Recensione: "PER UNA CAUSA COMUNE" di Andrew Grey

 




Genere: M/M,Contemporaneo
Editore: Dreamspinner Press
Serie: Una buona causa. Libro 2.
Pagine: 181
Uscita: 16 Agosto 2016
Traduttore: Ernesto Pavan
         







                                            

Sinossi:
  
Bryce Morton ha bisogno di cambiare aria: dalla morte del suo compagno, avvenuta un anno prima, è diventato distante e taciturno. I suoi amici, Jerry Lincoln e Akecheta (John) Black Raven, lo convincono ad andare in campeggio con loro in una riserva Sioux. Anche se l’idea lo lascia perplesso, l’interesse di Bryce aumenta quando conosce Paytah, il proprietario dell’emporio del posto.

La vita di Paytah Stillwater è colma di sofferenza e l’unica cosa che gli rimane è l’orgoglio. Dopo essere stato abusato da bambino e aver visto la propria denuncia accolta con incredulità, si è chiuso in se stesso, ma non riesce a mettere una pietra sul passato, perché la causa del suo dolore sta ancora nella riserva. Paytah è orgoglioso delle tradizioni del suo popolo e custode attento del proprio cuore, ma quando Bryce compie un gesto di altruismo nei confronti di un bambino nativo, le mura che ha costruito attorno a sé cominciano a crollare.

Bryce e Paytah devono affrontare entrambi il dolore che si portano dentro. Quando colui che ha fatto del male a Paytah posa gli occhi su uno dei ragazzini della riserva, i due devono mettere da parte la propria lotta interiore. La ricerca di un modo per fermare quell’uomo li unisce in una causa comune e nel cammino verso un futuro insieme.



La serie "Una buona causa" è al momento così composta:
2 – PER UNA CAUSA COMUNE




Attendevo molto questo secondo libro; avevo amato il primo, l'avevo trovato originale e incentrato su una tematica che non conoscevo: “la tratta” dei bambini nativi americani.
Ero rimasta letteralmente scioccata.
Conosciamo troppo poco la storia di questo antico popolo che ha corso il rischio di essere annientato dalla colonizzazione dei bianchi, e ancora meno sappiamo cosa accade e come si vive nelle “riserve”, i luoghi dove i nativi americani vivono cercando di mantenere le loro tradizioni.
Purtroppo, quello che conoscevo io non corrispondeva alla realtà e mi sento estremamente in imbarazzo per questo. Non voglio scaricare tutta la colpa ai media, ma l'idea che mi ero fatta derivava principalmente dalla visione di film discutibili e incentrati solo sulla figura bellicosa dei nativi americani, passati proprio attraverso questo mezzo.
Anche il nostro programma scolastico è stato un po' carente di informazioni, durante i tempi della scuola.
Certo, la nostra cultura è nata nel mediterraneo, vanta una storia più vecchia della “giovane" americana; capisco che si dia più importanza alle nostre origini, ma credo che qualche parola in più sulla storia dei nativi americani sarebbe stata utile.
Grazie alla visione di un altro film del 1990, del tutto diverso da quelli fino ad allora girati, e sto parlando del successo planetario “Balla coi Lupi”, molte delle idee sbagliate che mi ero fatta sono cadute.

In diverse serie scritte da Andrew Grey, il tema sociale la fa da padrone, è il cardine intorno al quale ruota la vicenda, e qui siamo in presenza di quello forse più odiato da tutti: l'abuso di minori.
I protagonisti della storia sono Bryce, il tecnico informatico che lavora per Jerry già apparso nel primo volume e reduce da un lutto che l'ha letteralmente distrutto, e Paytah, un orgoglioso nativo americano, molto serio e attaccato alle sue radici.
È passato già un anno dalla morte del dolce Percy, il compagno di Bryce, ma lui sembra non essersi ancora ripreso e — complice un campeggio nella riserva dove vivono i genitori di John Black Raven — la sua vita sembra essere destinata a cambiare.
Una scena molto poetica quella dell'addio a Percy, che sono sicura strapperà più di una lacrima.

“Le lacrime cominciarono a scorrere quando sentì la voce di Percy nel vento dirgli che andava tutto bene e che era ora di andare avanti. Ti amerò per sempre, ma c’è qualcun altro là fuori che ti amerà allo stesso modo, sembrava dire. Il vento lo accarezzò ancora una volta, poi sparì...“Non ho visto niente, ma ho sentito la voce di Percy nel vento,” rispose; poi attese, ma l’aria era immobile e andava raffreddandosi. “Mi ha detto che mi amerà per sempre, ma che è ora che io vada avanti.” Cacciò indietro le lacrime. “Ma era solo un sogno.” Lentamente, John scosse la testa. “No. Era una benedizione. Gli spiriti hanno acconsentito che lui venisse da te e ti desse un messaggio. Non ignorarlo o pensare di essertelo immaginato.”

Il primo incontro tra i due non è molto idilliaco; Paytah è orgoglioso delle sue origini e tradizioni, non è aperto al cambiamento, soprattutto non ha fiducia nell'uomo bianco. Sa benissimo, per esperienza personale, che non fa nulla per nulla e non riesce a credere che Bryce voglia semplicemente aiutarlo senza un tornaconto personale.
I due uomini stanno vivendo due tipi di dolore completamente diversi l'uno dall'altro, ma per entrambi sembra essere giunta la possibilità di andare finalmente oltre.
Bryce non riesce credere che un tempo, quel giovane dalla pelle color rame e i lunghi capelli neri e lisci, fosse sempre allegro; doveva essere successo qualcosa, e vuole a tutti i costi scoprirlo. 

Non so come Grey riesca a trattare temi così spinosi senza descrivere scene di violenza esplicita; riesce a rendere perfettamente l'idea dell'incubo vissuto da Paytah anche senza inviare immagini dettagliate al lettore, semplicemente attraverso un suo sguardo o il silenzio.
Il rischio di cadere nella morbosità è stato evitato grazie al tatto con cui si approccia alla vicenda, che rende meno oppressiva la lettura della storia, specialmente dal senso di giustizia che anima i protagonisti.

"Quello che stai facendo è una cosa buona e lo stai facendo per il motivo giusto. Non è per vendetta, ma per giustizia e per il desiderio di risparmiare ad altri bambini quello che hai subito tu. Non importa quello che pensano gli altri: stai facendo la cosa giusta.” Accarezzò una guancia di Paytah. “All’inizio qualcuno potrà non vederti di buon occhio, ma la verità vincerà e tu saprai di aver fatto bene. Usa questa consapevolezza come un’armatura."


Paytah è un vero guerriero che lotta per il suo popolo, e con Bryce dalla sua parte nulla sarà impossibile; Bryce — con le sue idee brillati nate dal cuore per aiutare il popolo di Paytah — che credeva che nulla avesse più senso senza il suo Percy, ora troverà finalmente la sua altra metà.







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