Ma lui ti ha fatto capire che questa è la tua forza.
E ti aiuterà a prendere il destino nelle tue mani.
UNA RAGAZZA DEVE IMPARARE A DIVENTARE PADRONA DEL PROPRIO DESTINO.
Genere: Romance
Editore: Corbaccio
Pagine: 320
Prezzo: € 14,90
Uscita: 9 Gennaio 2013
Sinossi:
New York, anni Venti, i famosi Roaring Twenties: Anna ha sedici anni e fin da bambina aiuta la madre, una famosa medium, negli spettacoli. Ma, contrariamente a sua madre che è un’abile attrice, Anna ha veramente il dono di «sentire» le emozioni altrui e di predire il futuro. E in questo futuro vede sua madre in pericolo: le sue visioni si fanno sempre più intense e spaventose, al punto che Anna decide esplorare fino in fondo questa parte di sé che aveva sempre negato. Così, quando Cole, un ragazzo misterioso, si trasferisce in un appartamento vicino e introduce Anna a una società segreta che studia proprio persone come lei, Anna si trova costretta a confrontarsi con il suo passato e con le certezze della sua vita. Ma Anna è anche una sedicenne come tante altre, con i suoi istinti ribelli, i suoi capricci e la sua rabbia esplosiva. E, come tutte le ragazze della sua età, anche lei è alla ricerca dell’amore e dell’affermazione di se stessa. Riusciranno le sue abilità a districare la rete di intrighi in cui, suo malgrado, è caduta? E, soprattutto, la sua sensibilità sarà in grado di farle individuare qual è il suo vero destino? Riuscirà Anna l’illusionista, brava a liberarsi da quasi tutto, a liberarsi dei condizionamenti e a seguire il suo cuore?
RECENSIONE A CURA DI MARY G.:
New York, anni ‘20 del 1900. Il proibizionismo è
al suo apice e la mondanità è dilagante.
Nei teatri ogni sera si offrono intrattenimenti
di ogni tipo, ma quelli che vanno per la maggiore sono gli spettacoli di
illusionismo.
Proprio su un palco molto noto si esibiscono le
Van Housen, madre e figlia da sempre alle prese con una vita ricca di
avventure.
Anna, la più giovane del duo (nonché figlia di
Madame Van Housen e protagonista del romanzo), si esibisce incantando il
pubblico con vere e proprie illusioni e con reali trucchi medianici, al
contrario della madre che è un’assoluta ciarlatana.
La nostra protagonista, dopo una vita itinerante
per gli Stati Uniti, apprezza molto l’essersi stabilita - si presume per molto
tempo – a New York, tuttavia sarà proprio dopo il suo arrivo nella città che si
rende conto che il suo potere di sensitiva sta aumentando e non riesce a
spiegarselo.
Oltre a questa incertezza, deve fare i conti con
l’entrata in scena di due uomini che le suscitano interesse (Owen e Cole),
inquietanti visioni, una madre dispotica e altamente insopportabile, il timore
di un possibile smascheramento e una minaccia proveniente da oltreoceano che
porta il nome di “Società per la ricerca parapsicologica”.
Non vi racconto la trama in modo dettagliato né
vi accenno tutti i personaggi altrimenti vi rovinerei la lettura.
Il romanzo mi ha lasciata un po’ perplessa. Di
per sé è leggibile, lo stile non è male e il tutto è molto chiaro, ma nel
complesso è insipido.
Se l’intento di Teri Brown era quello di scrivere
un paranormal romance di ambientazione storica, non c’ha preso per nulla.
I romanzi con un fondo di storia realmente
accaduta devono essere, a mio avviso, curati nei piccoli particolari, cosa che
in questo caso non avviene!
A parte nominare un paio di volte il
proibizionismo, il vestiario, le automobili e gli elettrodomestici, i personaggi
si esprimono in modo poco consono all’epoca in cui si muovono.
A dare un tocco di storico c’è la grande figura
di Hudini, che apparsa un paio di volte tenta si risollevare la storia, senza
riuscirci.
Parlando invece dell’aspetto paranormal non ci
siamo nemmeno un po’! Se per paranormale vogliamo limitarci ai poteri di Anna e
alle apparizioni che si presentano durante le due misere sedute spiritiche
allora siamo a cavallo, ma secondo me ci vuole ben altro per centrare il genere.
La suspance, che alcuni avvenimenti avrebbero
dovuto suscitare, non esiste, come effettivamente non esiste il mistero legato
alla figura del cattivo di cui si intuisce l’identità sin dall’inizio.
Anna è un personaggio che, se fosse stato
sviluppato bene, avrebbe avuto il suo potenziale. Avrebbe avuto bisogno di una
maggiore enfasi di quel carattere che purtroppo non riesce mai a emergere del
tutto.
La figura materna è una vera diva negativa; per
quasi tutto il romanzo finge, finge di essere una madre, una medium,
un’attrice, una persona corretta e a modo.
È il classico esempio di donna che non dovrebbe
essere madre, tuttavia è caratterizzata talmente bene che la si odia veramente!
Come da copione, dati gli ultimi tempi, non
poteva mancare il triangolo amoroso che questa volta -ringraziando il cielo,
Odino, gli Dei o chi volete- è decisamente sottotono perché, da sedicenne qual
è, Anna è molto goffa ed impacciata nelle questioni amorose.
L’autrice ha voluto dotare Cole, ragazzo di
origini inglesi temporaneamente vicino di casa delle Van Housen, di un’aura di
mistero e fascino che tuttavia non è riuscita ad emergere.
Non mi spreco nemmeno a dire due parole su Owen
perché sinceramente non le merita (e non lo faccio per cattiveria o perché sono
Team Cole!).
Un’altra nota negativa è la presenza di errori di
“stampa” e refusi, cosa alquanto strana visto che solitamente le edizioni
Corbaccio sono il più delle volte molto accurate.
Sorvolerei anche sul fatto che come di consueto
il titolo italiano non si sa cosa c’entri con il contenuto (anche se in questo
caso nemmeno il titolo originale era rappresentativo della trama,
diciamocelo!).
Tirando le somme se mi dovessero chiedere se lo
consiglio direi di no.
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