Recensione:" QUELLA VITA CHE CI MANCA"di Valentina D'Urbano.

Genere: Romanzo
Editore: Longanesi
Pagine: 332
Prezzo: € 14,90
















Sinossi: 
Gennaio 1991. Valentino osserva le piccole nuvole di fiato che muoiono contro i finestrini appannati della vecchia Tipo. L'auto che ha ereditato dal padre, morto anni prima, non è l'unica cosa che gli rimane di lui: c'è anche quell'idea che una vita diversa sia possibile. Ma forse Valentino è troppo uguale al posto in cui vive, la Fortezza, un quartiere occupato in cui perfino la casa ti può essere tolta se ti distrai un attimo. Perciò, non resta che una cosa a cui aggrapparsi: la famiglia. Valentino è il minore dei quattro fratelli Smeraldo, figli di padri diversi. C'è Anna, che a soli trent'anni non ha ormai più niente da chiedere alla vita. C'è Vadim, con la mente di un dodicenne nel bellissimo corpo di un ventenne. E poi c'è Alan, il maggiore, l'uomo di casa, posseduto da una rabbia tanto feroce quanto lo è l'amore verso la sua famiglia, che deve rimanere unita a ogni costo. Ma il costo potrebbe essere troppo alto per Valentino, perché adesso c'è anche lei, Delia. È più grande di lui, è bellissima - ma te ne accorgi solo al secondo o al terzo sguardo - e, soprattutto, non è della Fortezza. Ed è proprio questo il problema. Perché Valentino nasconde un segreto che non osa confessarle e soprattutto sente che scegliere lei significherebbe tradire la famiglia. Tradire Alan. E Alan non perdona. Questo è un romanzo sull'amore, spietato come solo quello tra fratelli può essere. Ma è anche un romanzo sull'unico altro amore che possa competere quello che irrompe come il buio in una stanza.


Non appena è arrivata alle mie orecchie la notizia che Valentina D’Urbano sarebbe tornata con un nuovo libro, ho fatto i salti di gioia. Quando ho saputo che sarebbe tornata proprio alla Fortezza quasi mi sono messa a piangere!
È stato inevitabile per me pensare a Bea e ad Alfredo: hanno lasciato il segno, impossibile dimenticarli. Il loro libro, Il rumore dei tuoi passi, mi ha tenuta sveglia la notte e sapere di dover tornare alla Fortezza mi ha fatto pensare a loro. È stato proprio per questo che non sono riuscita ad apprezzare in pieno questo libro, purtroppo. Ero sempre lì a pensare a quei personaggi che ormai non c’erano più, che hanno lasciato un vuoto nella Fortezza e nel mio cuore. La famiglia Smeraldo mi è entrata dentro, sì, ma non è riuscita a lasciarmi un segno indelebile.

“Ho scelto la strada facile e non ho neanche provato a imboccare quella difficile, quella che porta fuori, in qualche altro posto. Ho scelto insieme a te la strada che gira intorno, quella che non porta da nessuna parte e quando arrivi sei ancora al punto di partenza ed è come se non ti fossi mai mosso.”

La Fortezza non è un posto come tutti gli altri, dalla Fortezza non ne esci pulito. È un posto che ti marchia, ti cambia, ti mette faccia a faccia con una realtà che in molti preferiscono evitare, far finta che non esista. Ma c’è, esiste.

“Il sangue si lava, non è quello il problema. Il problema sono le cicatrici, che rimangono e a distanza di anni ti ricordano chi sei e chi avresti potuto essere, e per questo fanno un male pazzesco.”

La famiglia Smeraldo è una di quelle che dalla vita non si aspetta più nulla, l’unica cosa che cerca di fare è andare avanti. Ma Valentino non vuole solo andare avanti, vuole farcela, vuole uscirne, vuole avere una vita pulita. Alan, tuttavia, non fa altro che trascinarlo in un mondo sporco, quello della Fortezza, perché loro vivono lì, perché loro sono nati lì.

“Ti devi sfogare. Tu non ti incazzi mai, ti tieni tutto dentro. Fai sempre la parte di quello tranquillo, equilibrato. Ma prima o poi scoppi. Hai bisogno di scaricarti, Vale.”

Finché, poi, non arriva Delia che cambia tutto, stravolge la vita di Valentino, da quel momento in poi non esiste solo la sua famiglia, ma esiste anche Delia.

“Si guardarono a lungo, occhi neri e occhi azzurri. Si guardarono senza dirsi niente, ché tante cose tra di loro già le capivano senza doverne parlare. Un ragazzino e una donna sul tetto di quella città troppo grande per loro.”

Alan non la accetta molto volentieri, anzi, cercherà in ogni modo di ostacolare la loro relazione.
Valentina D’Urbano è riuscita nuovamente a trascinarmi in un mondo differente dal mio con il suo stile crudo, reale, che ti entra dentro, senza mezze misure. Quella vita che ci manca è un insieme di sentimenti forti, dolore, speranza, rabbia, amore. Un miscuglio perfetto capace di afferrare il lettore e tenerselo stretto fino alle ultime pagine, quelle che lanciano il colpo finale, e non fanno altro che lasciarti senza parole. 





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