Goblin VS True Blood: Commento 2^ puntata 7^ stagione







Al nostro Goblin la nuova stagione di True Blood proprio non piace. Personaggi improbabili, storyline strampalate, una sceneggiatura che non sta in piedi. Oggi, si toglie qualche altro sassolino dalla scarpa, con un commento che contiene un’alta percentuale di spoiler e di maledizioni verso gli autori…


Eccoci qui a commentare il secondo episodio della settima stagione di True Blood, caro lettore.
La buona notizia è che gli autori ci hanno concesso BEN tre minuti e mezzo di Eric; quella cattiva è che ciò è avvenuto in una scena dall’inutilità totale. Ma andiamo per ordine. Il Goblin ha anche mal di stomaco, stasera, quindi è più incarognito che mai.
Ma partiamo dalla prima scena, con Eric in una lussuosa stanza d’albergo dal gusto spagnoleggiante che riceve una visita inaspettata, quella di Jason. La mia reazione, come penso quella della maggior parte delle Team Eric, è stata di contentezza per la sublime visione, ma anche di irritazione, perché si tratta soltanto dell’ennesimo sogno erotico di un personaggio, nella fattispecie il fratellino di Sookie, che si è abbioccato in chiesa e sogna di concupire il bel vichingone. Questi trucchetti andavano bene tre o quattro stagioni fa, quando nessuno ci cascava e quando una simile fantasia avrebbe magari trovato riscontro nella realtà – tutto è possibile. Adesso risultano soltanto fastidiosi, come se gli autori volessero dare il contentino alle fans infoiate del telefilm. Per carità, un bel vedere, ma adatto solo a sottolineare l’assoluta casualità con cui i criminali che scrivono attualmente gli episodi di TB strutturano la trama. Questa scena andrà persa nel nulla come tante altre, quindi a che scopo girarla? Un’amica mi ha anche fatto notare che la musica scelta per accompagnarla è la stessa presente in tanti momenti drammatici della storia di Eric, primo fra tutti la morte di Godric, di cui era stata una componente fondamentale per il pathos della scena. Che pathos volevano sottolineare, qui? La solitudine di Eric? Il rimbecillimento di Jason, ormai usato soltanto in scene di sesso più o meno improbabili? Bah… ho rinunciato a capire da un bel po’, ma la sensazione di fastidio rimane.
In ogni caso, Alex è sempre stupendo e sempre in perfetta forma, a differenza di Beeeeehl che assomiglia sempre di più a una prugna secca. Guardare per credere.






Dopo la sigla, vediamo la popolazione di Bon Temps riunita per decidere il da farsi prima che lo zompirume si svegli; non si capisce bene perché, ma le autorità nazionali, FBI compreso, hanno deciso di infischiarsene di quello che succede nell’amena cittadina, così come in quelle nelle vicinanze – e se non è assurdo questo non so cosa lo sia – per cui la gente si deve organizzare da sola. Si vuole tracciare il percorso della gang di zompiri che infuriano in città al calare del buio e Sookie ha un raro guizzo di intelligenza, indicando a Andy lo sceriffo il cadavere di una ragazza che aveva visto nel bosco, per capirne la provenienza e quindi anche quella degli zompiri. Intanto Sam, il baldo sindaco con il pieno controllo della situazione, spedisce tutti al Merlotte’s a dare una bella pulita, tanto per far fare qualcosa alla gente e risparmiare sulle pulizie settimanali.
Non c’è da stupirsi che dopo queste tre ore a spazzare, strofinare e staccare vampiri morti dal pavimento, la gente si annoi e decida di trovarsi un passatempo più interessante, come organizzare un bella rivolta assaltando per prima cosa il comando di polizia per impossessarsi delle armi. La figlia di Andy, di cui continuo a non ricordare il nome, tenta di opporsi, ma viene spazzata via più o meno come una pulce.
Cambio di scena, si passa al Fangtasia e agli zompiri, che aspettano solo che venga buio per potersi scatenare all’esterno. Per ora si accontentano degli stuzzichini rinchiusi nello scantinato, da cui di tanto in tanto pescano qualcuno per mantenersi in forze. Tra loro, come rilevato nello scorso episodio, Arlene, Holly e la donna di Sam in gravidanza sempre più avanzata. Come abbia fatto a non sfornare ancora, con i traumi che subisce ogni tre secondi, lo sa solo lei. Gli zompiri comunque non sono così irrazionali come ci avevano fatto credere alla fine della scorsa stagione; qui appaiono più che altro come poveri cristi malati, tormentati da una fame che non riesce a trovare sollievo se non nutrendosi il più spesso possibile. Tra di loro c’è anche una donna di mezza età, che si rivela essere l’ex maestra dei figli di Arlene, nonché di uno dei figli di Holly. Appena la riconoscono, cercano di far leva sulla sua pietà, e paiono anche riuscirci; la tizia promette loro che farà il possibile per farle fuggire, poi acchiappa un ospite e se lo porta su per le scale per cenare.




Devo dire che fino a qui l’episodio si stava mantenendo su livelli umani; non dico che me lo stessi godendo, quel tempo ormai è finito, ma non mi ero nemmeno ancora trasformata in un facepalm vivente. Illusa.
Subito dopo, infatti, incominciano le assurdità e le cadute di tono.
Letta Mae, la inutile madre di Tara, dà i numeri più del solito; è convinta di sentire la voce della figlia e si fionda da Lafayette per supplicarlo di evocare il suo spirito, per aiutarlo a trovare la pace. Il mitico Lafa naturalmente si rifiuta e la manda a fare in culo con la consueta diplomazia che tutti amiamo; riceve la sua buona dose di anatemi ma riesce a buttarla fuori di casa. La pazzoide allora torna a casa e si mette a cucinare. Cosa? La propria mano, che altro? Il suo astutissimo piano prevede di convincere Willa, che dorme nella sua cantina, a donarle il suo sangue per guarirla. Attraverso di esso, la donna col naso più schiacciato del mondo spera di mettersi in comunicazione con Tara. Peccato che il V non dia poteri soprannaturali, a parte la guarigione istantanea; dà solo dei trip che nemmeno i Led Zeppelin nei mitici anni 70 hanno mai sperimentato. Ed ecco che dobbiamo sorbirci una visione a metà tra il ridicolo e il blasfemo, che mi ha fatto facepalmare con convinzione più di una volta, chiedendomi che cos’avessimo fatto di male, noi, poveri telespettatori.




Sempre meglio, comunque, che sorbirsi Sookie mentre legge il diario della ragazza morta nel bosco, di cui sono riusciti a ritrovare la casa nel paese vicino, completamente deserto a causa della strage perpetrata dagli zompiri. La lettura strappalacrime, in cui la tipa racconta del suo grande ammmmore vampiro, ricorda alla gallina la sua love story con Beeeeehl, l’amorevole creatura che l’ha fatta picchiare quasi a morte pur di avere la scusa di darle il suo sangue, che l’ha stuprata, quasi dissanguata, le ha dato dell’abominio, le ha mentito sistematicamente e ha messo in pericolo la sua vita più e più volte. Difettucci, cosa volete che siano. Cose che succedono a tutti, no? Per aumentare lo strazio dobbiamo anche sorbirci i flashback sul primo appuntamento tra di loro, quando Sook indossa la prima tovaglia che trova e va al Fangtasia con il southern gentleman. Il tentativo degli autori di convincerci che la loro riappacificazione sia cosa buona e giusta è così palese da risultare veramente vomitevole. L’unica utilità dei flashback è farci notare quanto stia invecchiando male Moyer, a differenza di Alex, per il quale il tempo sembra essersi fermato sul serio. Concedetemi almeno questa meschina soddisfazione, su.
Ritorniamo al Fangtasia: è sempre orribile vedere il tempio di Eric violato in questo modo. Addirittura uno stronzetto di zompiro osa occupare il suo trono. Sono cose che un Team Eric non prende alla leggera, sul serio. La maestra comunque approfitta di un momento di abbiocco generale dei compagni per scendere nello scantinato a liberare Arlene e compagnia. Almeno, questa sarebbe la sua intenzione.
Segue un momento obiettivamente divertente e surreale, secondo i canoni dell’assurdo a cui ci aveva abituato il migliore True Blood di un tempo. Non ve lo anticipo. Se non volete sorbirvi la puntata zompate intorno al minuto 46 e fatevi una risata. Certo, humour nero, ma era il bello di True Blood, non siete d’accordo? Quello, ed Eric.
E qui arrivano le note veramente dolenti… io ero preparata, per cui non mi sono sconvolta più di tanto, ma è l’ennesima dimostrazione di quanto co… str… bast… teste di c… siano gli autori.
Pam finalmente riesce a trovare Eric, ma non è una felice riunificazione: il nostro vichingo si rivela essere a sua volta malato di Hep-V e a uno stadio, pare, abbastanza avanzato. I WTF si sprecano. Parliamone. Primo: lo abbiamo lasciato bruciato in Scandinavia e ce lo ritroviamo ammalato in Francia? Seriously? Secondo: come avrebbe fatto a contrarlo? Tremo solo all’idea delle assurde spiegazioni che troveranno, tanto per far fare ad Eric una volta di più la figura dell’idiota contrapposto a Billo, che continua a girare indisturbato. Terzo: questo sarebbe il destino riservato a un personaggio come lui? AL PROTAGONISTA ASSOLUTO DI TRUE FUCKING BLOOD? Che non pensino nemmeno di farlo uscire di scena in questo modo! Perché infierire così su di lui? Perché non dargli mai il giusto rilievo, quello che si è meritato in sei anni di protagonismo assoluto nella serie, con ascolti altissimi solo grazie a lui? È triste, caro lettore. Davvero triste. Al posto di Alexander, dico la verità, li avrei mollati ad andare a picco con la loro love story stantia che non interessa più a nessuno. Una grande occasione persa, davvero. Così finisce l’episodio. Con le lacrime a stento trattenute di Pam ed Eric ridotto all’ombra di se stesso. Grazie, davvero.
Così finisce anche il mio commento. Alla prossima, caro lettore. Keep your faith in the Vampire Viking God!








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3 commenti:

  1. Goblin, mio amato Goblin le tue parole rispecchiano a pieno i miei sentimentii! ma ti pare che i nostro caro Eric debba sopportare un simile trattamento?!? Non ho parole.... solo parolacce!
    ho quasi il terrore di vedere la prossima puntata, cosa mai dovrà ancora patire il nostro Amato!?! mah...
    a

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  2. L'imbecillità cresce di puntata in puntata.
    Babette

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  3. Puntata imbarazzante, meno male che ci sono i commenti del Goblin che mi tirano su

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