Genere: M/M, Contemporaneo
Editore: Dreamspinner PressPagine: 133
Prezzo: €
Uscita: 25 Aprile 2017
Traduttore: Cristina Fontana
Sinossi:
Chico vive da due anni una relazione che lo consuma con un uomo prepotente. Quando il suo ragazzo gli rivela che sta vedendo qualcun altro, a Chico non resta altra scelta che trasferirsi sopra il garage del cugino in un piccolo paese tra i boschi di sequoie. Qui tira avanti svogliatamente. Per farlo uscire, il cugino lo spinge a offrirsi come volontario per aiutare con lo spettacolo annuale della scuola di danza del posto.
Chico non si aspetta di finire a una lezione di ballo o di iniziare a sentirsi di nuovo vivo tra le braccia del suo maestro. Rafael, il figlio del proprietario della scuola, è stato un ballerino di talento, ma ora ama insegnare. Sebbene Chico ne sia attratto, ha paura di avvicinarlo. Rafael, però, è determinato, e a Chico basterà un solo ballo per capire che ha ancora qualcosa da imparare.
Dolce,
dolce, dolce! Non c'è aggettivo più indicato per descrivere questo
libro.
Davvero
una storia romantica questa, ma non zuccherosa, ormai lo dovreste
sapere che io e le cose zuccherose non andiamo d'accordo!
Eppure
l'ho letto tutto d'un fiato: Chico mi ha conquistata con la sua
insicurezza, dolcezza e voglia di rifarsi una vita.
Tutti
quelli che si imbattono in Chico non possono che essere attratti
dalla tenerezza che ispira, soprattutto un certo maestro di ballo che
deve allestire lo spettacolo di fine anno e che ha sempre bisogno di
volontari...
Chico
ha un aspetto decisamente particolare: è molto minuto, pelle scura
con profondi e dolcissimi occhi castani e, come potete capire dal suo
nomignolo, ha chiare discendenze portoricane.
Ha
una passione pazzesca per gli anelli, ma al momento non ne indossa
per non attirare troppo l'attenzione, d'altronde si è trasferito in
questa pittoresca cittadina sulle colline della California dopo la
rottura con il suo fidanzato. O meglio, dopo che è stato tradito
dall'ex fidanzato e praticamente sbattuto fuori casa. John, l'ex
fidanzato di Chico, oltre che averlo sostituito con un altro senza
battere ciglio, ha minato l'autostima del ragazzo al punto tale che
Chico è caduto in uno stato perenne di apatia:
“Non
sono indifeso.” Chico strinse la mascella e tornò a dipingere la
torre dell’orologio. “No,”
concordò Davi. “Ma sembri fragile, e in questo momento sei
fragile.
Dio, per qualche ragione questa cosa di solito faceva incazzare John.
Era come se vedesse qualcosa di delicato e volesse romperlo, e
diventava frustrato se tu non ti rompevi e facevi quello che voleva
lui.”
Bruttissima
persona questo John...
Chico
è stato accolto dal cugino Davi, ora vive nel garage sopra casa sua,
e sta cercando in tutti i modi di farlo uscire dallo stato depressivo
in cui è caduto il ragazzo.
Davi
è davvero un toccasana per il ragazzo: è lui che lo
costringe a presentarsi alla scuola di ballo come “volontario”!
Certo, ha minacciato di penderlo a calci, ma l'importante è che il
ragazzo sia uscito finalmente di casa. I due cugini sono molto
legati, anche perché la famiglia di Chico ha accolto Davi dopo che
la sua gli ha voltato le spalle. Davi è una persona molto speciale, vi
dico solo questo. Come anche speciale è la famiglia di Chico: l'ha
sempre sostenuto, incoraggiato, ma il ragazzo non se la sente di
tornare da loro a leccarsi le ferite.
Chico
è un cucciolo da salvare, soprattutto da se stesso; non pensa
nemmeno di essere degno delle attenzioni che Rafael - il famoso ex
ballerino - gli dimostra. Rafael dal primo momento che ha posato gli
occhi su Chico non ha saputo resistere al suo sguardo:
“Non
posso negare che ci sia qualcosa di imbarazzante, ma devo dire che ci
vedo anche qualcosa di tenero. Sei molto onesto, anche quando non
parli. Sono quegli occhi. Sinceri e candidi e incredibilmente
seducenti.” Eccolo di nuovo a fare il gentile...“Un
piccolo, tenero cerbiatto su gambe malferme, con i più grandi e
luminosi occhi castani che io abbia mai visto,” precisò l’altro
con dolcezza.”
Dolcezza
e gentilezza sono le due cose di cui aveva bisogno Chico per uscire
dalla sua apatia:
“Sei
così gentile.” Chico tirò su con il naso e poi se lo
strofinò, al diavolo le mani sporche di pittura. “Non avevo
provato più niente finché non ti ho incontrato, ed era così, così
utile non provare niente. Ora invece…” Fece un vago gesto con la
mano.“Le tue mani. Mi hai toccato e io…” Sollevò lo
sguardo come se stesse chiedendo misericordia. “Puoi pure far finta
che io non l’abbia detta, quella cosa delle tue mani. Sono… sono
delle bellissime mani. Io… sono un disastro. Dimentichiamoci di
tutto.”
Ognuno
di noi reagisce in maniera diversa alle difficoltà,
delusioni amorose, lavorative, pugnalate alle spalle, ecc.; ognuno le
elabora a modo suo e ha i suoi tempi di ripresa. Certo, con l'aiuto
di qualcuno che ci vuole bene è più facile, se poi si ha un Rafael
vicino con uno strepitoso sorriso che sa di cannella, come dice
Chico, la cosa è decisamente più piacevole!
Non
ho mai preso lezioni di ballo in vita mia, sono una frana, sono pure
stonata, ma la danza classica mi è sempre piaciuta molto. Adoro
guardare il balletto in TV, prima o poi riuscirò ad andare a vederlo
alla Scala di Milano, e i ballerini mi hanno sempre intrigato: tanta sofferenza, abnegazione,
rinunce per una carriera breve, che mina fisicamente il loro corpo
capace di compiere evoluzioni al limite dell'impossibile.
Rafael
e la sua famiglia rappresentano una dinastia di campioni di ballo e
mi sono piaciuti tutti! L'algida in apparenza madre di Rafael mi ha
fatto morire dalle risate per il terrore che semina nella scuola di
danza! Il padre invece è il classico pezzo di pane!
Davvero
un libro molto carino, dolce, spensierato ma non troppo vista la
tristezza che accompagna Chico da troppo tempo.
Non
sempre le ferite vengono causate da maltrattamenti fisici, spesso
sono le parole che fanno più male, specialmente se uscite dalla
bocca di qualcuno che pensiamo di amare, ora per Chico è venuto il
momento di rischiare e di aprirsi a Rafael, perché chi non risica
non rosica:
“Chico
non aveva il cuore spezzato. Nemmeno ferito, come aveva insistito a
dire a Davi. Aveva una stupida cotta in erba. Tutto qui. E le cotte
ti facevano sempre sentire in modo orrendo, ti cuocevano il cervello,
ecco perché venivano definite così...Da adulto maturo o da Bambi
impaurito che era, Chico lo stava evitando. Rafael avrebbe dovuto
essere una gratificazione. Come il gelato. Come la luce delle
stelle.”
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