Genere: Romance
Editore: Emma Books
Collana: Travel
Pagine: 184
Prezzo: € 3,99
Uscita: 6 febbraio 2015
Sinossi:
Nora e Caterina, madre e figlia, per tutta la
vita hanno avuto una relazione difficile nutrita di silenzi e di gesti mancati.
Quando Nora muore, tra gli oggetti appartenuti alla madre Caterina trova i
frammenti di una storia che non conosceva. Inizia così un viaggio a ritroso nel
tempo, verso sud, da Genova alla Puglia. A spingere Caterina a partire, solo
piccoli indizi: un abito da sposa di seta da paracadute, un camicino da
neonato, poche lettere, qualche fotografia. “L’estate del ’43. In autobus
Caterina pensa a Nora ventenne, nelle foto, che guarda il fidanzato americano.
Chissà cosa facevano quando s’incontravano, stavano in famiglia, passeggiavano
sulla piazza sotto gli occhi di nonna Rita, chissà se andavano al mare. Il
paese è in campagna ma il mare è vicino. Nora amava il sole, amava nuotare,
chissà se andava in spiaggia con quei costumi castigatissimi dell’epoca.
Finché, un giorno, lui parte per una missione, a bombardare qualche città in
Germania, e non torna più. Nora rimane col suo abito da sposa di seta del
paracadute. Perché il paese parlò? Uno scandalo?
Un segreto? Vorrebbe poter tornare nella casa di
Nora, la casa dove lei è cresciuta, sedersi in un angolo e ricostruire le
conversazioni, le liti, cercare di rivedere Nora entrare e uscire, muoversi da
una stanza all’altra, rivedere nonna Rita, rivedere suo padre.” Caterina non
sarà sola nel suo viaggio verso sud. Accanto a lei, Paola. E avvicinandosi alla
storia di sua madre, Caterina si avvicinerà anche a una parte sconosciuta di
sé.
L'autrice:
Emilia
Marasco, docente di storia dell’arte contemporanea e di Scrittura creativa
all’Accademia Ligustica di belle Arti, ha fondato e dirige il laboratorio di
Scrittura creativa Officina letteraria a Genova. Tra i suoi libri, La
memoria impossibile(Tea), Famiglia:
femminile plurale (Mondadori), La
distanza necessaria (Il
Canneto). Ha scritto il testo per lo spettacolo teatrale Madri
clandestine, rappresentato al Teatro
Stabile di Genova.
Questo
libro racconta da vicino la storia di una madre e di una figlia, e del loro
difficile legame. Tutto ha inizio quando la madre, Nora, muore improvvisamente
mentre è seduta sul divano a guardare la sua trasmissione preferita: Che tempo
che fa, di Fabio Fazio.
Caterina
è la figlia, un’insegnante molto severa, una donna fredda che vive sola e non
ha nemmeno un’amica. Nora, dal canto suo, è una madre anziana che ama molto la
figlia e adora abbellire la casa con ogni tipo di oggetto. Ora che è morta
tocca alla figlia disfare ciò che resta dell’esistenza della genitrice
occupandosi dello sgombero del suo appartamento.
“
Non c’è quasi nulla che io desideri tenere, mi sembra che nulla mi appartenga
…”.
Aprendo
una parentesi del tutto personale, essendo io figlia, mi ha stretto il cuore il
fatto che accanto al corpo inerme della povera madre sia stata trovata una
torta già pronta per la figlia Caterina (la stessa ricetta che Nora cucinava
ogni domenica, nella speranza di una visita che però non sempre le era
concessa).
Durante
lo sgombero dell’appartamento, Caterina scova un abito da sposa associato a un
abitino per un bimbo, riportanti entrambi una targhetta Usa 1943. Da questo
punto la storia entra nel vivo: Caterina, donna senza pace, che non si è mai
concessa nulla fino a quel momento, inizierà un viaggio da Genova verso la
Puglia allo scopo di scoprire nella sua città natale (dove non è mai tornata,
altro dettaglio che mi ha inizialmente fatto odiare questo personaggio) il
mistero celato dietro l’abito da sposa scovato nell’armadio della defunta madre.
Accanto
a Caterina, talmente misurata da bere esclusivamente caffè decaffeinato e
mangiare brioche vuote, in questo viaggio il lettore farà la conoscenza
dell’amica Paola, esuberante, un po’ sopra le righe. La donna porterà il
trambusto nella vita di Caterina e pure nel suo cuore, aggiungerei.
Mi ha
molto divertita che questa donnetta minuta, ossessivamente ordinata,
“paranoica” al punto da imbottirsi di Lexotan per affrontare il viaggio verso
la Puglia, sarà sconvolta nel profondo dall’attrazione verso l’amica Paola.
“ …
Caterina non riesce a rinunciare alla sensazione di calore proveniente
dall’abbraccio di Paola”.
“
Caterina contro il corpo caldo di Paola, sente la morbidezza della pancia e dei
suoi seni. Si sente sospinta dentro il gazebo …. è tra le gambe di Paola. Ora
Caterina non pensa più”
Adorabili
i familiari ritrovati da Caterina che la spingeranno a “costruirsi” una vita e
a dichiararsi nella sua vera “natura”.
“…
Datti pace, guarda avanti, non stare con lo sguardo indietro e cercati un
compagno”.
In
questo quadro tutto al femminile, si inserirà poi anche Rosaria (non ne svelerò
l’identità) una donna misteriosa sulla sessantina, che pare essere molto
“legata” a Nora.
Un
bel racconto che fa riflettere e, a parer mio, un’ottima pubblicità per lo
splendore della Puglia (che io adoro!).
Alla
prossima.
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