Genere: Fantasy
Editore: Fanucci
Pagine: 352
Prezzo: € 4,99 (E-book); 15,30 (cartaceo)
Uscita: 4 ottobre 2018
Sinossi:
In una manciata di giorni e in una lunga notte di
sangue, la Schiera degli Sciacalli è riuscita a invadere il più forte tra i
Quadranti dell’Impero umano, travolgendo la famiglia del Mastro e il suo
stendardo. Nessuno degli storici alleati è accorso in loro aiuto e i Ti-jak,
una razza di bestie semiumane dai corpi massicci e ricoperti di squame, hanno
falciato qualsiasi resistenza. Gli unici sopravvissuti dei Daven-Furus, il
principe Raven e le principesse Sarissa e Ioni, non possono che sottomettersi
alla triade a capo degli invasori: Raven diventerà lo schiavo del Jekret, la
guida militare, mentre le sorelle saranno date in sposa per rafforzare il seme
di quella genia ripugnante ma invincibile. Ciascuno di loro sarà chiamato alla
scelta più difficile: mutare a caro prezzo la propria natura, assumendo un
ruolo non previsto in un destino avverso e ostile, fino a quando ciò che sembra
un abisso senza fine, potrà trasformarsi in un’occasione di rinascita. Dalla
fortezza tra le rocce di Rovelia sino alle cime proibite di Lacan, dalla
polvere dei deserti alle torri di Mnar, il tempo del Quadrante di nordest
scorre inesorabile verso la rovina, ma non è detto che gli invasori siano gli
unici nemici. E talvolta persino un’alleanza con le bestie può rappresentare l’ultima
speranza di salvezza. Il primo avvincente capitolo della Saga dei Quadranti.
Sul campo di battaglia, dove oltre alle armi contano anche i sentimenti, il
cruento confronto tra l’uomo e la bestia. Un fantasy che penetra l’abisso più
profondo della natura umana per scatenare i suoi demoni, nella tradizione delle
grandi saghe epiche e indimenticabili.
Lo scenario è un fantasy crudo che mostra la
spietatezza della guerra, la lotta per il potere tra le fazioni e lo spirito di
sopravvivenza, l’indole semi-selvaggia della razza degli Sciacalli.
L’ambientazione è tipica del fantasy classico: simil-Medioevale, presenta un
territorio vasto diviso tra Regni retti da un unico stendardo. Ma quali
intenzioni cela il governo centrale? Infatti la conquista degli Sciacalli si
rivela parte di un piano crudele… Questo proposito si scopre a poco a poco
durante la lettura, come un puzzle da (ri)comporre, in un crescendo di disgusto
verso l’autorità umana, che infine si rivela la vera minaccia.
A farne le spese è la stirpe dei Daven-Furus. I
tre Principi sono costretti a sottomettersi per salvare il proprio Reame e la
Casata, sconfitti dagli implacabili Sciacalli. L’atto di sottomissione si
trasforma in un’occasione di riscatto per i giovani, perché avvia un vero e
proprio percorso di formazione. Da un lato sono costretti a maturare dalle
circostanze funeste, in quanto si trovano ad affrontare orfani le responsabilità
in un ambiente sfigurato, occupato da invasori brutali. Dall’altro la
convivenza forzata con gli Sciacalli e la consapevolezza drammatica dei complotti,
li sprona a crescere. I fratelli condividono un affetto sincero, che li esorta a
sostenersi e ad andare avanti.
Ho adorato Raven, l’erede del Casato, perché
mostra lealtà, affidabilità e sensibilità. Si rivela un Principe dai forti
valori, eppure all’inizio non è pronto per essere una guida. La sottomissione
non ha solo esiti drammatici, perché è sotto la tutela di Rar-ti-Jekret, guida
militare degli Sciacalli, che Raven affronta le sue insicurezze e diventa uomo.
Anche Sarissa, la bellissima sorella, affronta una maturazione sofferta, perché
è viziata e non accetta i cambiamenti, quindi si mostra irritante e lagnosa. La
sua sorte non è meno amara di Raven, ma anche lei subisce l’influsso positivo
del rapporto con gli Sciacalli e prende coscienza in modo doloroso degli
intrighi umani. Questi fattori la incitano ad emergere come Principessa. Infine
c’è Ioni, che mi è piaciuta per l’indole pratica, determinata e sagace,
nonostante la giovanissima età. Accoglie la nuova situazione con spirito
critico, si attiva per capire gli Sciacalli e per instaurare con loro una
convivenza solida, sfrutta senza timore il prezzo nell’atto di sottomissione
per aiutare il suo popolo e la famiglia.
Oltre ai Principi, emerge la razza degli
Sciacalli, che mi ha affascinata. Non è stato amore a prima vista, come per i
fratelli Daven-Furus, perché sembrano barbari. In effetti l’istinto ferino,
oltre al senso gerarchico e all’orgoglio, sono tratti tipici della loro natura
semi-animale. Sono infatti “rettili umanoidi”. Ma condividono con l’Uomo la
razionalità, l’arguzia, il rispetto delle tradizioni e del proprio senso
dell’onore. Il loro ritratto è complesso, proprio perché si pone tra l’istinto predatorio
e la razionalità umana, eppure l’autrice ha saputo presentarlo e gestirlo in
modo perfetto. Sfruttando persino un linguaggio inventato, in linea con la loro
essenza animale. Il quadro generale su questa specie che infine affiora, si
rivela addirittura migliore rispetto alla razza umana. Perché se per l’Uomo i
valori etici possono svuotarsi di significato pur di raggiungere gli obiettivi,
per gli Sciacalli, nella loro genuinità “selvaggia”, l’onore, il rispetto, la
fierezza, l’autorità e la cultura di riferimento, restano fondamentali.
Preparatevi quindi a intrighi inquietanti e a battaglie
feroci, ma anche a conflitti interiori, con illusioni che si dissolvono verso la
presa di coscienza, e agli scontri di volontà tra i Principi e gli Sciacalli. Tra
i sentimenti, segnalo l’intesa tra Raven e Rar-ti-Jekret che mi ha colpito…
Nonostante la mole del romanzo, ho divorato le
pagine e mi sono appassionata alla storia, complice anche lo stile sobrio che
analizza il punto di vista dei personaggi principali, che mantiene l’impatto
visivo e il ritmo serrato.
Il Principe degli Sciacalli mi ha conquistata
perché ho ammirato il contesto cupo e a tratti crudo, credibile nell’ottica
della guerra e di una razza semi-animale, l’analisi psicologica, la trama
avvincente, gli Sciacalli e la loro cultura in contrapposizione ai desideri
abietti dell’Uomo. Mi complimento con l’autrice, italiana, che ha saputo
confezionare un fantasy inedito, convincente e suggestivo.
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