Genere: Romanzo Storico
Pagine: 590
Prezzo ebook: 1,05
Prezzo cartaceo: 10,00
Sinossi: Nella
Roma decadente e crudele dell'epoca di Nerone, centro del mondo e del crogiuolo
di tutte le razze e religioni dell'antichità, il giovane patrizio Vinicio si
innamora della timida Licia, figlia di un re svevo, allevata a Roma e educata
alla religione cristiana. Una passione drammatica e tormentata su cui la storia
rovescia tutta la folle ferocia della prima grande persecuzione contro i fedeli
del nuovo culto. Introduzione di Witold Gombrovicz.
A CURA DI TERESA SICILIANO
Si tratta del
miglior romanzo storico di ambientazione romana che sia mai stato scritto.
Prescindendo ovviamente
dalle Memorie di Adriano della Yourcenar, che non appartengono allo stesso
genere e sono cosa molto diversa e certo più alta.
La trama
affianca un amore “impossibile” fra una cristiana ed un pagano alla grande
storia ricostruita con scrupolo e attenzione sulla base soprattutto di Tacito.
Quindi nessuna forma di revisionismo storico, al punto che a Nerone viene
imputato ancora l’incendio di Roma, cosa normale visto che il libro è stato
pubblicato negli ultimi anni dell’Ottocento.
Il vero
protagonista finisce però per essere Petronio Arbitro, identificato senza
esitazione con l’autore del Satyricon, coinvolto nella congiura dei Pisoni. Il
personaggio viene in qualche modo reinterpretato in chiave decadente e
Sienkiewicz lo contrappone fortemente a Pietro e soprattutto Paolo, con cui si
incontra senza che sia possibile fra le due parti alcuna intesa. Perché
l’autore enfatizza le differenze piuttosto che le somiglianze fra cultura
pagana e cultura cristiana. Ma, seppure in modo diverso, sia Petronio sia
Pietro e Paolo e perfino il fanatico Crispo sanno andare incontro alla morte
con coraggio e dignità, ognuno sicuro delle proprie idee. Interessante il
ridimensionamento della figura di Seneca, l’aspetto che più prescinde dalla
fonte tacitea.
E nelle ultime
righe si sottolinea che, mentre Nerone è passato come il turbine, la tempesta,
l’incendio, la guerra e la morte, “la basilica di Pietro, dall’alto del
Vaticano, domina ancora la città e il mondo”. Come diceva negli stessi anni
Croce, non possiamo non dirci cristiani.
Questo è stato uno dei libri che mi portava la befana (la nostra befana era veramente povera e ci portava solo un libro a testa e caramelle) . Devo ammettere però che pur essendo uno dei miei preferiti, ho sempre letto solo la versione, tagliuzzata ed edulcorata, per ragazzi.
RispondiEliminaNe abbiamo parlato insieme a Novembre, ti ricordi, Teresa? Della sensualità di Eunice e della scena dello "svelamento". Grazie per questa bella recensione.
RispondiEliminaLinda
Prova
RispondiEliminaProva n. 2
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