Un amore tenero, struggente e proibito.
Dall'autrice di Miele Nero un altro romanzo che mescola al romanticismo sconfinato l'introspezione tormentata dell'età della crescita.
Genere: Romance Contemporaneo YA
Editore: Mamma Editori
Collana: Ã’phiere
Pagine: 360
Prezzo Ebook: € 4,90
Prezzo Cartaceo: € 9,80
Uscita: 16 Maggio 2014
Sinossi:
Tornando dal prestigioso collegio svizzero per le vacanze estive, Chloè Rousseau scopre ad attenderla un fidanzato bello, pronto e confezionato... Confezionato male però. Unico suo pregio è quello d’essere figlio del socio dello zio nel megaprogetto di un Casinò sul monte Bugarach della profezia Maia. È troppo, vuole scappare, peccato che a bloccarle la fuga sia la nuova guardia del corpo: Ari, una statua scorbutica alta quasi due metri dall’irresistibile sorriso triste. Povera Chloè, già in crisi con la difficile arte di crescere e povero Ari, così potente da rappresentare una minaccia perfino per coloro che ama. Entrambi pedine in un mondo che decreterebbe il prevalere del denaro sui sentimenti e sui destini dell’umanità intera. La passione, l’amore tenero e struggente nasceranno, sullo sfondo di battaglie millenarie.
L'autrice:
Alice Winchester, pseudonimo di una scrittrice nota in rete con il nick "Alices" appartiene fin dalle origini al gruppo delle Bloodies. Ha 27 anni, un ricordo incancellabile del suo papà mago, un marito dolcissimo e una professione davvero insospettabile.
Prendete un romance; fate precedere tutta la
vicenda da una fulminante prima pagina in cui si lascia intravedere un pizzico
di mistero, un tocco di soprannaturale dal pungente odore di zolfo; persino una
come me, che con il romance non va molto d’accordo, sarà catturata senza
possibilità di appello.
Sarà che, come il mio amico Goblin, sono una
cinica senza speranza, ma non pensavo che il libro mi avrebbe conquistato. Il titolo
non mi ispirava un granché. E invece, come è successo con Immelancholy di
Sophie Martin, mi sono ritrovata a scorrere le pagine con curiosità e forte desiderio
di continuare la vicenda.
La protagonista mi è subito piaciuta molto: non
si tratta della solita ochetta, ma di una ragazza particolare, una
violoncellista, addirittura, che si sente sempre come un pesce fuor d’acqua in
mezzo agli altri, soprattutto in un mondo come quello da cui proviene, fatto principalmente
di apparenza. Per questo non sopporta l’orrendo spasimante che gli zii le
vorrebbero appioppare, tutto chiacchiere e distintivo, una specie di Joffrey di
Game of Thrones in versione moderna. A salvarla, letteralmente, dalle sue
grinfie, arriva il misterioso Ari, ma i tempi per una loro possibile storia non
sono ancora maturi: lei ha solo quindici anni, lui ne ha ventisette.
Ho pregato che non si scadesse nell’ovvio e
quasi nel morboso e Alice ancora una volta mi ha accontentato, cambiando tutte
le carte in tavola con un evento inaspettato, da cui si capisce che Ari non è
una semplice guardia del corpo. Avrei addirittura sperato in qualcosa di più,
sull’onda dell’entusiasmo per la prima, sulfurea pagina, ma va bene anche così,
è stato originale lo stesso.
Lo scenario passa dalla soffocante dimora
svizzera di Chloè a Parigi, quattro anni dopo. La sua vita è completamente
cambiata, ma Ari è ancora nel suo cuore e sulla sua pelle – leggendo scoprirete
perché – e quando si presenta l’occasione di poterlo incontrare la ragazza non
la spreca. Anche questo nuovo cambio di scenario è sorprendente, sia per lei
che per chi legge. Io ero incollata al mio e-reader e pensavo bene di ficcare
metà mano nell’olio caldo per non dover smettere di leggere nemmeno cucinando.
E non è una cosa che mi succede spesso, ve l’assicuro. Da
qui in poi, tra notevoli colpi di scena, la storia trova il suo – felice –
epilogo; io ho passato una giornata in ottima compagnia, col desiderio di poter
leggere prima o poi anche un seguito.
Lo stile dell’autrice è ottimo, la scrittura
spigliata; mi sono ritrovata a ridacchiare spesso e a parteggiare senza riserve
per questa insolita coppia. Anche i personaggi “negativi” sono tratteggiati con
sicurezza. Unico appunto, qualche refuso di troppo e qualche virgola animata di
vita propria che si infila dove non dovrebbe, ma cose facilmente sanabili.
Consiglio dunque vivamente la lettura di questo
libro e sono certa che anche il Goblin non avrebbe nulla da ridire.
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