Perché l'ebook è superiore al cartaceo? Ce lo spiega Teresa Siciliano. Preparatevi a leggere la storia di una grande conversione dalla carta al digitale!
Quando da ragazza, dopo i romanzi
d’appendice tipo La capinera del mulino
o La portatrice di pane, mi avvicinai
alla letteratura “femminile”, lo feci con la casa editrice Salani che
pubblicava I Romanzi della Rosa. Si trattava di volumi rilegati con
sovracopertina che costavano 800 lire: all’epoca una bella sommetta. Ma,
proprio negli stessi anni, Mondadori cominciò a vendere in edicola gli Oscar,
suscitando, per la verità, un certo scandalo, dal momento che la cosa appariva
quasi una dissacrazione.
Ogni titolo costava solo 350 lire e, soprattutto, si
acquistava vicino casa: tenete presente che allora (ed ero già al liceo), pur
vivendo a Roma (in periferia), non ero mai entrata in una grande libreria, solo
nelle cartolibrerie, dove, a parte gli scolastici e qualche romanzo d’appendice
tradizionale, solo allora, proprio con gli Oscar e via via le altre collane
economiche, cominciarono ad arrivare i libri di narrativa. Dal momento che
eravamo quasi tutti poveri (ma, ha ragione Cazzullo, non ci si lamentava), non
è che avessimo paghette e simili. Per cui io, maniaca della lettura al punto
che i miei genitori temevano per la mia salute, mettevo da parte le 30 lire che
ogni giorno mia madre mi dava per comprarmi il cornetto da mangiare a scuola. Ero
molto magra e i miei genitori temevano sempre che mi venisse “quella malattia”,
che all’epoca era ancora la tubercolosi. In capo a 12 giorni potevo comprarmi
un libro (mi restavano 10 lire per acquistare dal bidello una cioccolatina).
Andavo alla cartolibreria più vicina, dove la padrona era gentilissima e mi
permetteva di guardare tutti i libri a disposizione (che erano pochi, badate)
per trovare il migliore su cui investire i risparmi fatti.
I miei genitori avevano solo la licenza
elementare e quindi i libri a casa mia entrarono quando, a partire dal 1957, io
cominciai a frequentare la scuola. Chi voleva farmi un regalo (e non è che
succedesse spesso) mi portava un libro e io li foderavo tutti, li maneggiavo
con delicatezza, li riponevo con cura (non rammento dove, prima che
acquistassimo una libreria “svedese”), li leggevo e rileggevo al punto di
saperli a memoria. Vederne crescere il numero, anno dopo anno, mi rendeva molto
orgogliosa. Stardi era il mio mito e, se non sapete chi è, andate a leggere Cuore.
Solo quando ero all’università fu
aperta una biblioteca circolante nel complesso della mia scuola media. Non mi
pareva vero poter prendere in prestito quello che volevo e portarmelo a casa. Naturalmente
la fornitura era modesta, ma per un po’ di tempo mi bastò. Però ancora comprare
libri era comunque costoso e per tutta la giovinezza ho sofferto la fame. Di
libri soltanto, per mia fortuna. Ora, immaginatevi lo choc culturale quando,
nella primavera del 2013, ho scoperto che, ad esempio, i libri di Freud, che io
avevo potuto leggere solo in parte, erano in vendita online in edizione
digitale a mezzo euro l’uno. Lo confesso, fu l’unica volta in vita mia che
provai un’invidia divorante e assoluta per i miei alunni!
Come sanno tutti quelli che mi conoscono,
sono ormai una appassionata fan degli ebook. Appena si sono diffusi i reader,
ne ho comprato uno, ho imparato ad usarlo e l’ho portato a scuola. Quando usando
il mio sony feci la prova di lettura sul Principe
di Machiavelli, che avevo scaricato legittimamente gratis (?!), fu il segnale
per un’ondata di acquisti fra i miei alunni. In questi casi l’esempio è un
grande maestro.
Per quanto riguarda la narrativa ormai
compro solo edizioni digitali. Non giro più per le librerie e le edicole, ma faccio zapping sugli store online, non
sento più nostalgia per l’odore della carta che un tempo mi provocava quasi un
orgasmo e approfitto delle offerte.
Perché l’ebook è di molto superiore al
cartaceo? Innanzitutto non c’è più il problema di tenere in mano faticosamente
un tomo molto grosso: per anni ho avuto in libreria I Viceré di De Roberto senza leggerlo, perché era troppo pesante da
tenere in mano e difficoltoso da sfogliare. Appena ho avuto il reader, mi sono fiondata
… e dopo ero ancora più depressa, ma per altre ragioni. Posso ingrandire i
caratteri come voglio per non affaticare la vista, cosa che comincia ad essere
preziosa alla mia età. Le pagine non si sciupano, non si impolverano, non
ammuffiscono, non sbiadiscono, non ingialliscono, non si macchiano di coca cola
o caffè (ma attenti al reader). Se ti rubano il lettore (cosa che a me è
successa), puoi trasferire facilmente tutto di nuovo senza dover ricomprare
tutti i tuoi libri. Pare ci sia il problema che al momento attuale non è
possibile, come per i Darcy di austeniana memoria, arricchire la propria
biblioteca di generazione in generazione, così come mio suocero ha ereditato i
libri dal padre di sua moglie e li ha lasciati a me. E mio figlio (ancora tenacemente resistente al digitale) ha già
prenotato i miei, adesso che a breve mi trasferirò nell’appartamento accanto (da
single). Però immagino che si possa continuare a usare gli ebook di una persona
defunta, mantenendo attivo il suo account.
Gli ebook si comprano all’istante,
senza bisogno di uscire di casa e raggiungere una libreria. Mi pare di aver già
raccontato di quando fui travolta dalla mariani-mania e alle undici di sabato
notte riaccesi il computer (niente tablet allora) per comprare non so più se
due o tre volumi insieme. Insomma, lo ammetto, sono spesso in preda all’acquisto
compulsivo. Le altre fanno in genere shopping
di vestiti e scarpe. Io di libri. A ciascuno il suo.
E soprattutto, soprattutto gli ebook
costano molto di meno: di regola il 30 per cento in meno ufficialmente. Ma
ormai viviamo di offerte e compriamo un libro rosa a cifre fra 1 e 3 euro,
aspettando solo un po’. Non parliamo poi dei classici: ad esempio Guerra e pace di Tolstoj nella bella edizione
Garzanti l’ho presa a 0,99 (niente diritti d’autore, evidentemente neanche per
la traduzione, niente costi carta, distribuzione, magazzino, ecc.). Insomma
compro molto più di quanto riesco a leggere.
E portarsi libri in vacanza non è un
problema: non si devono più acquistare nel luogo di villeggiatura e
abbandonarli poi in albergo. Quando a giugno sono stata in Grecia, mi è bastato
il leggerissimo reader e perfino in aereo avevo dietro una biblioteca intera.
Per cui non parlatemi di quanto è buono
l’odore della carta. A parte che non sempre è vero, ormai non sono più capace neanche
di tenere un libro in mano: mi sento sempre scomoda.
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Anche questo articolo di Matesi è interessante, arguto e divertente, inoltre, dal mio canto, assolutamente condivisibile. Grazie a Matesi e al team!
RispondiEliminaTerri
Cara Matesi condivido in pieno tutto quello che hai scritto.
RispondiEliminaMio nonno aveva una libreria e sono cresciuta circondata dall'odore dei libri ma dal momento che adoro leggere e lo faccio in maniera compulsiva , malgrado un lavoro impegnativo e due figli, purtroppo per motivi economici mi sono convertita all'ebook reader .Non nascondo che alcuni miei autori preferiti continuo a comprarli su cartaceo sono pochi volumi all'anno rispetto agli 800 che scaricato da quando ho il mio kindle ( circa tre anni !!!!).
Aspetto sempre con gioia i tuoi commenti e le tue recenzioni.
Un saluto
Giù giù
Grazie e alla prossima, allora.
EliminaConcordo su tutto. Io che di e-Reader ne ho due...
RispondiEliminaMi associo: anch'io ho il kobo e il Kindle (più il Trekstor che funziona ancora, ma non lo uso più).
EliminaSto facendo lo stesso percorso. Con identica soddisfazione.
RispondiEliminaMatesi è sempre sul pezzo!condivido in pieno il suo pensiero,ma compro ancora i cartacei degli autori che amo di più ,e a maggior ragione se ho pa possibilità farli autografare dall'autore stesso alle fiere e presentazioni!attualmente ho un kobo da quasi due anni e un tablet fire della kindle per gli ebook che vengono pubblicati solo li e perché molto spesso gli autori li mettono gratis per delle promozioni.compro anche direttamente da siti sia in italiano che in lingua straniera,inglese e spagnolo.
RispondiEliminaciao Teresa, e complimenti per l'articolo :)
RispondiEliminaHo appena letto tre cartacei di fila (della Roberts) perché li avevo comprati qualche anno fa e ancora non li avevo letti, e i paperback ormai mi indispongono, basta che allenti un attimo la pressione e ti si chiudono sulle dita. E poi, rispetto al reader la pagina è "scura", soprattutto quando si legge la sera alla luce dell'abat-jour. Poi c'è quel problemino della mia mancanza di disciplina, tendo a scivolare in avanti nella lettura perché non resisto alla curiosità - con il reader non lo faccio perché altrimenti il poveretto non capisce più a che punto sono arrivata ;)
Legge sul reader mia figlia, che è in terza media, e ora legge sul reader anche mia madre, perché voleva leggere il GD Team così mio padre le ha regalato il Kindle lo scorso Natale. Si è pure riletta tutto Mike Summers, sul reader, che aveva già letto su carta, quindi immagino che l'abbia trovato comodo e divertente. Doveva fare un regalo a un'amica e mi ha chiesto di ordinarle un reader. Insomma, la lettura digitale è comoda per tutti, basta provarla. Per esperienza, le persone che mi rispondono "eh, ma l'odore della carta...", quando spiego che alcuni miei romanzi sono disponibili solo in digitale, sono quelle che leggono un libro all'anno. Per loro, forse, il reader non è poi così interessante ;)
P.S. Quei primi Oscar da 350 lire sono ancora lì, nella libreria di casa dei miei. Ecco, anche le librerie sovraccariche ringraziano i reader di casa :)
grandissimi complimenti a tua madre Monica!!
EliminaConcordo su tutto. Anche con le altre lettrici che però qualche libro lo acquistano di carta. Soprattutto testi: il gusto di sottolineare e infilare foglietti di riferimento non l'ho perduto. L'ebook mi liberato dalla proliferazione delle librerie! Evviva!
RispondiEliminal'unica cosa che talvolta mi fà odiare l'ereader è quando sul più bello si scarica e ti lascia a metà strada, cosa ovviabile se fossi più sveglia e controllasi quando lo spengo a che punto è la batteria ma alle volte sono a letto alla sera e non ci faccio caso e la mattina dopo lo infilo in borsa e mi accorgo che è scarico solo al pomeriggio quando lo accendo però per il resto viva l'ereader e l'ebook, anche se qualche cartaceo c'è sempre per il gusto della carta per tante cose forse per abitudine forse perchè non mi piace portare l'ereader in spiaggia tra la sabbia e allora in quello delle ferie in spiaggia cartacei sono più sicuri anche se meno comodi.
RispondiEliminaCon il kobo è possibile leggere anche mentre si carica. Anche questo problema è stato superato. Ma certo bisogna avere il caricatore e una spina a portata di mano.
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