Recensione: "UN RE SENZA REGOLE" di Meghan March

Genere: Erotico

Editore: SEM

Pagine:

Prezzo: € 7,99 ( E-book)

Uscita: 24 Maggio 2018 

Acquistalo QUI

Sinossi 

New Orleans è il mio regno. Nessuno conosce il mio nome, ma in città il mio potere è assoluto.
Ciò che voglio lo ottengo sempre. Mi piace che la gente sia in debito con me. E che abbia paura. Soprattutto se si tratta di una bella, giovane vedova alle prese con un business da uomini.
Lei non sa che la volevo da molto tempo. D’ora in avanti io sarò il suo padrone. E poi potrei anche tenerla solo per il mio piacere. è il momento di riscuotere il mio debito. Keira Kilgore è proprietà di Lachlan Mount.

 La trilogia è così composta:

1. UN RE SENZA REGOLE ( King)

2. Queen

3. Desire

MEGHAN MARCH
Meghan March, autrice best seller in tutto il mondo, ha scritto più di venti romanzi. Negli Stati Uniti ha venduto oltre due milioni di copie. King è il primo capitolo di una trilogia, di prossima pubblicazione per SEM, che prosegue con Queen e si conclude con Desire.

A CURA DI ERICA D.

Buongiorno mie care amiche, oggi vi parlerò di un libro che mi è piaciuto tantissimo. 

"Un re senza regole" è il primo lavoro di Meghan March che viene tradotto e pubblicato in italia,  e devo dire che la scrittura fluida e diretta di questa autrice mi ha colpito molto.

Ora, ricordate queste mie parole: dopo aver conosciuto Lachlan Mount, niente sarà più come prima, o almeno dimenticherete tutti i protagonisti dei vari Erotic-Romance conosciuti fino ad ora.

Andiamo con ordine. Keira Kilgore, la nostra protagonista, è nei guai fino al collo.

Proprietaria di una delle più famose distillerie di whisky irlandese della sua città, la Seven Sinners Whiskey, si è molto indebitata con la banche per mantenere a galla l’attività di famiglia. Grande lavoratrice, ha però gestito male l’azienda permettendo al suo defunto marito di spillare troppi soldi dalle casse della distilleria.

È pronta a tutto per sopravvivere e riportare l’azienda agli antichi splendor e... chi si ritrova nel suo ufficio un mattino pronto a riscuotere una cambiale mai saldata di mezzo milione di dollari contratta dal marito con in garanzia la sua azienda ?

E qui entra in scena il nostro eroe (si fa per dire).

Keira ha sempre sentito parlare di lui, o per meglio dire, sussurrare: a nessuno verrebbe in mente di nominarlo apertamente.

Non è un fantasma. È qualcosa di peggio. È quel maledetto Uomo Nero di cui tutti in città sussurrano senza mai nominarlo, come se bastasse pronunciare il suo nome per farlo materializzare all'istante.

Lachlan Mount è colui che detiene gli affari sporchi della città di New Orleans; tutto quello che c’è di legale, ma soprattutto di illegale nella città, passa attraverso le sue mani, le stesse mani che ora stringono una cambiale che lui sa Keira non potrà mai pagare. 

Secondo voi che cosa chiederà al posto dei soldi che lei non potrà mai racimolare?

«Perché potrei essere disposto a prendere qualcos’altro in cambio.» Mi ci vuole uno sforzo sovrumano per mantenere la voce ferma mentre il cuore minaccia di esplodermi nel petto. «Cosa?» Lui si ferma a un passo da me e dalle sue labbra carnose esce un’unica parola. «Te.»

Keira ha 7 giorni di tempo per pagare (magnanimo, ammettetelo). Lei cerca in tutti i modi di trovare una soluzione ma, man mano che si avvicina la scadenza ultima della cambiale, si rende conto che è costretta a cedere allo sporco ricatto di un’uomo corrotto, spietato e forse anche un assassino, per tenere al sicuro i suoi cari e la sua azienda.

Inizia così un gioco al massacro tra i due. La nostra protagonista si rende conto che per uscire illesa da questa guerra si dovrà fare forza, non mostrare mai paura ed essere pronta ad attaccare. Non ha capito che le sue resistenze hanno il risvolto di far solo eccitare di più Mount, pronto a tutto pur di piegarla.

«Merda, non so cosa mi eccita di più. Quando mi tieni testa o quando mi obbedisci» dice lui mentre il suo palmo mi accarezza il culo quasi con reverenza. 

 

Un libro sexy, irriverente, moralmente scorretto e pericolosamente peccaminoso che non potrete fare altro che amare.

Non ci troviamo di fronte una protagonista debole e un eroe  irragionevolmente feroce., Keira e Mount sono forti, cazzuti, e si attraggono come due calamite.

La passione tra loro è esplosiva, le battaglie verbali elettrizzanti e i tira e molla sono da cardiopalma.

La loro, infatti, è una storia caratterizzata da scontri di volontà e da quel filo di passione irrazionale che li lega anche quando le circostanze li vedono contrapposti.

Sì, Mount è uno stronzo, un arrogante bastardo, e sì, riscuote il debito in un modo non eticamente corretto, ma in nessun momento il suo intento è l'umiliazione perché si comprende, grazie alla scrittura magistrale della March, che le sue condizioni sono solo un mezzo per raggiungere uno scopo. Per ottenere la bella e spregiudicata Keira.

Non aggiungo altro, ribadisco solo che  la storia vi terrà incollate alle pagine fino al finale, un cliffhanger da urlo!

Ma tranquille, non meditate ritorsioni: la SEM edizioni ha già divulgato la data dei prossimi due volumi, rispettivamente il 14 giugno e il 5 luglio. 

Forza, allora, cosa aspettate a leggere questa bollente storia?

Io ve lo consiglio caldamente!

NB.: Nel libro più volte si ripete la parola Whiskey, con la "E". Non è un errore!

Ora vi spiego: la Scozia e l’Irlanda sono i due principali paesi produttori di whisky al mondo. In Scozia i distillati di cereali vengono detti “Whisky”, mentre, in Irlanda sono denominati “Whiskey”. 

Le differenze tra i due whisky, però, non si fermano alla denominazione, ma vanno ben oltre e riguardano le tecniche di produzione, la lavorazione della materia prima e il numero di distillazioni totali subite dall'acquavite. Differenze che, naturalmente, si ripercuotono sulle caratteristiche organolettiche dei due liquori: il whisky scozzese  ha un sapore più intenso e torbato e quello irlandese, invece, è più delicato e conserva maggiori sentori di cereali. I malti irlandesi sono più rotondi ed equilibrati di quelli scozzesi ma, a differenza di questi ultimi, non conservano i caratteri distintivi dei territori d’origine che sono una peculiarità dei whisky scozzesi, più intensi e ruvidi proprio come i territori da cui provengono.