Genere: Thriller
Editore: Guanda
Pagine: 308
Prezzo: € 18,50
Uscita: 5 febbraio 2015
Editore: Guanda
Pagine: 308
Prezzo: € 18,50
Uscita: 5 febbraio 2015
Sinossi:
Due cadaveri ripescati da un canale non parlano. È questo il problema dell’ispettore van den Bovenkamp della polizia di Utrecht. Troppo tempo passato nell’acqua ha reso irriconoscibili i volti delle vittime, cancellato le impronte digitali. Restano solo il frammento di un tatuaggio e una misteriosa medaglietta, oltre a una testimone ben poco affidabile. Che i morti non parlano lo sa bene anche Franz La Fata, uomo d’onore e killer palermitano, irresistibile per le donne ma ben deciso a starne lontano perché «un soldato non s’innamora». Finché, nel luogo più impensato, incontra Gaia, fragile, complicata e bellissima. Un ispettore stanco che presto si troverà di fronte un terzo cadavere e un assassino alle prese con un cuore che non sapeva di avere: vicende lontane, in due Paesi diversi, destinate però a intrecciarsi inestricabilmente. La pista di van den Bovenkamp lo porterà dai due sconosciuti annegati a una splendida ed equivoca bielorussa, Ludmilla Zamiatenko, mentre l’indagine si allarga fino a toccare i traffici della politica siciliana e a minacciare la criminalità organizzata internazionale… Dalla cupa primavera olandese alla bellezza avvelenata di Palermo si dipana un thriller che coinvolge con le sue atmosfere, conquista con le voci e le storie di due personaggi straordinariamente reali, avvince con un intrigo in cui buoni e cattivi si confondono in un mortale gioco di specchi.
Un romanzo tenebroso e demoniaco: il correlativo oggettivo letterario della nostra lacerante e perversa contemporaneità
Salvatore Ferlita (La Repubblica)
L'autore
Antonio Pagliaro è nato nel 1968 a Palermo, dove lavora come ricercatore fisico. È autore dei romanzi Il sangue degli altri (Sironi, 2007) e I cani di via Lincoln (Laurana, 2010).
Con Guanda ha pubblicato La notte del gatto nero (2012). Tutte le informazioni sulle attività dell’autore al sito www.antoniopagliaro.com
Con Guanda ha pubblicato La notte del gatto nero (2012). Tutte le informazioni sulle attività dell’autore al sito www.antoniopagliaro.com
“La storia che leggete è frutto della fantasia dell’autore e
i personaggi non sono mai esistiti. Ogni riferimento a luoghi e persone reali è
da ritenersi puramente casuale.”
È così che recita la prima pagina dell’ultimo libro dello
scrittore palermitano Antonio Pagliaro, quasi un monito a chi pensa che la
narrazione del suo romanzo poliziesco ambientato tra Ultrech (Olanda) e la
stessa Palermo, in cui s’intrecciano storie di mafia che coinvolgono ambedue le
città europee, possa in qualche modo riflettere una scomoda realtà contemporanea.
E quindi ecco che, date le premesse, mi aspettavo il lieto
fine dietro l’angolo, quell’anelito di
speranza che solo i romanzi d’invenzione possono offrire come via di fuga da
una realtà ben più cinica.
Invece, nelle opere di Pagliaro il lieto fine non è mai
contemplato. “Il bacio della bielorussa” è un thriller crudo, per nulla
consolatorio, in cui vengono descritti gli enormi limiti dell’apparato della
giustizia, questa volta non solo italiana (che consolazione!) ma anche olandese,
totalmente impotente di fronte al crimine organizzato della mafia
internazionale.
La Sicilia, con la sua Palermo, se ne esce al solito come
una regione schiacciata dallo stereotipo della terra di “Cosa Nostra”, i cui
abitanti, per sopravvivere, hanno imparato a convivere con la presenza della
Mafia nella loro quotidianità, accettando i limiti della giustizia che si ferma
di fronte a quello che non può controllare. Del resto, la polizia locale è
fatta di persone, con alle spalle mogli, mariti e figli.
La narrazione si apre con l’investigazione dell’ispettore
Van Den Bovenkamp sul ritrovamento di due cadaveri gettati nel canale più
importante di Ultrech, circa un mese prima. Da un tatuaggio sul braccio di uno
dei due e dalla medaglietta di Padre Pio al collo dell’altro, si scopre che i
due fratelli hanno origini italiane, palermitane per la precisione. Dalle
indagini effettuate Van Den Bovenkamp si troverà ben presto sulla pista di una bellissima
bielorussa, Ludmilla Zamiatenko, il cui destino è inesorabilmente intrecciato a
quello della politica siciliana e alla criminalità organizzata. Il susseguirsi
delle vicende, e dei cadaveri, mette ben presto in stretta relazione due Paesi
come l’Olanda e l’Italia attraverso lo stesso filo conduttore: la mafia.
Un romanzo poliziesco scritto in grande stile, con una
descrizione dei personaggi e del loro contesto storico e politico che li rende
estremamente reali, degli archetipi di una realtà che conosciamo ogni giorno
attraverso i mezzi di informazione o, purtroppo, semplicemente aprendo la porta
di casa.
Ho letto questo libro con la fame di arrivare in fondo nella
disperata speranza di trovare, almeno da parte dell’autore, una proposta di soluzione
a lieto fine, in cui, una volta ogni tanto, a vincere non è sempre il cattivo.
Ma l'aspetto fantastico di questo libro è rappresentato dalla cinica
dimostrazione che “i buoni” nella realtà si mescolano con “i cattivi” fino a
smarrire i contorni delle loro reciproche differenze.
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