La scorsa settimana Laura Gay ci ha insegnato come velocizzare e dare ritmo a un nostro testo, oggi ci spiega le tecniche per rallentarlo e dare risalto a determinati passaggi della storia. Scopritele sul blog!
Lezione 7
Eccoci al nostro appuntamento settimanale,
ragazzi. Siete pronti? La volta scorsa avevamo parlato di come riuscire a
velocizzare il ritmo; oggi analizzeremo il procedimento inverso.
Vi è mai capitato di correre troppo, durante la
narrazione? A me infinite volte. In questi casi, se la nostra storia va troppo
veloce, è necessario rallentare. Talvolta, è proprio il nostro romanzo che ce
lo chiede: se vogliamo enfatizzare una data scena, affinché abbia un forte impatto
emotivo sui lettori. Oppure se vogliamo costruire quella scena con calma, per
poi enfatizzarne la conclusione. A chi ci legge piace soffermarsi su
determinati avvenimenti: una scena d’amore, un matrimonio, una nascita, persino
un funerale o semplici chiacchiere, soprattutto se nelle centinaia di pagine
precedenti hanno sofferto con i nostri protagonisti, attraversando
vicissitudini di ogni genere. Adesso è il momento di farli rilassare un po’?
Come? Be’, studiamo qualche tecnica per rallentare il ritmo.
Descrizioni: uno dei modi più
semplici per rendere una scena più lenta è quello di ricorrere a delle
descrizioni. Le descrizioni servono in realtà a far ambientare meglio il nostro
lettore nella storia. Se lui deve viverla attraverso i nostri personaggi, è
bene che impari a conoscere anche i luoghi che ne fanno parte. Ma come abbiamo
già detto, c’è un netto confine tra la dose giusta di descrizioni e quella in
eccesso. Non dobbiamo esagerare. Quando è possibile “piazzare” una descrizione?
Be’, per esempio quando il nostro personaggio attraversa un luogo o giunge in
un posto nuovo.
Distrazioni:
esistono
scene in cui è possibile distrarre il nostro lettore con alcune azioni brevi,
come quando un nostro personaggio compie un’azione ordinaria: cucina, fa una passeggiata
o si prende cura del proprio giardino. Oppure quando ci si dilunga a descrivere
il tempo atmosferico.
Spiegazioni:
Le
spiegazioni fermano la storia per fornire fatti o informazioni. Di solito vanno
limitate al massimo, ma ci sono momenti in cui si rendono necessarie. Per
esempio, quando nel nostro romanzo coinvolgiamo la tecnologia, la scienza,
oppure se l’ambientazione è in un’epoca storica diversa dalla nostra. Un paio
di anni fa cercai di far capire una cosa del genere a una scrittrice esordiente,
che mi aveva sottoposto un suo testo per un editing. Questa persona aveva
ambientato la sua storia in un mondo futuristico, in cui i personaggi avevano
poteri magici e la vita era assai diversa dalla nostra. Il problema era che non
spiegava nulla, perché sosteneva che utilizzando la tecnica del POV, le
spiegazioni erano superflue, in quanto i suoi personaggi erano perfettamente al
corrente di come stavano le cose. Sì, ma il lettore no! Non date mai per
scontato che chi vi legge sappia ciò di cui state parlando, a meno che non sia
una cosa ovvia. Quel romanzo in particolare era illeggibile, proprio perché non
si riusciva a capire un accidenti. E se il lettore non capisce, chiude il libro
e non lo riapre più.
Scelta
delle parole e struttura delle frasi: vale lo stesso discorso che abbiamo
fatto precedentemente. La scelta di frasi e parole influenzano il ritmo.
Quindi, se per velocizzare dovevamo ricorrere a frasi brevi e parole incisive,
per rallentare sfrutteremo frasi più lunghe e un linguaggio più descrittivo.
Introspezione:
Se
la volta scorsa avevamo detto che per velocizzare una scena era meglio
indulgere il meno possibile nei pensieri dei personaggi, per rallentarla è vero
il contrario. Quindi, sì all’introspezione. Però evitate di racchiudere i pensieri
tra virgolette e di spiegare i processi mentali, in questo modo: “Giulio
rifletté a lungo su quale decisione prendere”. Assolutamente no. Così sa troppo
di “raccontato”. Limitatevi a inserire i pensieri, senza annunciare la loro
presenza, e intervallateli con dei dialoghi.
Flashback:
Anche
la tecnica del flashback è utilissima a rallentare il ritmo. I flashback
fermano il flusso della storia. Attenti però a non usarli troppo spesso. Se
finiscono per essere troppi o troppo lunghi, c’è il rischio di sviare il
lettore da quella che è la trama predominante e potrebbero diventare un
problema.
Un
passo avanti e uno indietro: I nostri protagonisti devono fallire, commettere
errori, subire danni o addirittura rischiare la vita. I fallimenti non fanno
altro che rallentare la storia, perché i nostri eroi dovranno ricominciare da
capo, rimettersi in gioco.
Seguiti:
Una
sequenza d’azione può rendere necessario un seguito che mostri i sentimenti del
personaggio coinvolto, o che spieghi una nuova situazione che si è creata.
Queste scene non fanno altro che permettere a chi legge di riprendere fiato e
riflettere su ciò che è avvenuto. Sono quindi utilissime per rallentare il
ritmo.
Bene, proviamo ora con degli esempi e cerchiamo
di costruire una scena in cui il ritmo viene rallentato.
La
carrozza correva veloce sul selciato, attraversando immense distese di campi
coltivati e gruppi di alberi, principalmente larici e abeti, disseminati nella
campagna. Eleonora si sporse dal finestrino, il cuore che batteva a un ritmo
più veloce. Puntò lo sguardo davanti a sé, laddove cominciava a intravvedersi
un maestoso edificio, in pietra grigia, a cui si accedeva tramite un viale
alberato. Oltrepassarono un enorme cancello, su cui svettava lo stemma
nobiliare della famiglia Gandolfi, e procedettero lungo il viale, incuranti
degli scossoni dovuti all’irregolarità del terreno.
– Siamo quasi arrivati, contessina – disse
Annalisa, la sua accompagnatrice. Eleonora annuì distrattamente, la mente
concentrata sul paesaggio circostante e i pensieri in subbuglio.
Presto avrebbe rivisto il duca Gandolfi e
ancora non riusciva a crederci.
Lui l’avrebbe riconosciuta? Erano passati
due anni dal giorno in cui gli era stata presentata, al ricevimento dei
marchesi Altavilla. Ricordava ancora ogni istante di quella serata, per lei
indimenticabile. Lui le si era avvicinato con passi decisi, bello da togliere
il fiato: i capelli biondo scuro gli arrivavano alla nuca, scivolando in
morbide onde sulla fronte e intorno al viso. Era molto alto e giovane, gli
zigomi pronunciati, la mascella squadrata e il naso lungo e dritto. Si era
innamorata di lui all’istante, anche se temeva che il giovane duca non
ricambiasse affatto i suoi sentimenti.
Sospirò affranta.
Come avrebbe reagito vedendola? Sarebbe
stato gentile e affabile? Oppure scontroso e rude?
Allora, avete notato che nel brano qui sopra la
narrazione è più lenta? Le frasi sono lunghe e abbondano le parti descrittive
(pur non essendo troppo pesanti). Sono riportati i pensieri del personaggio
principale, Eleonora (il pdv è il suo), interrotti da un piccolo dialogo. Poi
abbiamo un breve flashback che ci riporta al momento in cui lei ha conosciuto
il suo duca, e veniamo informati dei sentimenti della giovane, nei confronti
dell’affascinante aristocratico. Il tutto ci spiega la situazione e rallenta
contemporaneamente il ritmo.
Volete provare anche voi? Come compito a casa
sbizzarritevi con un brano di questo tipo. Non deve essere necessariamente un
“rosa”, come in questo caso. L’importante è che il ritmo
sia rallentato, utilizzando le tecniche illustrate in questo post. Se avete dubbi
o domande da fare, lasciatele qui, nei commenti. Alla prossima settimana!
NB.: Se avete delle domande commentate la Lezione e Laura vi darà delucidazioni!
Lezioni:
Lezione 1: La grammatica
Lezione 2: L'infodump
Lezione 2: L'infodump
Lezione 3: Lo Show don't tell
Lezione 4: Le descrizioni
Lezione 5: Il punto di vista
Lezione 6: Ritmo e velocità
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