzo Foscarini si riflettevano sulle acque quiete della laguna.
Era una
notte perfetta. Il cielo non era altro che un’immensa distesa di blu puntellata
di stelle e avvolgeva l’intera città come le braccia di un amante. Il vento era
appena una leggera brezza fra i capelli e la luna, uno spicchio di timida luce
pallida, sembrava più misteriosa che mai.
Juliette
si soffermò su di essa per un lungo istante e poi abbassò la sottile maschera
di pizzo nero sul viso. Ispirò profondamente l’aria profumata della sera e, per
la prima volta da molto tempo, avvertì una sorta di strisciante nervosismo
attraversarle il corpo.
Non
capiva perché, ma quella notte era diversa dalle altre. Quella notte pareva
scesa sulla terra per scuotere gli animi e far innamorare i cuori.
Sto diventando patetica
si disse fra sé e sé. La malinconia è una
delle tante cose che non posso permettermi. Né stasera, né mai.
Con un
movimento fluido l’elegante gondola si accostò davanti all’ingresso dell’imponente
dimora illuminata a festa. Il singhiozzare dei violini si mischiava al
tintinnio dei calici di champagne e quest’armonia di suoni giungeva fino alle
orecchie di Juliette come filtrata da un lontano sogno.
Juliette
avrebbe voluto chiudere gli occhi e lasciarsi cullare da quella struggente
melodia per sempre. Avrebbe voluto dimenticare il passato e persino il
presente. Avrebbe voluto assaporare per un attimo quello che la gente comune
chiamava vita. Una vita in cui non c’era spazio per le menzogne, il pericolo e
i segreti.
Tutte
cose che invece Juliette conosceva bene. Forse troppo bene.
Il freddo
metallo della pistola nascosta fra le pieghe del suo abito di velluto, la
riportò bruscamente alla realtà.
Scosse la
testa dandosi della sciocca. Questa non è
una notte da fiaba, ricordò a se stessa.
Questa è una notte da spie. Ed io sono la migliore.
*
«Viene
chiamato “il Falco”. Ghermisce la preda prima ancora che questa lo veda
arrivare. Dovrete guardarvi le spalle signore».
«Un’abitudine
che ho fatto mia da molto tempo a dir la verità».
«Stavolta
è diverso, vostra grazia».
Christopher
Sutherland, conte di Devenry si voltò per scoccare un’occhiata di
disapprovazione al proprio valletto.
«Turner,
quante volte vi ho detto di non chiamarmi vostra grazia nemmeno in privato?».
«Sono
desolato signore».
«Dicono
che sia il miglior agente al servizio di Fouché» insistete il giovane dopo
qualche minuto di silenzio. «Astuto. Senza scrupoli. Letale».
«Ottimo»
commentò il conte senza scomporsi minimamente. «Mi aspetto un po’ di
divertimento da questa serata».
Turner si
avvicinò per sistemare il nodo della cravatta del conte.
«Dicono
che sia riuscito a ingannare persino i russi».
«Comincio
a preoccuparmi Turner. A sentirvi parlare, sembrate essere il suo più fervente ammiratore».
«Cerco
solo di mettervi in guardia signore».
Colui che
si faceva chiamare il Falco era, infatti, una vera e propria leggenda fra i
servizi segreti francesi. La sua fama e il racconto delle sue mirabolanti
imprese avevano raggiunto persino le coste britanniche. Gli agenti di Sua
Maestà erano stati costretti a prendere atto della minaccia che il fantomatico
Falco costituiva per l’intera Europa.
Christopher,
tuttavia, sapeva bene che molto spesso le leggende non erano che un’abile e
fantasiosa costruzione di menti umane. E le menti umane commettevano errori.
La
specialità di Christopher era quella di usarli a proprio vantaggio.
Il conte
era un uomo che univa a una irremovibile fiducia nelle proprie capacità il più
rigido autocontrollo. Nulla gli sfuggiva e niente lo intimoriva.
«Credete
che la missione avrà successo?» domandò il valletto.
«Non lo
credo. Lo so.»
*
Il ballo
era in pieno svolgimento e Juliette vi s’immerse senza indugi.
Il tempo
era sempre un nemico e doveva essere costantemente tenuto a bada. Lo scambio
sarebbe avvenuto nel giro di pochi secondi ed era essenziale che sembrasse
naturale. Se fosse andato tutto secondo i piani, nel giro di un’ora Juliette
sarebbe stata ormai lontana e con in tasca i più importanti documenti di cui la
Francia si sarebbe mai potuta servire.
I
travestimenti degli invitati creavano un caleidoscopio di scintillanti colori. L’atmosfera,
carica di luci e musica, affascinava e incatenava le menti. Cento e più
maschere diverse circondavano Juliette che, a un certo punto, ebbe
l’impressione di essere stata risucchiata in un vortice inarrestabile.
Urtò una
giovane dama in abito bianco e dal volto nascosto.
«je suis
désolé» sussurrò Juliette mentre si chinava a raccogliere i rispettivi ventagli
caduti.
«c'est
toujours ça!» rispose l’altra ridendo e agitando la mano inguantata si
allontanò seguendo il ritmo dell’orchestra.
Procedendo
fra la folla un nuovo brivido colse di sorpresa Juliette.
Qualcosa
stava per accadere e lei non era assolutamente preparata ad affrontarla.
*
Christopher
rimase nascosto nell’ombra.
Una fonte
sicura gli aveva riferito che il Falco avrebbe partecipato al consueto ballo in
maschera che ogni anno si teneva a palazzo Foscarini in occasione del Carnevale.
Un secondo agente gli avrebbe consegnato i documenti segreti che poi il Falco
avrebbe consegnato a sua volta direttamente nelle mani di Fouché attraversando
l’intera Francia.
Christopher
era lì per impedirlo.
Il Falco
era un maestro del travestimento ed era solito concludere le proprie missioni
in breve tempo. Lasciare il ballo prima del dovuto avrebbe attirato
l’attenzione generale ed era per questo che Devenry sapeva di non poter
commettere errori.
Il Falco
non avrebbe mai compromesso la missione uscendo dall’ingresso principale ma
avrebbe preferito piuttosto dileguarsi facendo uso dell’ingresso riservato alla
servitù.
Ed era
proprio lì che Christopher lo stava aspettando.
Un rumore
di passi interruppe il corso dei suoi pensieri. Qualcuno si stava avvicinando e
sembrava anche avere una certa fretta.
Il conte
non doveva esitare.
Christopher
agguantò la figura misteriosa trascinandola dietro una delle tante porte chiuse
che si affacciavano sul corridoio.
Quando si
accorse di avere fra le braccia una donna, era ormai troppo tardi.
Una donna
che però non avrebbe dovuto essere lì.
Il conte
lanciò uno sguardo all’elegante abito, ai gioielli e all’elaborata
acconciatura.
Sembrava
una degli invitati ma l’istinto gli suggeriva altro.
Con un
gesto deciso le strappò la maschera e si ritrovò a fissare un paio di magnifici
occhi neri. Occhi che parevano sfidarlo.
Non sembrava
spaventata. Sembrava furiosa.
La donna
provò a sfuggire dalla sua presa ma il conte non le permise di fare più di un
passo in direzione della porta.
Il suo
istinto non falliva mai.
*
La
piccola borsetta che la donna portava con sé conteneva una minuscola lettera
ancora sigillata. Il conte spezzò il sigillo e spiegando il foglio macchiato d’inchiostro
si ritrovò a leggere una lunga sequenza di lettere scritte in codice.
Christopher
spalancò gli occhi.
Non
poteva crederlo ma si trovava alla presenza del più famoso agente francese di
tutti i tempi.
«Qual è
il vostro nome?» domandò.
«Non vi
basta sapere di aver catturato il Falco?» ribatté lei. Aveva una voce calda e
suadente ma incrinata a tratti da una lieve nota metallica.
Christopher
la fissò intensamente.
«Non m’interessa
il Falco al momento. M’interessa la donna che ho davanti. Confesso di trovarla
molto più eccitante».
Lei non
seppe resistere e si odiò per questo. «Juliette» rispose in un sussurro «mi
chiamo Juliette».
«Juliette»
ripeté lui assaporando ogni lettera. «Vi si addice».
La donna
fece spallucce. «È un nome come un altro» disse «e molto meno pomposo del
vostro scommetto».
«Cosa v’induce
a crederlo?» indagò l’uomo incuriosito.
«La puzza
di voi aristocratici si avverte a miglia di distanza».
«Dovrete
impegnarvi di più se il vostro obiettivo è scatenare il mio disappunto».
«Oh non
intendevo offendervi» replicò subito Juliette. «La mia era una semplice
constatazione».
Gli
angoli della bocca dell’uomo si sollevarono in un sorriso che la conquistò.
«Siete
una donna pericolosa» le disse.
Anche voi siete abbastanza pericoloso. Nessun uomo dovrebbe
possedere occhi del genere.
«Vi
sbagliate» disse lei invece. «Non sono una donna particolarmente pericolosa.
Sono solo meno ingenua delle altre».
«E
diventare uno degli agenti più noti della Francia di Napoleone è il vostro modo
per dimostrarlo al mondo?».
Juliette
rimase per qualche attimo in silenzio.
«Ditemi monsieur,
siete fedele al vostro paese?» chiese. «Sareste disposto a fare qualunque cosa,
affrontare ogni ostacolo, per esso?».
«Sarei
disposto a morire per il mio paese».
Juliette
sorrise. «Allora non potremo che andare d’accordo. Anch’io sarei disposta a
morire per il mio paese. O credete forse che il mio impegno sia meno forte del
vostro a causa del mio essere donna?».
«Credo,
semmai, esattamente il contrario».
Quell'uomo
la intrigava. Era arrogante, imperscrutabile e terribilmente inglese.
Era il nemico.
Avrebbe
dovuto odiarlo.
«Voi inglesi…» sbuffò «non so mai se stare a
sentire le vostre inutili chiacchere o farvi fuori e risparmiarmi la fatica».
«Siete con le spalle al muro eppure il vostro
spirito bellicoso è ancora vivo e ribelle. Una attitudine tipicamente
francese».
«Dal punto di vista di voi inglesi deve essere
sconcertante. Mostrare delle emozioni intendo».
Gli occhi di lei risplendevano nel buio. Era
bella ma la sua era una bellezza fatta d’acciaio, così diversa da quella delle
donne cui era abituato.
«Siete dunque convinta che siamo incapaci di
provare sentimenti?».
«Sono convinta che siate freddi e grigi come la
vostra terra».
«Un errore abbastanza comune» bisbigliò
Christopher appoggiando le labbra alla base del collo di Juliette e risalendo
lentamente verso l’alto. «Sono tentato di mostrarvi quanto questa vostra
convinzione sia sbagliata».
«Solo un inglese potrebbe essere capace di tanta
arroganza» replicò Juliette.
Il tocco dell’uomo era delicato come una piuma
ma da ogni punto che le sue labbra toccavano si scatenava un incendio di
sensazioni.
Juliette trovò sempre più faticoso mantenere un
respiro regolare.
La mano
dell’uomo si fermò sul suo seno ansante.
«Sembrate
in difficoltà madame» le sussurrò accostando le labbra al suo orecchio.
Juliette
soffocò un gemito e sollevando lo sguardo cercò il suo.
Le iridi blu
scuro si erano tinte di un invisibile sfumatura che la donna non poté non
riconoscere.
Era
passione, pura e semplice passione. La stessa che sentiva scorrere nelle vene e
che ora le impediva di fuggire da quella camera.
Juliette
portò la propria mano sopra quella di lui e strinse. Lo sentì trattenere il
respiro.
«Non
quanto voi monsieur» ansimò
in risposta.
Fu allora
che le loro labbra s’incontrarono. Il desiderio di entrambi si manifestò in un
bacio che non aveva nulla di dolce e poco di prudente.
Le dita
di lui affondarono fra i boccoli di Juliette. L’uomo la attirò a sé con un
gesto brusco e trasformò il bacio in un’autentica invasione.
Quando si
staccarono il mondo parve rallentare di botto e il cuore di Juliette perse un
battito. Doveva approfittare di quel momento se voleva portare a termine la
missione.
Dio solo
sapeva quanto le sarebbe costato.
«Temo sia
ora di dirci addio monsieur» sussurrò.
Christopher
si accorse solo allora della piccola pistola frapposta fra loro.
Imprecò. «Non
vi lascerò andar via così».
Juliette rimase
per un attimo turbata dalla tempesta che scorse nel suo sguardo.
«Non
potete impedirlo» disse.
«Concedetemi
almeno un altro bacio».
Juliette
lo fissò. «Non prolungherò ancora la mia agonia» rispose.
Si mosse
verso la porta e rapida la spalancò.
*
Christopher
la rincorse ma quando l’ebbe quasi raggiunta il grande salone si aprì davanti a
loro. Prima di essere inghiottita dalla folla lei si voltò un’ultima volta
dalla sua parte. Era avvolta dalle luci della festa mentre lui, nell’ombra del
corridoio, non poteva che rimanere incantato a fissarla. Pochi secondi e dopo
lei sparì.
Il Falco
aveva spiccato il volo.
Christopher
maledisse se stesso e la debolezza che grazie a lei aveva scoperto di possedere.
Il
pensiero di aver completato la missione e recuperato i documenti non gli diede
alcun conforto.
Voleva
quella magnifica creatura per sé.
Non era
finita.
Ovunque
fosse andata, lui l’avrebbe ritrovata.
*
Juliette
abbandonò il capo sui cuscini della gondola.
Era
sicura che non avrebbe mai dimenticato quella notte.
Aprì il
delicato ventaglio e scorse fra le pieghe una serie di parole scritte in
codice. Lo scambio era riuscito alla perfezione. Le informazioni di cui la
Francia aveva bisogno erano al sicuro fra le sue mani.
Perché
allora non riusciva a fermare il tremore che le scuoteva?
Palazzo
Foscarini scompariva lentamente dal suo orizzonte ma Juliette si rese conto che
un pezzo di lei era rimasto chiuso fra quelle stanze.
Non era
finita, si disse.
Il gioco
era appena iniziato.
L'autrice:
EMMA BIANCHI è
lo pseudonimo di Alessia Lo Bianco, studentessa universitaria e grande
amante della lettura. Si diverte a scrivere recensioni per il blog Sognando Leggendo (con
il nick Cerridwen) del quale è una felicissima collaboratrice e dove,
fra le altre cose, cura una rubrica dedicata al romance, Lovers
Corner's. All'interno de "Le Stagioni del Cuore", rassegna di racconti
romance organizzata da La Mia Biblioteca Romantica, è possibile leggere
un frammento/estratto di romantic suspense, Fino alla Fine; il suo racconto Aspettando l'alba è inoltre arrivato fra i sei finalisti della rassegna RossoFuoco(2012) sempre sul medesimo blog. Un suo racconto historical romance D'Oro e di Velluto, inoltre, è stato pubblicato sul numero 12 della rivista Romance Magazine. Con il racconto Miss Unity Freedom e la ragazza scomparsa ha
vinto il concorso E-vamporismi e andrà a comporre un'antologia in
uscita per La Mela Avvelanta Edizioni; mentre con un altro racconto
fantasy Respiro di Drago ha
vinto il concorso Le Terre del Mithril. Il racconto "Scia di fuoco" ha
vinto la segnalazione delle redattrici de La Mia Biblioteca Romantica
per la rassegna Senza Fiato. Si è inoltre classificata fra le cinque
finaliste del Premio Romance 2013.
Bellissimo!! Intrigante al punto giusto ma soprattutto mi è piaciuto il fatto che la spia fosse una donna e non il solito uomo! Grande! Scritto benissimo, in poche righe ho avvertito tutta la preparazione di Juliette, la tensione, il suo "scontro" con Christopher e il modo in cui la missione del Falco sia comunque giunta al termine ^_^
RispondiEliminaBravissima!!!
Il giusto mix di giallo e passione...
RispondiEliminaBrava!!!
Brava come sempre
RispondiEliminaAlessia mi piace molto. Come sempre sa gestire bene il racconto, con giusta tensione. Sono certa che con qualche battuta in più sarebbe perfetto :)
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