Ambientato nella piccola e desolante provincia
italiana, un romanzo sul coraggio di essere se stessi e riscattare i propri
errori.
Genere: Thriller
Editore: Sperling & Kupfer
Pagine: 336
Pagine: 336
Prezzo: € 12,90
Uscita: 14 Aprile 2015
Sinossi:
Fabio e Caterina vivono a Lido di Magra, un paesino di poche anime e pochissime case, appena fuori dalla Versilia, dove la vita c’è solo d’estate. Lui, figlio di un dirigente di una cava di marmo appena licenziato dalle derive della crisi, è un ragazzo timido e debole che subisce le scelte del gruppo; lei invece è bella, sicura di sé, irriverente, e sorda al sentimento che Fabio fatica a confessarle. Nel nulla che scandisce i mesi tra un’estate e l’altra, le loro vite si intrecciano a quelle di altri personaggi: amici, famigliari, ognuno con il proprio carico di pensieri e frustrazioni.
Una storia di adolescenza vissute al limite.
L’autore:
PAOLO
CAMMILLI
è nato nel 1974 a Firenze, dove vive e lavora. Maledetta primavera, il suo
libro d’esordio, è stato un caso editoriale totalmente inaspettato, grazie a
un’efficace attività di promozione dell’autore. Oltre al successo dell’edizione
cartacea, il romanzo ha fatto moltissimo parlare di sé sul web, dove nel giro
di poche settimane ha raggiunto le prime posizioni nelle classifiche dei
principali store online.
La cosa che mi ha
colpita di più leggendo “Io non sarò come voi” di Paolo Cammilli è la
familiarità del contesto. Io non vivo in una località balneare minore sul
Tirreno, dov’è ambientata la vicenda, vivo in montagna. Ma il paesaggio è estremamente
familiare: una cittadina di provincia come molte altre. Qualche struttura
turistica, una nicchia industriale che dà da lavorare alla gente del posto, dei
locali dove tutti si conoscono di vista. Viviamo tutti in un posto così. Ci
abbiamo passato la nostra infanzia e la nostra adolescenza, senza i grattacieli
e i club, ma con le feste in villetta e i pomeriggi in spiaggia. I personaggi,
siamo noi.
Questo romanzo è un
racconto corale.
Nel corso dei vari
capitoli, l’autore non racconta solamente la storia di Caterina e Fabio, che
potrebbero essere i protagonisti di questa storia se non fosse che non esistono
- nella vita vera -dei protagonisti singoli. Ogni “personaggio” (a partire da
noi) è invischiato in una rete di prima e dopo, di cultura pop e di modi di
fare che non può essere separata dalle azioni del personaggio.
Per esempio, un
ragazzino un po’ allampanato ma sveglio come Fabio Arricò non è atterrato nel
paesino dove abita così, dal niente. Il suo modo di essere e le sue relazioni
sono definite dalla situazione lavorativa del padre, dalla notorietà della
sorella, dai suoi miti della cultura pop (Chuck Norris e Steven Seagal, per
citarne due). E il suo rapporto di nemico/amico con Caterina entra in una
catena di piccole vendette che coinvolge tre generazioni!
L’inizio è cattivissimo.
L’apertura è un
capitoletto a sé stante dal punto di vista della vittima, una ragazza
giovanissima, legata e torturata dai suoi compagni.
Il resto del libro
risponde alla domanda: come siamo arrivati a questa situazione?
Ed è una risposta
terribile: un passo alla volta, senza accorgersene, una piccola vigliaccheria
da sedicenne alla volta. All’italiana, questo libro mi ricorda Stephen King
(anche se lo stile è differente): la crudeltà è dietro l’angolo, basta una
piccola spintarella. E gli adolescenti sono quelli che subiscono maggiormente
le fluttuazioni, estremizzando tutto.
La situazione non
precipita, si avvia un passetto alla volta, a forza di spallucce, di pressioni
di gruppo, del timore di essere considerati inadeguati e della difficoltà di
opporsi alla maggioranza.
La voce narrante ci
racconta tutto questo per spiegarci come si è arrivati alla ragazza che
tossisce sangue nella stanzetta diroccata.
Un unico appunto: troppa
roba! Il vortice delle storie, antefatti, retropensieri mi ha praticamente
sopraffatta nella prima metà del libro, dove la storia a tratti rimane ferma
per capitoli e capitoli, e il finale, per contrasto, mi è sembrato un po’ frettoloso.
In ogni caso, è un libro
che lascia il segno: Cammilli è riuscito ad afferrare la realtà di provincia,
con i limiti e le brutture che può portare con sé e forti legami, volenti o nolenti,
tra i diversi membri della comunità.
Un fiume di parole, storie
e personaggi che ti invade un po’ il cervello e scoperchia tutto ciò che si
muove sotto quei picchi di “incredibile crudeltà” dei quali si sente parlare
ogni tanto: consigliato ma… fatevi trovare preparati!
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