Il punto di vista in un romanzo รจ importante, soprattutto va usato bene per non confondere e annoiare il lettore. Scoprite come utilizzarlo e cosa NON fare nella nuova lezione di Laura Gay!
Lezione 5
La
maggior parte degli scrittori esordienti ha la tendenza a utilizzare un
narratore esterno o narratore onnisciente; le vicende vengono raccontate
dall’alto, ovvero da qualcuno che sa tutto dei nostri personaggi, dei loro
pensieri, di cosa hanno fatto e cosa faranno. Avete presente “I promessi sposi”
di Alessandro Manzoni? Bene. Si tratta di un esempio tipico di narratore
onnisciente.
Vi
chiederete: cos’ha che non va? ร semplicemente meno coinvolgente. Quanti di
voi, leggendolo a scuola, hanno pensato: “Che noia!”. Magari avrebbero
volentieri saltato delle pagine. Be’, di sicuro non sarebbe accaduto se Manzoni
avesse utilizzato questa tecnica.
Provate
a pensare alla differenza che corre tra il sentir raccontare una storia e il
viverla attraverso il personaggio stesso, coi suoi occhi, la sua mente e
sentendo sulla nostra pelle le sue paure. Non ci riuscite? Ok, partiamo con un
esempio:
Angelica scese dal treno trascinando una
pesante valigia, i capelli arruffati e le guance accaldate. Indossava un
vecchio abito sgualcito e stivaletti consunti che avevano visto giorni
migliori. Le persone intorno a lei si voltavano a guardarla stupite,
chiedendosi chi fosse e da dove venisse. Di certo non doveva appartenere a una
classe agiata, conciata in quel modo. Alcuni ipotizzarono che fosse una ragazza
mandata a servizio presso una famiglia abbiente, o peggio, una sbandata.
La ragazza si voltรฒ a destra e a sinistra,
in cerca dell’autista che era stato mandato a prenderla. Il pover’uomo l’aveva
aspettata per una mezzora buona e ora osservava impaziente tutti i passeggeri
che scendevano dal treno.
Ebbene,
questo รจ un brano in cui รจ stata usata la tecnica del narratore esterno. Si
conoscono i pensieri di tutti i personaggi, da quelli di Angelica a quelli dei
passanti o dell’autista. Proviamo ad usare il punto di vista di un unico
personaggio, invece.
Angelica scese dal treno trascinando
faticosamente la propria valigia. Si deterse la fronte sudata e fece una
smorfia. I suoi capelli dovevano essere terribilmente in disordine e le guance
le bruciavano come se avesse avuto la febbre. Rivolse uno sguardo distratto
alle persone che la circondavano. Alcuni passavano oltre, senza prestarle
attenzione. Altri invece la fissavano incuriositi. Scrollรฒ le spalle e cercรฒ di
individuare la persona che era stata mandata a prenderla. Non aveva idea di che
faccia avesse, poichรฉ non l’aveva mai visto prima. A un tratto, i suoi occhi
incontrarono quelli di un uomo con una divisa blu. Erano grandi e scuri.
Penetranti. Un brivido le percorse la schiena nel preciso momento in cui lo
vide. Stava battendo un piede con impazienza, la fronte corrugata in
un’espressione arcigna, quasi malevola. A un tratto sbuffรฒ, controllando
l’orologio al polso. Angelica si sentรฌ in colpa. Chissร da quanto tempo era lรฌ,
in piedi, ad aspettarla, sotto il sole di quella giornata d’estate. Con le
ginocchia che le tremavano, si avviรฒ in quella direzione.
Ecco,
in questo caso abbiamo usato il punto di vista di Angelica. Non ci รจ dato
sapere cosa pensino gli altri personaggi, ma ci viene mostrato. La nostra
attenzione รจ puntata tutta sulla protagonista: siamo resi partecipi dei suoi
pensieri, dei suoi timori; รจ come se fossimo nella sua testa. Inutile dire che
questo facilita la nostra immedesimazione. Siamo piรน coinvolti, partecipi.
Ma
avremmo potuto utilizzare il punto di vista di un altro personaggio? Certo che
sรฌ. Proviamo in questo modo:
Giorgio gettรฒ la sigaretta a terra,
pestandola con il piede. Il treno era finalmente arrivato, con una mezzora
buona di ritardo. Diamine, si moriva di caldo! I suoi occhi saettarono a destra
e a sinistra, alla ricerca della persona che era stato mandato a prendere. Una
donna. Non gli erano stati forniti ulteriori dettagli e in cuor suo si augurรฒ
di riconoscerla in tutto quel marasma. All’improvviso vide scendere una
ragazza, con una valigia piรน grande di lei. Aveva le guance arrossate dal caldo
di quella giornata d’estate e i capelli che erano una massa indistinta di ricci.
Era dannatamente bella, seppur con quell’aria spaurita. D’un tratto la sua
impazienza si trasformรฒ in qualcosa di diverso: un improvviso desiderio di
proteggerla, piuttosto insolito in uno come lui, abituato a non provare
emozioni. La ragazza intercettรฒ il suo sguardo e tremรฒ appena. Era spaventata? Ad
ogni modo, si mosse nella sua direzione, i grandi occhi azzurri che
incatenavano i suoi.
Bene.
Avete notato la differenza del punto di vista? Ora abbiamo vissuto la stessa
scena con gli occhi dell’autista. Da questo deduciamo che, a seconda del pdv
usato, la vicenda assume diverse sfumature, come se vedessimo lo stesso film da
angolazioni differenti. Sta a noi decidere quale sia quella piรน adatta. L’importante
รจ che, una volta scelto il nostro pdv, lo si mantenga fino alla fine della
scena. Poi potremo saltare una riga e cominciare una nuova scena da un altro punto
di vista. Ma non troppo spesso. Altrimenti si rischia di creare confusione. Se
ogni tre righe cambiamo pdv, il lettore alla fine impazzirร non capendoci piรน
niente.
Un
altro errore degli esordienti รจ quello di passare indistintamente da un pdv
all’altro, senza accorgersene. Questo va evitato perchรฉ, anche se non ve ne
rendete conto, puรฒ creare confusione nel lettore. A me รจ capitato piรน volte di
leggere romanzi in cui si rimbalza da un punto di vista all’altro e in queste
occasioni sono stata costretta a tornare indietro nella lettura, per cercare di
capire chi pensava cosa. E quando il lettore deve rileggere una riga perchรฉ non
capisce, vi siete giocati la sospensione
dell’incredulitร (di cui parleremo piรน avanti), vale a dire ciรฒ che lo
teneva avvinto alle pagine, estraniandolo dalla realtร . Di solito non รจ un buon
segno, credetemi. Ma se ancora non vi รจ chiaro vi faccio un esempio di come non va usato il pdv.
Angelica accorciรฒ la distanza tra lei e
l’uomo con la divisa blu. Inspirรฒ, nel tentativo di infondere alla propria voce
un’intonazione decisa, che non rivelasse la sua agitazione. – Buongiorno. Sono
la signorina Astolfi.
Giorgio annuรฌ e si fece avanti per
prenderle la valigia. Il cuore gli batteva forte nelle costole. La signorina
Astolfi provocava in lui reazioni incontrollabili: era consumato dal desiderio
di allungare una mano e sfiorarle le guance accaldate.
Allora,
avete capito dov’รจ l’errore? Nelle prime righe il pdv รจ quello di Angelica, ma
subito dopo passiamo a quello di Giorgio. Tenete bene a mente una cosa: se
volete passare a un altro punto di vista, dovete concludere la vostra scena e
passare a un’altra. Non ci sono santi che tengano! Molte autrici esordienti di
romance si lamentano del fatto di sentire la necessitร di presentare alle proprie
lettrici i pdv di entrambi i protagonisti, specie nelle scene d’amore.
D’accordo, รจ piรน che comprensibile. Quello che รจ sbagliato รจ farlo in questo
modo, rimbalzando da un punto di vista all’altro. Vi assicuro che รจ possibile
descrivere la nostra scena d’amore dal punto di vista di lui e di lei in
maniera corretta. ร tutta questione di esercizio.
Un’ultima
cosa. Avrete notato che ho scritto i miei esempi in terza persona. Molte
esordienti sono convinte che i punti di vista si possano gestire solo in prima.
Ecco perchรฉ abbondano i romanzi scritti in prima persona, spesso al tempo presente.
Be’, questa convinzione รจ decisamente sbagliata. Come vedete รจ possibile
utilizzare la tecnica del pdv, scrivendo in terza persona. Io ve lo consiglio,
perchรฉ un intero romanzo in prima persona, anche se con pdv alternati, รจ
veramente difficile da gestire in modo esemplare.
E ora provate
a scrivere una stessa scena da due punti di vista differenti. ร un ottimo
esercizio. Alla prossima settimana!
NB.: Se avete delle domande commentate la Lezione e Laura vi darร delucidazioni!
Lezioni:
Lezione 1: La grammatica
Lezione 2: L'infodump
Lezione 2: L'infodump
Lezione 3: Lo Show don't tell
Lezione 4: Le descrizioni
Lezione 5: IL PUNTO DI VISTA
+ a seguire
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Molto ben scritto e descritto.
RispondiEliminaMolto utile...
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